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Un sentimento nobile.

Post n°172 pubblicato il 11 Giugno 2009 da lontano.lontano
 
Foto di lontano.lontano

Nei profili che i responsabili della comunità di Libero hanno approntati per dar l’opportunità a noi utenti di farci conoscere, compare la domanda relativa a ciò che ognuno di noi ama oppure odia.             Non è raro notare, relativamente all’odio, risposte quali: “Non conosco questo sentimento, non so cosa sia, non odio nessuno”, e così via.               Senza voler giudicare, né dubitare della buona fede di tutti coloro che scrivono queste cose, mi chiedo come possa loro succedere.                      Trovo poco probabile, anche se me lo auguro per loro, che mai abbiano trovate situazioni tali da non dover odiare qualcuno, in alternativa posso pensare che ritengano l’odio un sentimento tanto spregevole dal quale dissociarsi, per non rendere impresentabili le proprie caratteristiche.
Io rivendico la nobiltà e l’esistenza di questo sentimento che, come tutti gli altri, è proprio della natura umana e della sua realtà.
Non mi vergogno di odiare, anzi, lo scrivo a lettere maiuscole, lo affermo a voce e testa alta, con la fierezza di chi si sente nel giusto e non scade nell’ipocrisia del buonismo.
Ma come riescono a non odiare magari proprio coloro che parlano di crimini o fatti odiosi?                Impossibile come logica, conseguenza automatica di una condizione di un pensiero appena elaborato.
Definisco l’odio il sentimento del giusto, di colui che è stato colpito, massacrato nel corpo, nella psiche, nell’anima, negli affetti e non ha vista riconosciuta la sua ragione dalla giustizia degli uomini.
Come non odiare il rapitore di un bambino, o chi sottopone un suo simile o un animale a sevizie e ad atroci sofferenze, oppure chi con ogni tipo di prepotenza vuol decidere del destino di un altro?.
Odio, eccome se odio, e ci mancherebbe che non lo facessi, non sarei più io con la mia mai appagata voglia di giustizia e legalità.
Posso comprendere coloro che hanno scritto di esser diversi dal mio pensare, solo nei rari casi di situazioni che fanno riferimento alla sfera affettiva e ai rapporti personali.
Mi spiego meglio, se finisce una relazione con la persona amata non mi sento di odiarla se ha deciso di non stare più con me, se un genitore e un figlio hanno idee opposte, tanto da provocare un’esistenza conflittuale, non si può definire odio ciò che provano l’uno per l’altro.                            Detto che l’odio esiste e che sento vivo questo sentimento devo però aggiungere che purtroppo esiste, potrebbe e non dovrebbe esserci se ci fosse una giustizia giusta con il riconoscimento e la pari dignità dei rispettivi ruoli.
Il carnefice, l’aguzzino, non deve assurgere al ruolo di vittima, troppo comodo, farlo magicamente diventare tale da avvocati che sostengono tesi a discolpa oltraggiose e lesive della dignità dell’innocente.
I colpevoli devono pagare e pagare in maniera dura e senza sconti, questo è l’unico modo che non causerebbe l’odio nei loro confronti.
Coloro i quali hanno perso una vita, o la loro vita, o tutto, per causa di altri, non la riavranno indietro, non avranno più nulla indietro ma almeno riusciranno a placare l’odio che ha sempre origine da un’ingiustizia e forse un giorno, sui profili potremmo leggere che veramente non conosciamo questo sentimento.

Il commento di surya_17.

Tu sai che nel mio profilo ho risposto alla domanda su quali sono le cose che odio: "NON CONOSCO QUESTO SENTIMENTO".
E' semplicemente la verità o meglio, ciò che veramente sento.
Un poco mi conosci e sai che nella mia ormai lunga vita ne ho passate di ogni colore e del male ne ho ricevuto, ma non riesco a portar rancore e di conseguenza come posso odiare?
Che sia forse dovuto al fatto che ancora non ho ricevuto gravi ingiustizie? O che non mi hanno messo al rogo?
Non credo.                   Chi mi ha fatto del male pagherà nel corso della sua vita,ammesso che abbia un' anima...e se non ce l'ha peggio per lui.                            E ti chiedo: A che serve odiare?

 

 A che serve odiare?     Certamente molto di più di quanto possa servire il non odiare.            E gli altri sentimenti a cosa servono?    La rabbia, la passione, la gelosia a cosa servono?
Odiare è sentirsi vivo, è la voglia di indignarsi ancora, è il non subire passivamente situazioni che ci vogliono far passare per normali.
Serve a noi, non a vendicarsi, non serve a nulla di pratico ma serve alla nostra anima e alla nostra dignità di uomini.
Hai mai viste le immagini dell’abbattimento dei cuccioli di foca per spogliarli della pelliccia con la quale la natura li ha coperti?
Tu stessa avevi un video sul tuo profilo che mostrava la crudeltà dell’uomo verso animali indifesi, io ho provato odio, un odio profondo verso coloro che queste atrocità hanno commesse, tu no?
Non penso che tu voglia che continui con altri esempi perché conosco la tua sensibilità ma potrei scriverne per giorni e riempire dischetti del computer a decine.
Il mio odio non può fermare tutto questo, te ne do atto, ma il non odiare riuscirà nell’impresa?                     Ho scritto che non odierei se avessi giustizia, se fossi un assassino di professione la eserciterei in maniera chirurgica, senza odiare il mio bersaglio, ma questa realtà non mi appartiene.                 
Se avessi la possibilità andrei io stesso sulla banchisa ad ammazzare a bastonate chi a bastonate ha ammazzate piccole vite indifese, ma non ho questa possibilità, non posso far nulla ma non posso far finta di nulla.
Odiare serve a me perché non odio a casaccio, serve a me perché penso di saperlo dosare e distribuire a ragion veduta, forse a te come a tanti non servirà perché non tutti siamo uguali e forse io non sono il migliore tra tutti, ma certamente, il meno uguale a tutti.


Il commento di  ninive60


Dopo aver vissuto in un limbo neutro e senza consistenza emotiva per svariati anni, alla continua ricerca di approvazioni esterne che mi facessero capire le dimensioni del mio valore, sono arrivata a una conclusione.
Prima cosa, io valgo molto e valgo per me che sono il mio miglior giudice, e seconda cosa più importante, vivere senza emozioni è una violenza contro noi stessi.                      E la cosa che più mi par strana è che non me ne frega più nulla se mi giudicano fuori di testa, anzi da certe persone lo prendo per un complimento.
Io odio, e amo, e provo passioni, e mi sento come reduce da un forte raffreddore che per lungo tempo mi ha ostruito le vie aeree.
Risento i profumi, odo i suoni, e mi ha abbandonato quel malessere generale che mi bloccava.                   
 
Sul mio profilo ho scritto che odio l'autocommiserazione, è vero, ma quando l'ho scritto è a me che mi riferivo.
Basta nascondersi dietro gli "u povera me tapina" Ho voglia di riscatto, ho voglia di vita, e per me anche solo il volerlo è già vita
.

 

 

C’è solo un piccolo riferimento all’odio, ma per il resto condivido tutto.

 

 

 

 
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