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Messaggi del 14/09/2017
Post n°1442 pubblicato il 14 Settembre 2017 da lascrivana
Le memorie di un tempo s’incrociano con un presente che costruisce ancora ricordi; sensazioni ed emozioni che presto immagazzinerò in un angolo della mia mente. Spesso le diverse donne che sono stata nella mia vita, s’incontrano per fare un resoconto. Mi sembra di vedere la Laura bambina che incontra la me ragazzina, mentre la me donna sorride ad entrambe con tenerezza … e poi c’è quella me odierna che le abbraccia tutte e tre. Stamani nell’osservare una mia vecchia fotografia, ammiravo il sorriso sincero dell’infante che ero stata: quando ancora non avevo complessi e vivevo in uno stato d’ingenua incoscienza. Eppure qualcosa di cui vergognarmi l’ho combinata anch’io; e così ho scoperto che un pizzico di coscienza l’abbiamo anche all’età di cinque anni. Ho usato un aggettivo volgare nei confronti di un sacerdote. Ricordo di averlo sentito dire da qualcuno più grande. La nostra casa era sempre frequentata da figure religiose, poiché mio padre aveva improvvisato una chiesa in uno dei nostri fabbricati, e tra questi c’erano anche ragazzi costretti dai genitori a seguire il catechismo, e il loro malcontento si manifestava attraverso queste espressioni volgari e poco lusinghiere.
Mi sembra di rivedere ancor oggi la scena che si era svolta in una fredda mattina di Gennaio. Quel giorno mio padre aveva ucciso il maiale per fare la conserva dei salumi -motivo di grande festa in passato; tant’è vero che invitava sempre i parenti e gli amici più cari, che oltre a partecipare al banchetto, davano una mano. Quell’anno aveva deciso di invitare anche dei giovani sacerdoti che frequentavano la catechesi, anche se solo per un aiuto spirituale. Erano le dieci del mattino, e il sole aveva fatto capolino da dietro le nubi spessi, ed io saltellavo felice vicino all’albero dov’era stato appeso il maiale. La grossa fune che penzolava dal robusto ramo d’ulivo, era tutta intrisa e gocciolante di sangue; e il giovane frate osservava rattristito la piccola pozza che si era formata ai piedi dell’albero. Di solito quando si gioca e si saltella da bambini, si canta una filastrocca; beh anch’io ne avevo una da cantare quella mattina, solo che le parole non erano di certo adeguate alla mia età e alla mia religiosa educazione. Ricordo di essermene vergognata tanto da non riuscire a guardare negli occhi il frate fino a che non sono diventata adulta. Laura |
Inviato da: tanmik
il 16/09/2024 alle 06:30
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il 15/09/2024 alle 05:57
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