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Messaggi del 13/10/2015
Post n°1067 pubblicato il 13 Ottobre 2015 da lascrivana
a biblioteca era completamente spoglia, ma Anna non avrebbe mai potuto vedere le teche, l'incantesimo non avrebbe funzionato. Lei era la decima vittima, l'agnello sacrificale mancante se solo avesse fallito. Pietro dischiuse le labbra e, contemporaneamente, Anna si voltò. Avvertì qualcosa nell'aria, una sorta di soffio gelido che penetrava nelle ossa. Ma c'era anche qualcos'altro che non andava. Un formicolio, fastidioso e continuo, la costrinse ad alzare il braccio sinistro. Sbarrò gli occhi, impaurita, mentre il cuore iniziò a pompare a un ritmo frenetico. Il vecchio orologio sembrava aver preso vita e...e... la stava fissando! Al posto delle lancette, erano apparse due protuberanze simili a zampe di ragno. Ma, ciò che la terrorizzò più di tutto, furono i due bulbi oculari al centro del quadrante. Di un colore giallastro la fissarono con un'acquosa intensità. Ricacciando indietro un conato di vomito, cercò disperatamente di slacciare il cinturino, col solo risultato di ottenere l'esatto contrario. Serrandosi ancor di più al polso infatti, l'acciaio si conficcò nella pelle provocandole dolori lancinanti. -Non riuscirai a toglierlo- bisbigliò Pietro -Come non ci sono riuscite le tue antenate- Ma tutte, nei secoli precedenti, avevano preferito una sorte terribile piuttosto che mostrarsi al suo fianco, ossia finire in una teca di cristallo, a perenne memoria del loro rifiuto. Anna sarebbe stata la sua ultima occasione. La profezia, infatti, diceva che se entro l'inizio del nuovo millennio ciò non fosse avvenuto, sarebbe stato lo stesso Pietro ad occupare l'ultima teca, per l'eternità.
Mancavano ormai pochi minuti allo scoccare della mezzanotte e Pietro, nervoso ma consapevole del momento, si posizionò al centro della stanza. Ancora inconsapevole della sua presenza, Anna si era lasciata cadere in poltrona. Il terrore di ciò che stava osservando, aveva di gran lunga superato la sofferenza per il dolore al polso. I bulbi, autentici cuori pulsanti al centro del quadrante, avevano cambiato colore. Ora era di un rosso intenso, con venature grigiastre che andavano diradandosi come piccole crepe. Le zampe-lancette si mossero frenetiche verso l'alto, quasi volessero ghermirla con le loro estremità pelose. Poi, dopo un istante, accadde ciò che avrebbe davvero potuto compromettere le sue facoltà mentali. L'orologio parlò. E lo fece con una voce talmente orripilante, che Anna avvertì le parole conficcarsi nella pelle, nei muscoli, nel cervello. Stringendo i braccioli della poltrona, tentò di chiudere gli occhi ma, con orrore, si accorse che le zampe glielo stavano impedendo. -Buon compleanno, Anna. Ora, conoscerai ciò che il fato ha deciso per te, il regalo più bello- Come un ventriloquo, Pietro mosse le labbra e chiuse gli occhi. Era giunto il momento di farsi vedere. Danio e Laura. |
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