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Un cordone ombelicale mai reciso

Post n°625 pubblicato il 15 Marzo 2018 da e_d_e_l_w_e_i_s_s
 

Guardo una foto di mia madre, era felice avrà avuto vent’anni […]
la  scruto per filo e per segno e ritrovo il mio stesso sguardo.
E pensare a  quante volte l’ho sentita lontana,
e pensare a quante volte le avrei  voluto parlare di me.

Carmen Consoli

 


Che binomio madre-figlia sia una delle relazioni più complesse e a volte conflittuali pare sia assodato.
Fa parte dell'essere mamma che spesso stenta a riconoscere nel pulcinotto da svezzare  una donna cresciuta e risolta e fa parte dell'essere figlia che rivendica, giustamente, la propria autonomia.

Da figlia ricordo con affetto certe lotte per la mia indipendenza.

Da mamma, pur facendone di errori,  ce la metto tutta per dare le ali a mie figlie perché spicchino sicure il volo verso la loro realizzazione.

 






















Ecco il  fatto di cronaca  che mi ha portato a queste considerazioni.
La figlia ha un legame sentimentale da 5 anni con una donna.
Ora ha scelto di andare a conviverci.
La mamma non accetta che sua figlia sia lesbica.
Così avrebbe iniziato ad importunarla telefonicamente e con messaggi offensivi.
L'avrebbe anche minacciata di far uso dell'acido per sfregiarla o di investirla con l'auto.
Qualche giorno fa si sarebbe recata nell'esercizio commerciale dove la figlia era stata assunta da poco e avrebbe minacciato una scenata se i titolari non avessero licenziato la figlia rea di amare una donna.
Morale: la ragazza è stata licenziata; la mamma denunciata.
Tutto questo succede a Noto, in Sicilia.

Indipendentemente dalla reazione del mondo omosessuale e dei preconcetti sessuali e dai moralismi che sanno di chiusura mentale,  quanto amore c'è in una mamma che nega la possibilità di vedere felice la figlia?

E ancora, ampliando il concetto, ha diritto una mamma, in nome di un cordone ombelicale mai reciso, a interferire sulle scelte di vita di una figlia?

 

 

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Commenti al Post:
monellaccio19
monellaccio19 il 15/03/18 alle 19:21 via WEB
Anche questa una storia del nostro tempo che arricchisce la cronaca italiana. Ho letto la notizia e sono basito: posso capire il primo impatto, la sorpresa magari scoprendolo per induzione e no attraverso una conversazione pacata tra lei e la figlia. Ma la reazione, il comportamento e l'atteggiamento avuto, sono da stigamtizzare energicamente. Tornando alla tua introduzione, hai evidenziato molto bene cosa significhi ralazionarsi e rapportarsi ai figli...sempre, anche quando sono avanti con gli anni. Ciao Elena piacevole serata.
 
 
e_d_e_l_w_e_i_s_s
e_d_e_l_w_e_i_s_s il 15/03/18 alle 21:36 via WEB
Certo, Carlo, sfido qualsiasi genitore a restare indifferente di fronte a certe notizie. Inutile atteggiarci ostentando modernità. Però, penso anche che una mamma si accorga di qualsiasi 'disagio' o difficoltà della propria figlia. Ma soprattutto penso che tra mamma e figlia debba esistere un dialogo per quanto difficile e ostile possa essere l'argomento. D'altronde, ammettendo pure che non esista dialogo fra le due, non è ammissibile negare la felicità di una figlia. Non è amore.
Buona serata, ciao :)
 
cardiavincenzo
cardiavincenzo il 15/03/18 alle 21:24 via WEB
Sei sempre lì, tra le pieghe dell’anima. Delirio dei sensi. Incanto del cuore. Un bacione. ..Vincenzo
 
 
e_d_e_l_w_e_i_s_s
e_d_e_l_w_e_i_s_s il 15/03/18 alle 21:36 via WEB
Buona serata, Vincenzo!
 
diogene51
diogene51 il 15/03/18 alle 22:55 via WEB
Non essendo donna, e quindi, ovviamente, non madre, non posso impersonarmi nella vicenda. Io penso che, dopo una certa età, i genitori non possano relazionarsi con i figli se non in modo razionale; discutere le loro scelte ma sempre rimanendo sul piano del consiglio e della discussione. E' poi chiaro che la discussione terrà senz'altro conto, soprattutto da parte del figlio, del particolare legame che lo lega ai genitori, se quel legame è sentito. Perché può anche capitare che ciò non avvenga. Solo se viene riconosciuta (da chi di dovere) una patologia mentale nel figlio (o nella figlia) - e certo l'omosessualità non è riconosciuta tale da nessuno, ormai - il genitore può avere una maggiore forza nel proporre le sue idee di comportamento. Ovviamente, però, se il figlio è maggiorenne, la legge imporrà dei limiti a questa azione. E in fondo altri limiti li imporrà certamente l'amore del genitore che si guarderà dal far ciò che potrebbe minare la sua sicurezza. Scusa se ho risposto in modo così asettico, ma l'ho fatto perché ero coinvolto. Ti auguro una buona serata Elena!
 
 
e_d_e_l_w_e_i_s_s
e_d_e_l_w_e_i_s_s il 16/03/18 alle 14:30 via WEB
Credo che i genitori abbiano sempre da relazionarsi con i figli. E lo debbano fare sempre in modo chiaro e razionale tenendo ben presente che i figli non sono una loro estensione, ma individui con caratteristiche precise e con personalità propria. Per questo penso che il legame c'entri poco; anzi, guai fosse che in nome di un legame il figlio assoggettasse i suoi progetti al volere dei genitori. Chiaramente mi riferisco a situazioni in cui non esistano patologie che impediscono il libero arbitrio.
Nello specifico, il rapporto fra mammma e figlia spesse volte è un braccio di ferro. Sono convinta però che una mamma non è colei che svezza, ma colei che ascoltando fa crescere la propria figlia, anche accettando scelte difficilmente condivisibili e questo avviene solo, secondo me, se c'è amore perchè amare vuol dire anche lasciare scegliere tenedo conto delle inclinazioni della figlia.
Buon pomeriggio :) ciao Renato!
 
chiedididario66
chiedididario66 il 15/03/18 alle 23:52 via WEB
Io predico che i genitori educhino i propri figli nella morale e nel rispetto.da un lato trovo giusto che la mamma la riporti sulla retta via,senza però svergognarla davanti a tutti.del resto il mondo è malato e la nave e' affondata.
 
 
e_d_e_l_w_e_i_s_s
e_d_e_l_w_e_i_s_s il 16/03/18 alle 14:35 via WEB
Il rispetto, secondo me, nasce dal rispetto. Come può una figlia rispettare una mamma che non la rispetta? Impossibile! Potrà volerle bene perchè l'ha messa al mondo, ma stimarla no di certo!
Se per retta via s'intende impedirle di amare una persona del proprio sesso, beh! allora non siamo d'accordo sulla retta via ;) nel senso che un gay o una lesbica non sono nella via del male. Ma questo è un mio pensiero... e rispetto il tuo, Dario. Un sorriso e buona giornata :)
 
EMMEGRACE
EMMEGRACE il 16/03/18 alle 09:39 via WEB
Premetto che dipende tutto dal genitore, ci son varie categorie e comportamenti tra genitori/figli. Chi pone dei limiti, chi li lascia troppo liberi, chi non se ne frega nulla. L'accaduto nella cittadina sicula potrebbe essere circoscritto alla mentalità retrograda che impone una certa coerenza nelle donne. Anche se questa "opinione" al giorno d'oggi è solo per quelle menti inette che non accettano i cambiamenti. Quindi, se il cordone ombelicale si tronca alla nascita, quel figlio dovrebbe vivere come la sua natura comanda senza avere impedimenti da CHI dovrebbe amarlo a prescindere da ogni pregiudizio mentale. Non sono avvocatessa ma mi batto sempre per le ingiustizie che non tollero. Ciao Elena.
 
 
e_d_e_l_w_e_i_s_s
e_d_e_l_w_e_i_s_s il 16/03/18 alle 14:44 via WEB
Il fatto riportato ha fatto da miccia. E' un caso estremo e indecoroso. Però i rapporti madre-figlia sono pane da psicologi: pare che certi disagi nascano proprio da lì. POi che sia mamma-amica o mamma-padrona poco cambia.
Sono con te, Grace, il cordone ombelicale che fisicamente si recide alla nascita, deve essere reciso anche metaforicamente proprio in nome di quell'amore unico e immenso che fa sì di volere il bene della figlia. A prescindere dalle scelte di vita, ovviamente scelte di vita legali: per esempio non esiteri a denunciare mia figlia se si drogasse, se spacciasse, se si prostituisse, se usasse violenza verso cose e persone.
Un caro saluto e ben riletta :))
 
gabbiano642014
gabbiano642014 il 16/03/18 alle 10:19 via WEB
Secondo il mio pensiero..Il cordone ombelicale si recide nel cammino.A volte rimango perplessa che l'omosessualità possa essere vista come giudizio negativo. L'educazione e moralità nell'educazione non rientrano nei pregiudizi dell'identità sessuale.La prima accoglienza è proprio la comunicazione dei genitori,quel saper comprendere il conflitto interiore,il sentirsi non accettati dalla società.
 
 
e_d_e_l_w_e_i_s_s
e_d_e_l_w_e_i_s_s il 16/03/18 alle 14:47 via WEB
Non potrei essere più d'accordo con te, Patty! La prima accoglienza, la prima accettazione, la prima pietra di autostima arrivano dalla famiglia. Che poi il cordone ombelicale qualche mamma lo recida negli anni, ci sta...ma lo svezzamento dura poco...altrimenti avremmo figli senza denti per masticare le durezza della vita.
 
gabbiano642014
gabbiano642014 il 16/03/18 alle 10:23 via WEB
Essere genitori è proprio comunicare,accogliere,saper accompagnare anche quello che la società ritiene "diverso"...Una buona giornata cara Elena..
 
 
e_d_e_l_w_e_i_s_s
e_d_e_l_w_e_i_s_s il 16/03/18 alle 14:50 via WEB
Bellissima l'espressione ' saper accompagnare ' : è vero, Patty! Il nostro compito è davvero quello di saper accompagnare...di saper incoraggiare... di saper aiutare a camminare nel mondo a testa alta... Un bel pomeriggio a te :)
 
nina.monamour
nina.monamour il 16/03/18 alle 11:20 via WEB
Un rapporto che fonda le sue radici nell'archetipo della mamma amorevole e sempre presente, ma che è caratterizzato spesso da rivalità, conflittualità e un’eterna altalena di amore e odio. Affrontare un momento di grande conflittualità con la madre è un passo in molti casi necessario per abbandonare le vesti di bambina e indossare quelle di giovane donna. Il rapporto madre e figlia, secondo me, quasi inevitabilmente per evolvere, deve passare da qualche scontro, perché è un legame ambivalente e complesso. E’ abbastanza fisiologico che una madre proietti i propri desideri su una figlia femmina, con le migliori intenzioni, con la speranza che il sangue del suo sangue abbia una vita più felice o riesca dove lei ha fallito. Questo caso è l'ennesima manifestazione messa in atto da una madre che, ritenendo la figlia di sua proprietà, è pronta a mettere in atto le misure più estreme, persino pensare di sfregiarle il volto con l'acido o anche eliminarla fisicamente, solo per impedirle l'autodeterminazione. Se tutto ciò sarà confermato e secondo quanto emerge di questa brutta storia ci troviamo di fronte a forme di violenza fisica e psicologica le cui conseguenze si ripercuotono non soltanto sulla vittima ma anche su tutte le persone che entrano in relazione con lei. Auguriamoci un mondo dove ciascuno può decidere chi amare e si possa vivere il proprio ambiente senza timore di essere discriminati per il proprio orientamento sessuale. Buona giornata Elena (^_*)
 
 
e_d_e_l_w_e_i_s_s
e_d_e_l_w_e_i_s_s il 16/03/18 alle 15:05 via WEB
Questo caso è eclatante: ognuno di noi trae le proprie considerazioni, certo, non a favore della mamma :)
Leggendoti, Nina, ho ripercorso la mia avventura di figlia: verso mia mamma non ho mai alternato il sentimento d'amore con quello d'odio. E' pur vero che provò a farmi fare danza classica, il suo sogno di ragazzina, ma ero una schiappa: così scelsi altri sport. Feci un braccio di ferro duro quando decisi di andare a convivere con colui che poi è mio marito. Fu una crescita per entrambe, credo pèerchè il nostro rapporto si rafforzò.
Da mamma, posso giurare, di non aver mai proiettato i miei desideri su mie figlie: le ho lasciate molto libere di scegliere. Bracci di ferro, per il momento non ce ne sono: discussioni anche accese, ovvio che sì! Qualche volta, di fronte alla risolutezza che solo l'adolescenza ha, le ho lasciate, guardandole da vicino, sbagliare...fa male, sai, perchè vorresti attutire i colpi della vita, però sono convinta che lo sbattere il naso contro il muro faccia meglio di un mare di parole che cadrebbero nel vuoto. Ecco, per me, anche questo rientra nel grandissimo sentimento che si chiama amore...
Buon pomeriggio, un sorriso :)
 
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