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L'uomo del "Lenzuolo".

Post n°249 pubblicato il 15 Maggio 2015 da lontano.lontano
 
Foto di lontano.lontano

Non è la prima volta che Ti scrivo, uomo dal viso enigmatico ma noto a tutti, uomo dal viso mai identificato ma effigiato dovunque.
La prima lettera che Ti inviai, era scritta da me bambino a Te bambino, una letterina come tante, di un bimbo come tanti, in cui si promette qualcosa per avere in cambio qualcos'altro.
Una sorta di contratto atipico che scambia un bene immateriale con uno materiale, una promessa di virtù con un tangibile regalo.
Un bambino che chiede qualcosa, ma che qualcosa ha, ad un nascituro che nulla ha ma che tutto potrebbe avere; una contraddizione per il pensare di un adulto ma normale normalità secondo la visione di un bimbo.
Essì, perché anche se appena nato eri già grande, o destinato ad esserlo, li al freddo e al gelo, confortato solo dal riparo di una grotta o di una mangiatoia.
Ed è forse questa visione, che ho sempre amato rappresentare facendo il presepio, che ha generato in me la fortissima attrazione per i rifugi; quei piccoli spazi protettivi che mi affascinano con emozioni inestricabili ed ignote.  ( vedi: Quel rifugio.)
Ora, ti scrivo senza prometterti nulla e senza chiederti nulla, perché fu facile, un tempo, assumermi un impegno morale in cambio di un'automobilina a pedali, sarebbe molto più difficile oggi, offrirti qualcosa in cambio di un nostro colloquio.
Tu ciò che dovevi dire lo hai detto ma, sono convinto che non mi sia stato riportato fedelmente, son certo che troppi abbiamo parlato in Tua vece, che Ti abbiano troppo interpretato e, giunti a questo punto, continuare ad ascoltarli è un esercizio che, ritengo, non essermi di alcuna utilità.
Non mi basta oggi, come non mi bastava, da bimbo, l'automobilina dell'anno precedente e come non mi bastò il pallone di cuoio, l'anno successivo.
Pertanto non Ti chiederò nulla, perché ho imparato che è inutile chiedere a chi non vuole, o non è nelle condizioni di dare.
Vorrei solo farti sapere cosa penso di Te e, chi, e cosa sei per me.
Ti ammiro e provo profondo affetto per Te perché ritengo Tu sia un eroe, non un super eroe figlio della fantasia fumettistica, ma un eroe vero come solo gli uomini veri possono essere eroi.
Non dubito che Tu abbia goduto di qualche caratteristica umana “migliorata” perché fosti il frutto di una “speciale” manipolazione genetica ma, parlare di divinità mi pare fuorviante.
Tu, figlio di una donna che non ebbe alcun rapporto fisico con l'uomo che, a tutti gli effetti, altro non fu che il tuo padre adottivo, e ciò che è stato ritenuto un mistero, oggi sarebbe rubricabile sotto la voce “fecondazione assistita”.
A proposito, ma quale fu il destino di quell'umile lavoratore, di quell'uomo semplice e normale che divenne padre senza neppure rendersene conto, ricordato per un giorno, come il bue e l'asinello e poi sempre a margine o fuori della storia?
Mi piace la tua figura perché è quella dell'uomo che ha sofferta la cattiveria che, solo gli uomini, riescono a procurare, perché da uomo, sei crollato dopo esser stato perseguitato, torturato, massacrato e solo il campo di sterminio Ti fu evitato ma, solo perché al tempo, non era ancora stato inventato.
Sei finito sulla croce a causa delle tue idee che andavano oltre il tempo, oltre il potere e le sue corruttele, per esserti pacificamente ribellato ad un mondo inventato sbagliato da uomini sbagliati e per dare loro la speranza che un mondo diverso e più umano avrebbe potuto esistere.
Tu semplice uomo e non rei dei re, tu non solo Cristo ma un povero cristo come tutti noi, Tu, che senza più respiro sei stato messo da mani pietose in un Lenzuolo che, per sempre, testimonierà non di un mistero di fede ma di una cosa palese a tutti: la perfidia e l'inumanità umana!
Chi mi conoscesse superficialmente, penserebbe che io stia bestemmiando ma Tu sai che non infango il Tuo nome se per me Tu sei un eroe sfortunato come eroi sfortunati furono quei bambini che in fila per due, con gli occhi posseduti dal terrore si avviarono verso le camere a gas.
Tu fosti loro e loro furono te, vite sbranate dalla malvagità.
Non bestemmio se paragono la Tua morte innocente a quella di altri milioni di innocenti, se penso che Tu abbia subiti i soprusi che altri uomini hanno subiti ed altri ancora continueranno a subire.
In chiusura di questa mia, una riflessione.
Ti confesso che mi lascia perplesso e mi rattrista il fatto che i creatori Ti abbiano abbandonato nel momento dell'estremo bisogno, come mi sconcerta che non agiscano o non possano agire per dare inizio al lavoro che Tu avevi in mente di intraprendere.
Cambiare questo mondo finto in un mondo vero ed organizzarlo in maniera libera e umanamente accessibile ma, temo che, neppure la potenza ultraterrestre o extraterrestre possa qualcosa contro il potere che le oligarchie finanziarie hanno instaurato ed al quale dovremo e, se Tu ancora ci fossi dovresti, sottostare ora e, forse, nei secoli dei secoli.

 
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