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Complotti e complottismi.

Post n°297 pubblicato il 08 Novembre 2016 da lontano.lontano
 
Foto di lontano.lontano

E' mia convinzione che, per comprendere qualcosa, si debba partire dalla conoscenza del significato delle parole.
Per vedere cosa c'è dietro un'idea, un'etichetta, un marchio divenuto infamante bisogna, per forza, capire cosa ci sia “davanti”.
Pertanto, cosa significa “complotto”?
È un s. m. [dal fr. complot, di etimo incerto]. – Cospirazione, congiura, intrigo ai danni delle autorità costituite.
E “complottista”? - Chi ha o rivela tendenze al complottismo.
E per finire: Complottismo - Tendenza a vedere complotti dappertutto, anche senza fondamento, che spesso si manifesta come fissazione e mania.
Notate qualcosa di anomalo o di particolare in queste definizioni?
No? Proviamo a guardare meglio, allora.
La definizione di complotto è letterale, didascalica, diciamo... asettica.
Le altre due definizioni, invece, ci danno l'idea, la prima, di una persona affetta da una malattia psichiatrica, la seconda ci indica precisamente quale essa sia.
Perché succede questo?
Per meglio appiccicare etichette, quell'attribuzione di pazzia che si elargisce a tutti coloro i quali si permettono di porsi delle domande e nutrire dei dubbi più che giustificabili.
Come ho già avuto occasione di dire, un tempo, gli oppositori, gli “eretici”, venivano torturati e messi al rogo, adesso, che la tecnica si è evoluta, si cancellano le idee, sostanzialmente con la derisione o col marchio della pazzia.
Siamo tutti pazzi, gente da prendere a pernacchie, o se, detto con un “francesismo” “per il culo” ci permettiamo di vedere che qualcosa non quadra nel racconto di chi, ci obbliga a credere che per forza debba quadrare.
E mi aspetto già che, qualche mente poco libera, leggendo queste mie frasi, stia già “bollandomi”, dando ragione a chi sta già ridendo per questa mia “bollatura”.
Certo, son bravi in questo giochetto, non è venuto per caso, ci hanno studiato, hanno impiegati capitali per studiarlo, a chi vuole ottenere ciò non mancano le possibilità economiche da mettere in campo, non sono dei dilettanti come noi, stanno attenti a tutto, confidando che noi, mai, si stia attenti a qualcosa.
Beh, visto che allora io, ho un pensiero maniacale e il cervello pieno di dubbi, posso anche sottoporvi un esempio di questa mia mania.
Prendete un giornale ed un paio di forbici.
Adesso, da una pagina, a caso, del giornale, provate a ritagliare una foto o un articolo.
Nessun problema vero?
Avete tagliato perfettamente un riquadro di carta.
Dobbiamo pertanto, asserire che le forbici tagliano la carta, e questo diventa un assioma assoluto.
E se adesso io, vi dicessi che non è affatto scontato che le forbici taglino la carta, mi prendereste per pazzo, avete il pezzo di ritaglio di giornale in mano.......
Voi, almeno, avete avuta un'esperienza diretta, avete constatato personalmente che ciò è accaduto, ma pensate a quante volte avete date per scontate cose che mai avete viste.
Ma torniamo al nostro giornale, provate a ripiegarlo così come ve lo ha dato il giornalaio, quando lo avete acquistato.
Fatto?      Bene, adesso tenendolo in mano dalla parte dove si metterebbero le graffette, la parte su cui è ripiegato, provate a tagliarlo da li.
Riuscireste a ritagliarne un pezzo grande e con la stessa precisione di quello che avete prima tagliato?
No?       Le forbici riescono a malapena ad intaccare uno strato superficiale?
Ma come? Non eravate certi che le forbici tagliassero la carta, e adesso non la tagliano più?
Non darete mica ragione a quel pazzo che pensava che non fosse affatto scontato riuscirci ma, soprattutto, non vorrete mica rivedere il vostro modo di pensare basato su cose scontate ed ampiamente dimostrate da teorie parziali o di comodo?
Secondo voi, sono in preda ad una sindrome maniacale o, soltanto, mi son messo a pensare che le cose potrebbero andare anche in un altro modo?
Sono da ricovero, se non voglio credere a cose imposte, ma voglio ragionarci sopra, chi sono mai, se non voglio assoggettarmi alla versione in cui credono le masse ma preferisco cercare una versione diversa, magari quella che avvertiamo esser più credibile ma nella quale ci obbligano a non credere?

 
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