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I miracoli.

Post n°206 pubblicato il 04 Ottobre 2011 da lontano.lontano
 
Foto di lontano.lontano

Cos’è il miracolo?

Ho fatte delle ricerche e, più o meno, i vocabolari lo definiscono così:

dal lat. miracŭlum «cosa meravigliosa», der. di mirari «ammirare, meravigliarsi»]. – 1. a. In genere, qualsiasi fatto che susciti meraviglia, sorpresa, stupore, in quanto superi i limiti delle normali prevedibilità dell’accadere o vada oltre le possibilità dell’azione umana.

In partic., per la teologia cattolica, fatto sensibile straordinario, fuori e al di sopra del consueto ordine della natura, operato da Dio direttamente o per l’intermediazione di una creatura.
Leggendo attentamente la definizione di cui sopra, si può notare che manca un aspetto basilare, il fondamento stesso della parola, aspetto senza il quale il termine “miracolo” perde ogni sua consistenza logica.

Manca la positività dell’azione, il buon fine dell’evento, la realizzazione auspicata e diretta solo verso una risoluzione di bontà.

Per essere definito miracolo, a mio parere, un episodio deve stravolgersi, ribaltarsi, estremizzarsi, non mi pare che tale condizione sia prevista nella definizione ufficiale; destare meraviglia e non superare la prevedibilità dell’accadere, dice di un qualcosa di straordinario si, ma, questa è un’accezione più generalizzata.

Il miracolo è la lotta vinta dal bene contro il male, innanzitutto, è cosa inspiegabile, straordinaria, razionalmente impossibile ed è proprio nella difficoltà della riuscita che si configura la sua essenza.

Un terremoto è, certamente un fatto che supera il limite della normale prevedibilità dell’accadere e, senz’altro, va al di là della possibilità dell’azione umana ma, non è un miracolo, lo diventa, invece, se, in quel terremoto, sotto le macerie, ci sono persone rimaste illese.

Detto questo, diventa affascinante avventurarsi tra le pieghe delle definizioni teologiche, in particolare quella cattolica, che è riportata sopra.

Premetto che io sono credente ma, a modo mio, un po’ come per tutto, del resto, ma sono altrettanto convinto che questa, sia la maniera più giusta per affrontare temi dei quali si sa poco in presa diretta.

Tutto è valido, senza riscontri oggettivi, ogni tesi personale, ogni pensiero, ogni sensazione, deve esser degna di rispetto, quel rispetto che ogni mente deve avere quando si sforza di fare ciò a cui è preposta.

Detto ciò, che significa: Al di sopra del consueto ordine della natura, operato da Dio direttamente o per l’intermediazione di una creatura?

Questa è un’affermazione oscura, chi sa, infatti, quale sia l’ordine consueto della natura?

E’ naturale ammalarsi e poi morire ma è altrettanto naturale guarire e, talvolta, sfuggire anche alla morte non definitiva.

La chiamo non definitiva perché non è quella finale, contro quella, infatti, non c’è nulla da fare, quella non definitiva è quella dalla quale si può tornare indietro.

E’ cosa poco credibile?     Sto raccontando balle?

E perché allora degli ammalati terminali, quelli ai quali vengono accordati pochi mesi di vita, inspiegabilmente, vedono una regressione della loro malattia, arrivando persino ad una totale guarigione?

E abbiamo mai pensato a quante volte, il nostro stesso fisico, sia colpito da un qualcosa che sentiamo, che percepiamo sia dannoso per noi ma, trascuriamo o sottovalutiamo?

Quella stanchezza fastidiosa, quel malessere al quale diamo cento nomi e nessun nome, quello stato di malattia latente che, quasi impercettibilmente, col tempo si affievolisce per poi passare del tutto.

No, non ci facciamo caso, ad un sacco di cose noi non facciamo caso, ma avrebbe potuto esser cosa gravissima, invece, il nostro corpo ha risposto agli attacchi e si è rigenerato, e cos’è questo se non un ordine consueto della natura?

Detto che il nostro fisico ha le capacità di autoguarirsi in maniera naturale, (con questo non voglio dire di non far ricorso alla medicina), cosa avviene quando a tale meccanismo si affianca una “collaborazione” esterna?

Semplice, si tratta di un miracolo ma, questo miracolo, alla fine delle fini, chi lo compie?

Un santo, una santa, la Madonna, Dio in persona, chi ci aiuta nel momento dell’estremo bisogno?
La fede ci porterebbe a dire Loro, uno di Loro che ci viene in sogno, uno di Loro che ci tocca senza toccarci, uno di Loro che tramite un’immaginetta appoggiata sulla parte dolente, ci guarisce all’istante.

Credetemi, non sto ironizzando su nulla, non sono né blasfemo né e mia intenzione esserlo mai, ma mi pongo questa semplice riflessione.

Se Iddio è il Padre di tutti e se la sua bontà è infinita, perché solo ad alcuni, riserva questo trattamento di favore?

Perché le preghiere vengono a volte ascoltate, prese in considerazione, e altre volte, disattese e lasciate cadere nel vuoto?

Mi piacerebbe avere delle risposte chiare ma, il problema è chi me le possa mai dare, chi è così addentro nei meccanismi esistenti colà dove si puote, ciò che si vuole?

E più non dimandare - continua la frase - ed invece io me lo “dimando”, eccome, e provo anche a dare una mia interpretazione.

I santi, Dio o chi per Lui, non ci guariscono in prima battuta, non fanno figli e figliastri, non lo devono fare, ciò che fanno è fornire ad ognuno di noi la forza per reagire, per lottare e, come dicevo prima, mettere in atto quel sistema di autoguarigione.

E’ la nostra mente, quel mondo inesplorato, affascinante e misterioso che ci fa ammalare e ci fa guarire, quel mondo nel quale convivono santi, demoni, forze, debolezze e miracoli.

Sono dell’idea, che un ammalato non ce la farà mai se non crede fermamente nella possibilità di guarire, se il suo corpo non l'ha fatto spontaneamente, significa che ora occorre la forza della sua mente.

Nella sua lotta avrà vicino “qualcuno” non so chi, ma lo avrà, starà a lui recepirne la presenza, ma non si deve abbandonare agli eventi nell’attesa di un miracolo, sarà lui che dovrà compierlo.

Rimane un ultimo periodo della definizione del vocabolario ed è quello che più mi sta a cuore, e recita “ operato da Dio direttamente o per l’intermediazione di una creatura”.

Chi è la creatura mandata da Dio a compiere il miracolo?

Siano tutti noi, ognuno di noi ha la possibilità di aiutare chi ne ha bisogno a compiere il proprio miracolo, ognuno di noi può essere il mezzo per raggiungere uno scopo.

Vi posso garantire che non è un’impresa impossibile, non c’è nulla di straordinario nel compiere un’azione apparentemente straordinaria, basta la presenza, bastano a volte, un po’ di ascolto e delle semplici parole, basta regalare un po’ della propria energia mentale, basta un po’ di umanità.

 
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