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Messaggi del 05/03/2017
Post n°1360 pubblicato il 05 Marzo 2017 da contastorie1961
Appena atterrata, Giada prese un taxi e diede l’indirizzo di Daniel. Era seccata e di malumore, l’incontro di Londra non aveva dato gli esiti sperati, e in più ora c’era la grana di Giorgio. Sulle prime aveva fatto buon viso a cattivo gioco, cercando di convincere Daniel e se stessa che, in fondo, poco cambiava. Ma non era così. Rosalia era una persona qualunque, ma Giorgio no. La notizia dell’aggressione aveva riempito le pagine dei giornali, e il quotidiano che teneva tra le mani non fece che confermarglielo. Noto chirurgo assalito e sfregiato con l’acido. Nell’articolo si dava una sommaria descrizione del responsabile, e molti particolari coincidevano proprio con Daniel. Forse non aveva tutti i torti a voler rimanere nascosto, ma nella propria abitazione sarebbe stato un rischio. Inoltre c’era da considerare che, l’avessero preso, avrebbe potuto tirarla in ballo, e ciò avrebbe significato la fine. No, avrebbe dovuto passare al piano di riserva, e l'avrebbe fatto immediatamente. -Eccoci arrivati, signora- disse il tassista. In accappatoio, con i capelli ancora umidi, Daniel sorrise non appena aprì la porta. -Ciao, tutto bene a Londra?- chiese in tono sarcastico. Giada non rispose, portandosi invece verso il divano e gettando il trolley a terra. -Non sono affari tuoi, spiegami piuttosto il casino che hai fatto- L’umore di Daniel mutò completamente. Quella donna aveva il potere d’irritarlo alla massima potenza, ma anche di eccitarlo in egual misura. -Mi era sembrato di essere stato chiaro al telefono, cosa vuoi sapere ancora?- Lei gli lanciò il giornale addosso. -Se già non l’hai fatto, leggi, praticamente manca solo la tua fotografia- rispose sprezzante. Afferrato al volo il quotidiano, Daniel lo fece e impallidì. -Ma non c’era nessuno, ne sono certo!- cercò di discolparsi. Lei scosse la testa con energia. -Questo è ciò che credi, ma se stavi lottando con Giorgio, come puoi esserne certo?- Daniel si avvicinò al camino e buttò il giornale tra le fiamme, quindi si voltò. -Hai ragione, sono stato un idiota, ma tu devi aiutarmi a sparire all’estero, è l’unica cosa da fare- Il tono e l’atteggiamento di Giada cambiarono radicalmente. Avvicinandosi, gli circondò la vita con le braccia e insinuò le labbra tra le pieghe dell’accappatoio. -È quello a cui avevo pensato, ma prima voglio qualcosa da te, potrebbe passare molto tempo prima che ce ne sia ancora l'occasione- L’eccitazione di Daniel aumentò a dismisura, cancellando di colpo l’irritazione per le parole appena ricevute. -Prima però, ho voglia di bere qualcosa- proseguì Giada. -Te lo preparo subito- disse Daniel sciogliendosi dall’abbraccio. -No,ci penso io, tu aspettami in camera, con la luce spenta- L’uomo sorrise soddisfatto, quindi si diresse verso la camera da letto. -Non farmi aspettare troppo- Rimasta sola, riempì due bicchieri di whisky e prese la borsetta. La boccettina era piccola e conteneva del liquido trasparente, un potente sonnifero che usava durante i lunghi viaggi. Con estrema calma, ne versò un abbondante dose in uno dei bicchieri, quindi lo raggiunse. Completamente nudo, Daniel sorrise quando la intravide controluce. A parte una minuscola luce d’emergenza blu elettrico posta in un angolo, la stanza era immersa nella penombra. -Eccomi…- disse Giada con voce sensuale. Sedendosi sul letto, gli porse il bicchiere e alzò il proprio. -Alla nostra- Eccitato come non mai, Daniel lo vuotò tutto d’un fiato per poi mandarlo in frantumi sul pavimento. Giada non riuscì a berne che un goccio. Dopo averla afferrata, glielo tolse dalle mani facendogli fare la fine del proprio. Sudato e ansante, in un istante le tolse gonna e camicetta, quindi le allargò le cosce con un movimento brusco e doloroso. -Ti sono mancato non è vero? Ammettilo puttana che non sei altro!- Lei non rispose, pregava solo che il sonnifero facesse effetto il più presto possibile. -Non lo vuoi ammettere, va bene. Adesso ti dimostrerò com’è veramente un uomo!- Con un colpo secco le strappò le mutandine, per poi cercare forsennatamente di penetrarla. Fu questione di un attimo. Irrigidendosi, Daniel arretrò e si mise in ginocchio. -Cosa...cosa...mi gira la testa- disse con voce strozzata. Cogliendo l’occasione, Giada si divincolò e scese dal letto. -Era ora, maledetto figlio di puttana!- disse ad alta voce, quindi accese la luce principale. Il volto stravolto, Daniel la fissò e cercò di scendere a sua volta, col solo risultato di cadere pesantemente sui cocci dei bicchieri. Diversi tagli si aprirono in ogni parte del corpo, e il sangue imbrattò ben presto il pavimento. -Ma...maledet...troia...io…-ma la lingua si era fatta di piombo, e le palpebre non ne volevano sapere di restare aperte. Giada sogghignò soddisfatta. -Potrei lasciarti morire dissanguato, ma ho qualcosa di meglio per te- Dopo aver lasciato la stanza, tornò un paio di minuti dopo con una siringa e un laccio emostatico tra le mani. Ormai quasi del tutto incosciente, Daniel non se ne accorse nemmeno. Chinandosi verso di lui, gli strinse il laccio attorno all’avambraccio e avvicinò la siringa. -Il pusher che me l’ha venduta mi ha assicurato che ammazzerebbe un cavallo. Addio, Daniel, buon viaggio all’inferno- disse iniettando la dose mortale. |
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