ASCA) - Roma, 17 ago - Musica techno o house a tutto volume, caldo intenso, fiumi di alcol e droghe: si sono conclusi con la morte di due giovani due diversi rave parties in Molise e nelle Puglie.
In questa società capovolta, in questo mondo malato di noia e follia anche i modi di dire che ci hanno accompagnati per secoli perdono il loro significato.
Si diceva di persone longeve che se ne andavano: “E’ morto di vecchiaia”, intendendo che era venuta la loro ora, perché più di tanto la natura non può concedere alla vita ed una scusa per andarsene bisognava trovarla.
Una malattia per un centenario è l’effetto e non la causa, muore perché “deve” morire e la ragione è del tutto irrilevante, da quest’angolazione anche la più dolorosa dipartita viene in qualche modo accettata perché la razionalità prevale sulla disperazione.
La morte nell’immaginario cambia le sembianze, abbandona il tetro mantello, la lunga falce affilata e prende le sembianze di un dolce angelo caritatevole.
Ci si abitua alla morte di vecchiaia, si comprende, si capisce, si tollera, cosa che non poteva avvenire con quella di un giovane.
Oggi però già cominciamo ad abituarci al suo opposto, al nuovo, alla morte per gioventù.
Si è così, ormai è diventato logico, consequenziale ad uno stile di vita, morire per questa causa, non stupisce più nessuno quando accade, non ha neppure più l’aspetto di una tragedia, visto che la tragedia è ampiamente annunciata.
I giovani muoiono come muoiono i vecchi anche se i primi non hanno la stessa scusa valida dei secondi.
Anzi i vecchi normalmente sono attaccati alla vita, vorrebbero prolungarla ancora, non vogliono neppure prendere in considerazione l’ipotesi che al destino non si possa sfuggire e mettono in atto ogni tipo di contromisura.
Nelle sale d’attesa dei medici pochi giovani o medio giovani ma pieno di anziani, tutti li a far la fila per ricevere una speranza più che una pillola.
I giovani al contrario cercano ogni modo per avvicinarsi al loro ultimo giorno, inconsciamente forse, con la falsa, spavalda convinzione che hanno della loro ipotetica immortalità.
Si muore per gioventù che tradotto significa noia, menefreghismo, indolenza mentale, moda, mettendo in atto comportamenti demenziali che troppo spesso vengono catalogati come disagi. Qual è il disagio giovanile?
La mancanza o la non presenza di una famiglia, la mancanza di regole che non accettano, quella di un lavoro che neppure provano a cercare?
E ammettendo che siano queste alcune delle cause e mettiamocene altre ancora a scelta, tutte quelle che volete, è logico, è giusto, è naturale adottare come antidoto i loro comportamenti?
Sono in voga questi mega raduni, migliaia di anime perse a parteciparvi, a farsi annichilire la mente da suoni irragionevoli ed insopportabili, a farsi portar via la vita da alcool e droghe.
Tutto in nome del disagio? Tutto per manifestare il proprio dissenso?
Ma dissenso da cosa? A loro và benissimo così, quale dissenso, i genitori provvedono al loro sostentamento, ai loro vizi, ai loro finti studi, coccolati quali nuovi Messia da coppie che sentendosi in colpa per qualcosa li ricompensano nel modo sbagliato.
Si muore per gioventù e va bene così, perché è palese che a tutti vada bene così, è chiaro a tutti che, come nel gioco degli scacchi, alcune pedine vadano sacrificate, qualcuno guadagna e tanto e deve continuare a farlo, poco importa se qualche cliente verrà perso per strada, ce ne saranno sempre dei nuovi.
E’ il discorso di sempre, fatto e rifatto ma vero e inattaccabile, la speculazione, il profitto, il denaro facile tutto neppure troppo celato dietro queste mode, tra le pieghe di situazioni procurate ad arte per ricavarne sempre il massimo.
Morti per gioventù, uccisi/suicidi proprio perché non sanno essere alternativi al “Lo fanno tutti” proprio perché resi schiavi da chi vende loro l’illusione di averli liberati.
Ci dovremo abituare, ci siamo già abituati, non ci si scandalizza più, non ci si indigna più è questo l’amaro destino dei cervelli all’ammasso, tutto ci passa sopra, tutto sembra solo una realtà virtuale, si resetta tutto e si ricomincia come nei giochini del computer.
Se ne andranno altri giovani ed altri ancora, peccato che sian proprio loro a scegliersi il modo più imbecille per farlo.
Inviato da: Faitù
il 09/03/2024 alle 17:43
Inviato da: Faitù
il 09/03/2024 alle 13:22
Inviato da: lontano.lontano
il 23/01/2024 alle 11:36
Inviato da: cassetta2
il 23/01/2024 alle 09:24
Inviato da: Faitù
il 13/01/2024 alle 14:41