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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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Messaggi del 29/02/2016

Il vecchio mulino. Parte decima

Post n°1137 pubblicato il 29 Febbraio 2016 da lascrivana

Erano ormai le tre del mattino quando, esausta, Giada decise di concedersi qualche ora di sonno. Dopo avergli stampato un bacio sulla guancia, si avviò verso la propria camera senza mai voltarsi. Sentiva il suo sguardo bruciarle la schiena, le spalle, la nuca, ma tenne duro e non si voltò. Temeva che, se l'avesse fatto, lui avrebbe potuto interpretarlo come un invito, e non le sembrava proprio il caso, non in quel momento. Dopo essersi richiusa la porta alle spalle, si lasciò cadere sul letto senza nemmeno svestirsi. Ciononostante, il sonno tardò ad arrivare, sostituito da un susseguirsi di immagini relative alla giornata appena vissuta. Il commissario, Filomena, Louis e, infine, l'uomo misterioso, colui che la voleva a tutti i costi. Ma la stanchezza ebbe comunque il sopravvento e, anche se con fatica, riuscì finalmente ad addormentarsi.

 

La guardò allontanarsi senza dire una parola. Durante quel breve tragitto, Louis ebbe modo di ammirarne la figura, snella ma soda, e il modo di camminare, leggero e fluido. Quella ragazza lo stava cambiando, lo sapeva, così come intuiva che quel “ti voglio bene” non era che l'inizio di qualcosa di più profondo, o almeno così sperava. Quanto avrebbe voluto che si voltasse, che gli sorridesse, non avrebbe esitato, l'avrebbe raggiunta. Non lo fece, e anche se questa cosa lo rattristò, in fondo provò anche del sollievo. Era troppo presto, se ne rendeva perfettamente conto, e forzare le cose era l'ultimo dei suoi pensieri. Quando Giada sparì oltre la porta, si sentì un uomo nuovo, quasi rinato. In silenzio, si alzò e andò in cucina. In un angolo della dispensa, serrate da un robusto lucchetto, le ante sembravano chiamarlo. Senza indugiare, prese una chiave dalla tasca e le aprì. Le bottiglie erano disposte in ordine, una accanto all'altra. Con estrema calma, le portò sopra il lavello e le svuotò nello scarico, una ad una. Ben presto l'odore d'alcool impregnò tutta la cucina, ma lui sembrò non accorgersene nemmeno. Quando ebbe terminato, mise i vuoti in un grosso sacco e li portò fuori, accanto al bidone della spazzatura.

Una volta rientrato, aprì tutte le finestre lasciando che l'aria frizzante della notte eliminasse il fastidioso odore. Infine, stanco ma soddisfatto, andò in camera propria e si distese sul letto. Avrebbe riposato qualche ora e poi, alle prime luci dell'alba, sarebbe andato dalle parti del vecchio mulino. Nonostante le minacce del commissario, la vita di Giada veniva prima di tutto, così come la salvezza di quella povera vecchia, al diavolo anche lui.

 

Indispettito e di cattivo umore per la notte passata praticamente in bianco, il commissario Dragoni guardò per l'ennesima volta l'orologio. Erano quasi le nove ormai, e di quella ragazza nessuna traccia, eppure era stato chiaro, maledizione! Sbuffando, alzò il ricevitore e compose un numero.

-Ascoltami bene, Ponti. Salta su una macchina e vai a casa di quel demente di Louis. La ragazza dovrebbe essere la, trascinala con te e se quello fa storie arrestalo, ci siamo capiti?-

Senza dare tempo al sottoposto di replicare, sbatté giù il telefono con furia. La scomparsa della vecchia Filomena stava diventando un problema e Cavagnoli, il collega della scientifica, non aveva fatto altro che confermare i timori di Giada: era stata indubbiamente rapita.

a parte gli occhiali” gli aveva detto Cavagnoli “ho rilevato tracce di cloroformio sul tappeto e sul divano, qualcuno l'ha narcotizzata, non ci sono dubbi”

Ma chi poteva volere una cosa simile? Per ciò che ne sapeva, Filomena viveva sola ed era tutt'altro che ricca, a che scopo un rapimento? E mentre stava formulando quei pensieri, qualcuno bussò alla porta dell'ufficio.

-Mi scusi, commissario, ma non è stato necessario andare a prelevarla, la ragazza è arrivata- disse Ponti affacciandosi sulla soglia, quindi si spostò per lasciarla entrare.

-Alla buon ora!- esclamò Dragoni.

-Mi scusi, commissario, ma non ho dormito molto bene e...-

Interrompendola con un gesto, Dragoni si alzò dalla scrivania e le fece segno di accomodarsi sulla poltroncina accanto alla finestra.

-Non ho buone notizie, riguardo Filomena-

Fingendosi sorpresa e spaventata, Giada spalancò occhi e bocca contemporaneamente.

-E chi...chi...- balbettò. Non era abituata a mentire, ma se voleva rivederla viva era obbligata a farlo.

-E' quello che vorrei sapere anch'io...- rispose il commissario.

-Ma quella che la conosce meglio di tutti sei tu, cosa puoi dirmi su di lei? Aveva dei nemici, un tesoro nascosto, o forse qualche scheletro nell'armadio?-

Di fronte a quel fuoco di fila di domande, Giada prese un bel respiro, quindi si preparò a recitare la propria parte.

Dani0

 
 
 
 
 

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Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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