Creato da: lontano.lontano il 22/01/2008
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Alba o tramonto?

Post n°246 pubblicato il 12 Aprile 2015 da lontano.lontano
 
Foto di lontano.lontano

La foto che ho inserita, è l'immagine di un'alba o di un tramonto?
Penso sia impossibile dirlo perché non ci sono riferimenti geografici e non sappiamo riconoscere il luogo dove essa sia stata scattata.
Non è come nel mio luogo natio, ad esempio, in cui è normale vedere il sole nascere dal mare e scendere dietro la cima del monte la sera e, poco m'importa se l'arco che forma vada da est ad ovest, o di quanto si sposti l'ago della bussola nei vari periodi dell'anno, è così e basta.
Vedendo una foto non mi potrei sbagliare, al contrario di questa, che mi mostra colori identici, ed il sole, li appeso, non mi aiuta a capire se stia cadendo o se si sia da poco rialzato.
Quindi, senza riferimenti, un'alba può essere un tramonto e viceversa, un inizio e una fine sono la stessa cosa e, ciò che inizia, non è detto che non sia qualcosa che effettivamente stia finendo.
Nel comune pensare, l'alba rappresenta il principio, ed è una similitudine logica perché assegna alla luce del giorno il ruolo di portatrice di novità e speranze ma, è davvero così?
Il giorno è realmente migliore della notte, ed è giusto che nell'immaginario sia vissuto in tal modo?
La notte è il buio, è la vita sospesa, quella delegata al sogno e sottratta alla razionale realtà e, per certi versi, è così ma, non sempre, fortunatamente, è così.
Proviamo a pensare ad una notte non dormita ma ad occhi aperti sognata, proviamo a pensare a quelle ore nere che brillano di stelle e di colori delicati e soffusi, proviamo a pensare ai momenti che la luce che nasce, farà morire.
Proviamo a pensare alla voglia di fermare la terra incatenandola alla luna affinché non si muova da li, proviamo a pensare al desiderio folle, ma non del tutto, di stravolgere le leggi del tempo e dominarlo, proviamo a pensare alla tristezza di non riuscire a realizzare tutto questo.
E l'alba inesorabile arriva, timida li per li, poi, sempre più sfrontatamente, filtra da ogni fessura e s'impadronisce di un mondo che per noi è ormai perduto.
E questo è la fine di qualcosa e l'inizio di qualcos'altro, come prevede la vita e, come sempre nella vita accade, ma rovesciato e stravolto.
Il giorno, che dissolve quell'alba che ha dissolto la notte, non ci porta novità ma solo una risaputa, malinconica certezza: I sogni muoiono all'alba, esattamente come una parte di noi che, a fatica dobbiamo ricomporre e rianimare.
I colori tenui rosa e arancione, celeste e giallo si confondono e ci confondono, sono il principio o sono la fine, sono la gioia o sono il dolore, sono ciò che è o ciò che è stato?
Sono gli stessi colori a dodici ore di distanza, dodici ore che per noi, saranno sempre o troppo lunghe o troppo corte, perché il tempo è sempre soggettivo e mai universale.
Avremo notti interminabili e notti già finite, giorni fatti con la clessidra piena di sabbia di un intero deserto e di altri piena di solo vento, non dipende da noi, o forse si, mi manca il tempo per scoprirlo, o forse, ne ho troppo, per non capirci nulla.

 
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