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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

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Messaggi del 18/11/2015

Ombre del passato 5

Post n°1082 pubblicato il 18 Novembre 2015 da lascrivana

 

Federico Ponti uscì dal giornale in tutta fretta. Aveva giusto qualche ora per riposare, poi ci sarebbe stata la cena di gala con le autorità. Non amava molto quel tipo di cerimonie ma, essendo il proprietario del principale quotidiano cittadino, era praticamente costretto a prendervi parte. Vedovo ormai da qualche anno e senza figli, viveva solo nella grande villa che la moglie, di nobili origini, gli aveva lasciato in eredità. Mentre stava azionando il telecomando del cancello, un uomo si avvicinò a passo sostenuto. Sorpreso, scese dall'abitacolo e gli si fece incontro.

-Che ci fai qui? Ti ho detto mille volte che...-

L'altro non gli fece terminare la frase.

-Ho bisogno di parlarti, Federico...subito-

L'editore lo fissò per un istante, quindi l'invitò a salire in auto. Percorsero il lungo viale alberato che portava alla villa vera e propria in assoluto silenzio. Nonostante ciò, Ponti non poté fare a meno di notare il nervosismo crescente dell'uomo che aveva al fianco. Le mani intrecciate in grembo, sembrava voler fare a pezzi il fazzolettino di carta che stringeva tra le dita. Una volta all'interno lo fece accomodare nel salone, quindi preparò due robusti drink.

-Allora, di cosa volevi parlarmi?- disse porgendogli il bicchiere.

Con mano tremante, l'uomo l'afferrò e ne mandò giù una lunga sorsata.

-Ho bisogno del tuo aiuto, Federico. So' che hai ancora contatti con quei tuoi amici in Brasile. Devo andarmene-

Ponti aveva già il bicchiere alle labbra, lo depose sul tavolino.

-Te ne vuoi andare? Ma che cazzo stai dicendo!-

L'uomo trangugiò ciò che rimaneva del liquore, quindi si alzò e cominciò a passeggiare per la stanza.

-Sono fottuto, Federico. La polizia è già venuta due volte a farmi domande. Sospettano di me, ne sono convinto, e la prossima volta che verranno sarà per arrestarmi-

Ponti era letteralmente sbalordito.

-In che diavolo di situazione ti sei ficcato? Se ti serve del denaro...-

L'uomo si voltò di scatto e lanciò il bicchiere contro le pietre del camino.

-Non hai capito un cazzo. Non ho bisogno di soldi, ma di un posto sicuro in cui poter stare. Mi vuoi aiutare o no?-

Nonostante l'improvvisa e inaspettata sfuriata, Ponti non si scompose. Non l'aveva mai visto in quello stato, e non osava immaginare cosa poteva essere successo.

-Siediti- disse con estrema calma.

-Hai di nuovo giocato con quel boss, vero? E hai perso. Però non capisco il discorso della polizia. Sappiamo benissimo come si risolvono certe cose-

L'uomo sembrava essersi calmato. Tornato a sedersi, si passò le mani tra i capelli e sul viso.

-Le carte non c'entrano nulla, Federico, e nemmeno quel mafioso. Il mio problema si chiama Giusy Benniti-

Per poco a Ponti non cadde il bicchiere di mano.

 

 

 

 

Martin depose il cellulare e guardò Giusy.

-E' spento- disse sconsolato.

La giornalista inarcò un sopracciglio.

-Sai per caso dove abita? Non chiedermi il perché, ma sento che parlare col dottor Centi può essere molto importante-

King sorrise.

-Non sono mai stato a casa sua, ma ho l'indirizzo, possiamo esserci in un quarto d'ora-

Giusy guardò l'orologio e gli fece l'occhiolino.

-La nostra seduta dovrebbe durare ancora una mezz'ora, andiamo?-

King sembrò titubante, ma dopo qualche istante annuì.

-Forse sei veramente fuori di testa, ma io lo sono più di te se accetto di seguirti in questa pazzia-

La via dove viveva il dottor Centi, si trovava in un quartiere residenziale piuttosto rinomato. L'abitazione, altri non era che una casa di ringhiera ristrutturata e venduta a prezzi che pochi potevano permettersi. I due scesero dalla macchina e attraversarono la strada. Individuato il campanello, Giusy suonò un paio di volte. Non ricevendo risposta provò ancora, inutilmente.

-Probabilmente si trova in ospedale, magari sta operando e ha spento il cellulare- disse Martin.

Giusy lo guardò con una strana espressione dipinta sul viso.

-No, non chiedermi di andare anche la, te ne prego-

Lei parve dispiaciuta, ma si rese conto che Martin aveva ragione. Avrebbero potuto contattare il dottor Centi più tardi, e lei aveva ancora molto da fare al giornale. Affrontare nuovamente Ponti era una di quelle.

-Ok, come vuoi, accompagnami al giornale per favore- disse fingendosi arrabbiata.

Durante il tragitto, si accordarono sulla versione da dare al direttore.

-Conosco bene Federico. Gli dirò che ho bisogno di vederti ancora un paio di volte prima di esprimere un giudizio- disse Martin parcheggiando davanti alla sede del quotidiano.

Giusy si allungò e gli diede un leggero bacio sulla guancia.

-Non te ne pentirai, te lo giuro. So' di aver ragione, e troverò le prove che mancano, è una promessa-

Detto questo, scese e s'incamminò verso l'entrata.

Danio e Laura

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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