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Messaggi del 04/04/2015
Post n°976 pubblicato il 04 Aprile 2015 da lascrivana
Non riuscivo a capire. Fissai intensamente mio figlio mentre Sandro, fermandosi in mezzo al salone, guardò me. -Cosa significa tutto questo. Che c'è scritto in quella lettera?- disse incerto. Luca parve non averlo nemmeno udito. Le braccia rigide lungo i fianchi, non distolse l'attenzione da Barnaby neppure per un istante. E lo stesso Barnaby, mio Dio. La sua espressione, avrebbe potuto benissimo essere paragonata allo svolgersi di una pellicola. Dapprima incuriosita, si trasformò ben presto in sconcertata e incredula. Abbassando lentamente il foglio, guardò Luca in un modo che non mi piacque per nulla. -L'unica cosa vera, in tutto questo, è che il tuo amico Oscar era un drogato. Tutto il resto sono solo menzogne- disse tetro.
A sirene spiegate, l'ambulanza si diresse a tutta velocità verso l'ospedale. All'interno, un giovane medico, non smise un istante di praticare il massaggio cardiaco. -Vai...vai maledizione, che forse ce la facciamo!- Cinque minuti più tardi, l'automezzo varcò l'ingresso del pronto soccorso. Il paziente, in codice rosso, venne portato immediatamente in sala operatoria.
-Oscar è morto vero?- disse Luca rompendo quel silenzio carico di tensione. -Non lo sappiamo- rispose Barnaby. -Subito dopo l'agguato, e l'arrivo di tua madre, siamo fuggiti senza pensare alle conseguenze. Credo sia giusto presentarci alla polizia- M'irrigidii, il solo pensiero mi terrorizzava. Ma Barnaby aveva ragione. Era una cosa che non si poteva evitare. -Cosa c'è scritto il quella lettera, Luca?- chiesi col cuore in gola. Strappandola dalle mani di Barnaby, me la posò in grembo. -Leggi tu stessa, mamma. Sono poche righe, ma sono pesanti come macigni- Voltandosi, si diresse verso la porta. -Ma Barnaby ha ragione. Dovete andare alla polizia, il più presto possibile- per poi sparire nell'altra stanza.
Cinzia ripose il cellulare nella borsetta. Seccata e di malumore, entrò nel bar e ordinò un caffè. Ormai, era più di un'ora che cercava di contattare l'uomo misterioso che l'aveva avvicinata solo il giorno prima. Sapeva di rischiare, ma la promessa di rivelazioni piccanti sul conto di Barnaby, era troppo allettante per lasciarsela scappare. Dopo aver pagato, uscì in strada e riprese nuovamente il cellulare. Uno, due. Al terzo squillo, rispose una voce. -Finalmente!- urlò quasi. -Dovevamo incontrarci più di due ore fa, dove diavolo si era cacciato?- Dall'altra parte, un solo istante d'esitazione. -Sono l'ispettore Gangi, posso sapere con chi sto parlando?- Danio
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