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poesie prose e testi di L@ur@

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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Messaggi del 18/05/2016

L'amore in un libro (parte ventunesima)

Post n°1171 pubblicato il 18 Maggio 2016 da contastorie1961

Peter e sua madre sprofondavano abbracciati. Quando si accorsero della mia presenza, spalancarono gli occhi e si misero ad agitare le braccia,col solo risultato di affondare ancor più velocemente. Non provai alcuna emozione per loro, mi erano del tutto indifferenti. Gli zii,poco distante, mi guardarono nello stesso modo con cui mi avevano accolto nella loro casa. La zia, inclinando la testa di lato, mirivolse un'espressione caritatevole e dispiaciuta al tempo stesso,una lacrima le scese lentamente sulla guancia. Lo zio, al contrario,non abbandonò l'aria severa e accusatrice che non avevo mai visto mutare nel mio pur breve soggiorno. Non parlò, ma i suoi occhi lo fecero per lui.

Ti conviene tirarci fuori di qui, altrimenti...” sembrava che dicessero.

Mio cugino, pallido da far paura, congiunse le mani e le rivolse nella mia direzione, a mo' di preghiera.

Smetterò con quella schifezza, lo giuro, ma aiutami, ti prego!-

la supplica mi giunse chiara, anche senza bisogno delle parole.

Poic'era mia madre. Patetica nel battersi la mano sul cuore, mi guardò come se fosse una priorità portarla in salvo per prima. Questo avrebbe dovuto intenerirmi, in fondo si trattava di colei che mi aveva messa al mondo. La ignorai.

Per ultimo restò Emanuele. Il suo sguardo era del tutto inespressivo,sembrava non gli importasse nulla di essere in quella situazione,praticamente in punto di morte. Ed era anche l'ultimo che avevo conosciuto, un bel uomo che mi aveva affascinato e su cui avevo fantasticato.

Distolsi lo sguardo, concentrandolo su qualcosa che si trovava ai miei piedi.L'afferrai. Si trattava di una corda, abbastanza robusta e lunga da poter arrivare alla pozza di sabbie mobili. Ma avevo solo quella e,anche agendo in fretta, avrei potuto salvare solo uno di loro.

Maledetta!”dissi ad alta voce. Speravo che,insultandola, Agata potesse riapparire, ma ciò non accadde.

Non posso...non posso” dissi questa volta a bassa voce. Gettai la corda a terra e mi voltai. Difronte a me, la boscaglia sembrò aprirmi un passaggio, m'incamminai.



-Virginia...Virginia...-

La voce, ovattata e indistinta, sembrò giungere da lontano. Cercai di sollevare le palpebre, ma erano troppo pesanti e vi rinunciai.

-Non sforzarti, Virginia. Siamo quasi arrivati, tra non molto potrai riposare in un comodo letto-

Era di una donna, ma non riuscii ad associarla a nessun volto.

-E'ancora sotto l'effetto dei sedativi, ma una volta atterrati sarà completamente sveglia-

Un'altra voce, diversa dalla prima, stavolta di un uomo.

Fu il profumo ad aprirmi la mente, un aroma che avevo già sentito e che mi piaceva particolarmente.

Gli scossoni del aereo, mia madre che si avvicinava, la sua caduta e il sibilo assordante, tutto venne a galla in un istante.

Spalancandogli occhi, mi alzai a sedere di scatto.

-Emanuele!-urlai. In realtà, ne uscì un suono rauco che mi bruciò la golae mi fece lacrimare gli occhi. Non era stata una mossa felice. La testa iniziò a girarmi vorticosamente, mentre una violenta nausea mi mise sottosopra lo stomaco.

-Calma,Virginia, stai calma-

Posandomi una mano dietro la nuca, Emanuele mi aiutò a distendermi nuovamente.

-Mio Dio, dottore, ma cosa diavolo le ha dato?- disse mia madre. Si,perché avevo riconosciuto anche lei, tutto stava tornando al proprio posto.

-Un normale sedativo, probabilmente le turbolenze hanno fatto il resto.Mi sembra che sia la prima volta che Virginia viaggia in aereo, molti soffrono il mal d'aria- liquidò la questione Emanuele.

L'atterraggio avvenne regolarmente, senza sorprese. Una volta a terra, fui caricata su un'altra ambulanza ma, questa volta, fu Emanuele a prendere posto accanto alla barella.

-Ho preferito mandare tua madre davanti. E' troppo ansiosa e finirebbe per innervosire tutti- disse con un sorriso.

Io non risposi. Ero ancora troppo sconvolta da quel incubo, ma era stato davvero un incubo?

Dov'era Agata, perché non si era fatta più vedere?

 
 
 

Conosci Alice?

Post n°1170 pubblicato il 18 Maggio 2016 da lascrivana

 

Non sono mai riuscita a leggere tutto ad un fiato, il racconto di “Alice nel paese delle meraviglie”. Mentre tutte le altre storie le divoravo sino alla fine, Alice me la sono centellinata con parsimonia.  Non perché non mi piacesse, bensì per la narrazione poco scorrevole e complicata. L’apparizione dei diversi personaggi sviava sempre la mia concentrazione. Sotto alcuni aspetti, mi sono sentita molto vicina al personaggio di Alice: come lei, sono curiosa e impulsiva. Difficilmente ascolto un consiglio, devo sempre avvicinarmi un pochino troppo alle persone per capire il perché devo stargli lontana.

Chi mi conosce e a cuore il mio benessere, cerca sempre di proteggermi da questa mia invadente curiosità, proprio perché appaio ingenua e sprovveduta.

Forse lo sono davvero.

Fatto sta, che le batoste le prendo; eccome se le prendo.

Non è che io sia masochista; e che mi viene naturale affrontare personaggi con un carattere e un’educazione diversa dalla mia. Un po’ come quando da piccola mi mettevo a litigare con quelli più piazzati di me per forza e fisico.

Tutti conoscono Alice; ma pochi hanno la capacità di meravigliarsi e stupirsi come lei; anche a  costo di fare delle magre figure.

Io ci sono riuscita, e tu?

 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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