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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

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Messaggi del 21/03/2016

Ciò che mormora il passato.

Post n°1149 pubblicato il 21 Marzo 2016 da lascrivana

Scardinare lo scrigno della sua mente non era stato affatto facile!

Mi dovetti scomporre in tante micro particelle di me: fanciulla birichina, che sostava sull'uscio di ogni toppa delle sue infinite porte.

Passavo dal brivido dell'orrore allo sguardo stupito e indignato; dal grido della meraviglia a quello della costernazione: - Mai prevedibile; mai scontato-.

Piccina, piccina, nel buco della serratura  delle sue porte chiuse sui mille mondi differenti: osservavo il fluire lento delle ore.

Il tempo adagiato su foglie di alloro, si lasciava trascinare dolcemente dal dolce sospiro del vento.

Rapidamente con un balzo quasi felino, mi ritrovai al suo fianco; con i capelli scompigliati dalla leggera brezza: lasciando il viso e il collo esposto alle delicate carezze del vento.

Il tempo, suadente, si muoveva al mio fianco, biascicando parole incomprensibili.

Giocherellava con le mie idee confuse; trafficando con finta mal destrezza: tra i bottoni della mia vergine ignoranza.

Poi lo vidi insinuarsi tra le pieghe chiuse del mio sapere: esplorando e assaporando ogni sillaba di ingenua costernazione.

Il sibilare lento delle sue parole, lasciava dietro di se una bava schiumosa e densa, come soffici nuvole.

Man mano che questa si scioglieva: il liquido appiccicoso imbrattava tutti i cunicoli della mia mente.

La conoscenza faceva capolino:  sollevando intorno a se mulinelli di fine sabbia dorata.

Quel tempo era:  così instabile; machiavellico, intrigante, fantasioso, brillante, sensuale e accattivante. Non fu solo la parte migliore che esso mi mostrò.

Fece un fischio al vento; e questi, obbedendo al suo comando: cambiò direzione.

Arrivati davanti l'uscio della toppa di quella stanza; io e il tempo, scendemmo dalla foglia di alloro, ed esso prese la sostanza delle nuvole, modellandosi in un corpo dalle stesse mie microscopiche dimensioni.

Afferrandomi per mano mi condusse attraverso le altre toppe delle mille stanze chiuse.

Mi fece scalare le alte vette della crudele ignoranza; scivolare tra le spire della viscida lingua del genio malefico.

Affondammo tra i solchi delle ferite putride e infette; aspirando l'odore marcio del pus e della cancrena.

Mi fece rotolare tra gli escrementi dello sciocco e dell'infame; conservandone a lungo il cattivo olezzo tra le narici dilatate.

Disgustata dallo scempio: stringevo forte la sua mano incitandolo con impazienza, a lasciare al più presto quelle putride stanze.

Solo una breve sosta, ripassando da un'altra toppa: per  farci impietrire il viso, dalla gelida brezza dell'indifferenza.

Per poi velocemente scivolare dentro il sacro fuoco della passione, che in un batter d'occhio avrebbe sciolto i cristalli di ghiaccio che intrappolavano le nostre emozioni.

Danzammo musiche tribali; e ci unimmo alle preghiere delle diverse religioni.

Di tanto in tanto ci soffermavamo nelle mie stanze disadorne: riponendo i souvenir dei nostri percorsi.

Ora, che anche le mie stanze erano superbamente arredate: richiamai all'ordine tutte le micro particelle scomposte di me, per indirizzarle verso una nuova missione.

Laura

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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