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Messaggi del 25/04/2017

 

La leggenda del Piave

Post n°326 pubblicato il 25 Aprile 2017 da lontano.lontano
 

II Piave mormorava
calmo e placido al passaggio
dei primi fanti, il ventiquattro maggio:
l’esercito marciava
per raggiunger la frontiera,
per far contro il nemico una barriera…
Muti passaron quella notte i fanti:
tacere bisognava,
e andare avanti…
S’udiva, intanto, dalle amate sponde,
sommesso e lieve, il tripudiar dell’onde.
Era un presagio dolce e lusinghiero.
Il Piave mormorò:
“Non passa lo straniero!”

Ma in una notte trista si parlò di tradimento,
e il Piave udiva l’ira a lo sgomento.
Ah, quanta gente ha vista
venir giù, lasciare il tetto
per l’onta consumata a Caporetto…
Profughi ovunque, dai lontani monti
venivano a gremir tutti i suoi ponti…
S’udiva, allor, dalle violate sponde
sommesso e triste il mormorio dell’onde:
come un singhiozzo, in quell’autunno nero
il Piave mormorò:
“Ritorna lo straniero!”

E ritornò il nemico
per l’orgoglio e per la fame,
volea sfogare tutte le sue brame…
Vedeva il piano aprico,
di lassù, voleva ancora
sfamarsi e tripudiare come allora.
“No! - disse il Piave – No! - dissero i fanti…-
Mai più il nemico faccia un passo avanti…”
Si vide il Piave rigonfiar le sponde,
e come i fanti combattevan le onde…
Rosso del sangue del nemico altero,
il Piave comandò:
“Indietro, va’, straniero!”

Indietreggiò il nemico
fino a Trieste, fino a Trento…
E la Vittoria sciolse le ali al vento!
Fu sacro il patto antico:
tra le schiere furon visti
risorgere Oberdan, Sauro a Battisti…
Infranse, alfin, l’italico valore
le forche e l’armi dell’Impiccatore.
Sicure l’Alpi… Libere le sponde…
E tacque il Piave: si placaron le onde
sul patrio suolo, vinti i torvi Imperi,
la Pace non trovò
nè oppressi, nè stranieri!

 
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