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« Ricatto morale.A cosa serve la luna? »

Un'immagine dentro me.

Post n°277 pubblicato il 18 Febbraio 2016 da lontano.lontano
 
Foto di lontano.lontano

C'è un'immagne dentro me, e dico "dentro" non a caso, che non so fissare nel tempo e nella memoria.
Mi verrebbe da pensare che se non la ricordo, in effetti, non l'ho vista ma, se non l'ho vista, come faccio ad averla fissata nel mio profondo?.
Non lo so, son solo certo della mia incertezza ma, è proprio l'inspiegabile che mi affascina, quello che esiste senza dimostrare la sua esistenza che mi fa pensare maggiormente alla verità.
E' un'immagine che dagli occhi si è trasferita, non solo al cuore, come poeticamente si converrebbe ma, al mio stomaco, al mio fegato, alle mie budella che si contorcono e alla mia bile che si riversa, come molto prosasticamente avviene quando la rabbia ed il disappunto ci fanno prede.
Sono due figure femminili che, una a braccetto dell'altra camminano per la strada della mia cittadina.
Non garantisco sull'età delle stesse, diciamo che mi piace immaginarle separate da trent'anni di vita, settantanni la madre e una quarantina la figlia, perchè di quello son certo, sono madre e figlia.
Un'immagine
vista con i soli occhi si ferma a questo, ma un'immagine vista tramite l'ipersensibilità che mi possiede mio malgrado, viene sezionata, analizzata, fin nei minimi dettagli psicologici e comportamentali.
Vedo in questa passeggiata, la soddisfazione della madre, la non celata, perfida gioia, il vanto di chi commette un sopruso con inspiegabile orgoglio, il portamento altero della stessa e gli occhi di lei dritti a guardare il mondo come per sfidarlo.
E per contrasto, una figurina esile con gli occhi tristi che un altro mondo vedono e vivono, due labbra perse in un sorriso amaro che solo, le sfiorerà, con quell'aria mesta di chi si violenta nel credere che una tale situazione sia quella ottimale, per se, per la famiglia, per la propria anima, per tutti.
Le immagino dirette al mercato settimanale per cercare tra i banchi un abbondante vestito per la genitrice e un malinconico capo intimo per una donna che manco si è accorta di essere diventata donna.
Un capo di trent'anni prima che occhi d'uomo mai vedranno, ma che è adatto, che va bene, nel pensiero materno, per una giovane vecchia, vedova di un uomo che neppure mai ha conosciuto.
Quei due opposti stati d'animo, mi creano un fastidio rabbioso, prenderei volentieri a calci nel culo una madre che
sacrifica la vita della propria figlia con la palese soddisfazione di farlo, perchè sono certo, che sia stata lei ad impedirle ogni possibilità di vita propria.
Che si fosse chiamata un tempo "zitella" o più elegantemente "signorina" o, in quel vergognoso modo di parlare odierno, adatto solo per non comprederci ... "single", poco cambia, rimane il fatto che raramente, di libera scelta si tratti.
Mi rimane difficile pensare che sia bello esser la vestale di una divinità, non mi convince l'idea di un sacrificio spontaneo, non riesco ad allontanare da me il convincimento che dietro ad una scelta così devastante non ci sia un altrettanto devastante ricatto morale.
Una madre, quando mette al mondo una creatura, regala una vita, e non sottoscrive una polizza sulla vecchiaia, dona un'esistenza e non, si dona un'esistenza, è in qualche modo a servizio della nuova vita, non si può concedere il lusso di pensare ad un'altrui vita dedita al proprio servizio.
Non sopporto questa immagine che raffigura l'egoismo, proprio perchè è associata al ruolo di madre, che tutto potrebbe essere tranne egoismo; è proprio questo paradosso che mi da fastidio, è la logica capovolta, è la natura stravolta è un qualcosa che mai avrei creduto potesse essere ma che è, tristemente è.

 

 

 
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