Pemfigoide bolloso – Sono stati osservati casi di pemfigoide bolloso in pazienti che assumevano Linagliptin ( Trajenta ). Nello studio CARMELINA, è stato segnalato pemfigoide bolloso nello 0.2% dei pazienti in trattamento con Linagliptin e in nessun paziente in trattamento con placebo. Il trattamento con Trajenta deve essere sospeso se si sospetta l’insorgenza di pemfigoide bolloso
Fonte: Bollettino SIFO
Prognosi del pemfigoide bolloso
Il pemfigoide bolloso è una malattia cronica, potenzialmente fatale, in particolare senza trattamento. Sebbene le terapie topiche e sistemiche siano utili, possono causare effetti avversi. La remissione avviene in genere entro pochi mesi, ma il trattamento a volte è necessario per diversi anni.
Trattamento del pemfigoide bolloso
I corticosteroidi per uso topico ad alta potenza ( p. es., Clobetasolo 0,05% crema ) devono essere utilizzati per la malattia localizzata e possono ridurre la dose richiesta di farmaci sistemici.
I pazienti con malattia generalizzata spesso necessitano di trattamento sistemico con Prednisone 60-80 mg per via orale 1 volta/die, che può essere scalato dopo parecchie settimane fino a una dose di mantenimento di ≤ 10-20 mg/die. La maggior parte dei pazienti raggiunge la remissione dopo 2-10 mesi, ma il trattamento potrebbe dover continuare per diversi anni prima che il processo di remissione della malattia sia sufficiente per consentire la sospensione. Se la terapia a lungo termine è necessaria, la comparsa di una nuova vescica ogni poche settimane non richiede un aumento della dose di prednisone.
Il pemfigoide bolloso occasionalmente risponde all’attività antinfiammatoria di alcuni farmaci, come la combinazione di Tetraciclina o Minociclina e Nicotinamide. Altre opzioni di cura comprendono la monoterapia con Dapsone, sulfapiridina, o Eritromicina. Le immunoglobuline EV possono essere utilizzate in determinate occasioni.
Possono essere usati immunosoppressori quali Metotrexato, Azatioprina, Ciclofosfamide, Micofenolato mofetile e Ciclosporina, per i pazienti con malattia generalizzata e resistente, e talvolta per diminuire la dose di corticosteroidi nella malattia cronica. Tra i biologici, possono essere utilizzati Rituximab e Omalizumab.
Fonte: Manuale MSD per Professionisti