Aggiornamento in Nefrologia: Calcoli renali

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Aggiornamento in Medicina

Rimozione di piccoli calcoli renali asintomatici e incidenza di recidiva

I vantaggi della rimozione endoscopica di piccoli calcoli renali ( 6 mm o inferiori ) asintomatici non sono ben definiti.
Le attuali lineeguida lasciano tali decisioni all’urologo e al paziente.
Uno studio prospettico che ha coinvolto la tecnologia più vecchia e non-endoscopica e alcuni studi retrospettivi favoriscono l’approccio osservazionale.
Tuttavia, i dati pubblicati indicano che circa la metà dei piccoli calcoli renali rimasti in sede nel momento in cui i calcoli più grandi sono stati rimossi ha causato altri eventi sintomatici entro 5 anni dall’intervento chirurgico.
È stato condotto uno studio multicentrico, randomizzato e controllato in cui, durante la rimozione endoscopica di calcoli renali ureterali o controlaterali, i calcoli rimanenti piccoli e asintomatici sono stati rimossi in 38 pazienti ( gruppo di trattamento ) e non sono stati rimossi in 35 pazienti ( gruppo di controllo ).
L’esito primario era la recidiva misurata dalle future visite al Pronto soccorso, interventi chirurgici o crescita di calcoli secondari.

CONTINUA SU: MediExplorer.it – LINK: https://mediexplorer.it/articolo/rimozione-di-piccoli-calcoli-renali-asintomatici-e-incidenza-di-recidiva

 

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Terza dose: il dibattito è aperto – L’attendismo di Massimo Galli

Galli

TERZA DOSE, L’ATTENDISMO DELL’INFETTIVOLOGO MASSIMO GALLI: “NON ME LA SONO ASSOLUTAMENTE FATTA, VEDREMO CHE COSA VERRÀ DECISO RISPETTO ALLA SCADENZA DEL PERSONALE SANITARIO”

VIDEO: https://www.la7.it/laria-che-tira/video/terza-dose-lattendismo-dellinfettivologo-massimo-galli-non-me-la-sono-assolutamente-fatta-vedremo-28-09-2021-399405

MASSIMO GALLI: “COVID UCCIDERÀ ANCORA PER ALCUNI ANNI”

Nel prosieguo della sua intervista, il professor Galli ha detto che ci sono e ci saranno state moltissime infezioni inapparenti, cioè nel periodo di incubazione. Quindi, il virus circola “in maniera superiore a quella che riusciamo a individuare. La pressione su ricoveri e rianimazioni resta stabile o in calo, senza impennate di sorta, ma la brace cova sotto la cenere. Potremo tornare a una vita normale solo a piccoli passi e per gradi”.

Galli ha quindi sottolineato come si dovrà entrare nell’ottica di un rapporto di convivenza con il virus, presente in tutti gli angoli del mondo. Le tempistiche per azzerare quasi del tutto la letalità di SARS-CoV-2 sono difficilmente pronosticabili, ma, a detta dell’esperto, la presenza di Covid-19 con conseguenze temibili per la vita umana potrebbe durare “sicuramente dai cinque ai dieci anni”. (  Fonte: IlSussidiario.it )

COVID, GIORLANDINO: “L’UTILITÀ DELLA TERZA DOSE DI VACCINO È A RISCHIO PER LE VARIANTI”

“Il coronavirus è mutato, il vaccino no. Dunque, vaccinare adesso con un vaccino che è stato studiato per creare anticorpi esclusivamente su una proteina S che sta mutando di continuo è poco utile, seppure non del tutto inutile. Per questo la terza dose protegge poco dalle attuali mutazioni del virus. Non c’è la sicurezza che, ad oggi, possa ancora funzionare. In tutto l’Occidente si è spinto su un vaccino limitato e non su un vaccino tradizionale come quelli prodotti in Oriente, dalla Cina all’India, con un virus inattivato”. E’ quanto afferma il Prof. Claudio Giorlandino, direttore scientifico dell’Istituto Clinico Diagnostico di Ricerca Altamedica di Roma.

“Noi, primi in Italia, stiamo studiando le cellule di memoria, attraverso un’apparecchiatura di ultima generazione – spiega Giorlandino – Abbiamo visto quello che ci aspettavano, anche per analogia con la Sars e la Mers: l’immunità nelle cellule di memoria non passa e, soprattutto per chi ha avuto il virus, rimane. Una volta che il soggetto entra a contatto con qualsiasi virus anche mutato, siccome combatte tutto il virus e non solo una piccola parte della proteina S, gli anticorpi risalgono immediatamente”.

“Lo stesso vale per i vaccinati – aggiunge – Se si entra a contatto con un soggetto che presenta un’infezione con una proteina S per cui si è stati vaccinati gli anticorpi risalgono. Se però la persona vaccinata viene a contatto con chi presenta un’infezione in cui la proteina S è completamente mutata i suoi anticorpi non risaliranno. Il virus oggi presenta mutazioni tali per cui il vaccino, che ha salvato milioni di vite, non è più efficace come era all’inizio”. ( Fonte: AffarItaliani: LINK: https://www.affaritaliani.it/coronavirus/covid-l-utilita-della-terza-dose-di-vaccino-a-rischio-per-le-varianti-759974.html?refresh_ce )

 

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Newsweek: I vaccini da soli non sono in grado di fermare la pandemia da SARS-CoV-2

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I dati israeliani sul COVID indicano che i vaccini da soli non sono in grado di fermare la pandemia

I dati sui casi di COVID provenienti da Israele suggeriscono che la vaccinazione da sola non è sufficiente per fermare completamente la pandemia, hanno detto gli Esperti a Newsweek.

Scienziati di tutto il mondo hanno osservato da vicino Israele per vedere come le vaccinazioni potrebbero influenzare la pandemia, da quando il Paese ha lanciato una RAPIDA E AMPIA CAMPAGNA VACCINALE nel dicembre 2020. Più della metà della popolazione israeliana era stata vaccinata completamente già a marzo del 2021.

Eppure Israele ha attualmente uno dei peggiori tassi di casi di COVID per milione di persone a livello mondiale, mentre il Paese combatte la variante Delta, secondo i dati raccolti da OurWorldInData al 24 agosto.

Anche i CASI DI BREAKTHROUGH sono motivo di preoccupazione. La rivista Science ha riferito che 514 israeliani erano stati ricoverati in ospedale con COVID al 15 agosto, e che il 59% di questi era stato completamente vaccinato e che la stragrande maggioranza di queste persone completamente vaccinate aveva 60 anni o più.

Uri Shalit, un bioinformatico presso l’Israel Institute of Technology, ha detto a Science che “la maggior parte dei pazienti ospedalizzati erano in realtà vaccinati”.

Il direttore dei servizi sanitari pubblici israeliani, la dott.ssa Sharon Alroy-Preis, ha affermato che all’inizio di questo mese c’erano evidenze di una diminuzione dell’immunità contro il virus SARS-CoV-2 nelle persone che erano state vaccinate in Israele nella fase iniziale della campagna vaccinale.

Ai vaccini COVID non è mai stato imposto di essere efficaci al 100%, tuttavia i dati provenienti da Israele sollevano preoccupazioni per l’aumento della minaccia della variante Delta rispetto alle varianti precedenti, nonché per la diminuzione dell’immunità.

Commentando la situazione in Israele, Rowland Kao, professore di epidemiologia veterinaria presso l’Università di Edimburgo, nel Regno Unito, ha dichiarato a Newsweek: “La scoperta chiave è che ci sono prove di una diminuzione dell’immunità nella popolazione vaccinata”.

“Israele con la sua campagna di vaccinazione molto precoce è stato considerato un indicatore di ciò che sarebbe accaduto successivamente in altri Paesi, e le evidenze che la protezione immunitaria di fronte alla variante Delta diminuisce con il tempo è un indicatore importante di ciò che può accadere in altri Paesi.”

La domanda fondamentale è … LA MALATTIA COVID, INSIEME AD ALTRE INFEZIONI RESPIRATORIE COME L’INFLUENZA, SI TRADURRÀ IN TASSI DI OSPEDALIZZAZIONE CHE SUPERERANNO LA CAPACITÀ OSPEDALIERA QUESTO INVERNO ?

Su questo c’è incertezza ….

I VACCINI NON SONO UNA PALLOTTOLA D’ARGENTO

Alla luce dei dati provenienti da Israele, diversi Esperti hanno sottolineato che la vaccinazione non è un proiettile d’argento per porre fine alla pandemia.

“Penso che la gente si aspettasse che i vaccini funzionassero da un giorno all’altro e ponessero fine alla pandemia”, ha affermato William P. Hanage, professore associato di epidemiologia presso l’Harvard T.H. Chan School of Public Health, ha detto a Newsweek.

“In definitiva, sebbene i vaccini siano la chiave per controllare la pandemia e passare a uno stato post-pandemia più stabile “normale”, non lo faranno immediatamente sia a causa della popolazione residua non-vaccinata, sia per le varianti”.

Alexander Edwards, professore associato di tecnologia biomedica presso l’Università di Reading, nel Regno Unito, ha concordato ….. I vaccini non sono efficaci al 100% e “non sono una pallottola d’argento” e “non ci si può aspettare che eliminino i problemi di salute pubblica causati dalle infezioni”. “Rimangono uno strumento vitale, ma altri strumenti sono ancora essenziali”.

È qui che entrano in gioco gli interventi non-farmacologici ( NPI ), metodi per controllare il virus senza utilizzare medicinali come vaccini o trattamenti con anticorpi monoclonali, secondo il dott. Edward Hutchinson, docente senior presso il Centro per la Ricerca sui Virus presso l’Università di Glasgow, Regno Unito.

Le persone di tutto il mondo ormai conoscono bene gli interventi non-farmacologici. Il lavaggio regolare delle mani, l’allontanamento sociale e l’uso della mascherina sono tutti modi per controllare il virus.

Sebbene i dati provenienti da Israele possano sembrare allarmanti, ci sono fattori da prendere in considerazione. I medici israeliani hanno scoperto che i casi gravi di insorgenza di COVID erano per lo più in pazienti molto anziani e più malati.

Israele ha anche avviato la campagna vaccinale di richiamo contro il COVID in modo da migliore i livelli di protezione.

FONTE: NEWSWEEK: https://www.newsweek.com/israel-covid-case-breakthrough-data-shows-vaccines-not-pandemic-silver-bullet-1622465

 

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