Sono convinto che nulla succeda per caso; son certo che ogni evento che si verifichi risponda ad una qualche regola che, in qualche modo, lo possa giustificare.
Questa mia affermazione dovrebbe fare anche un po' di chiarezza sul concetto di “destino” che è il modo astratto di concepire il concreto, la facile via d'uscita per trovare una spiegazione all'inspiegabile.
Certo, è affascinante l'idea di un progetto scritto per ognuno di noi, un copione da interpretare inconsciamente, un binario sul quale ci muoviamo obbligatoriamente, credendo invece di esser liberi di sterzare o muoverci a piacimento.
Affascinante l'idea filosofica del libero arbitrio e della libertà che sembra tale se non pensiamo che, anche la nostra libertà e le nostre libere decisioni, sono frutto della scelta del destino.
Ma se il destino è già stato scelto per noi, chi lo ha scelto?
Se è già tutto scritto, chi è che lo ha scritto?
L'immagine stessa di destino è legata ad una non precisata entità che lo determini, a qualcuno o a qualcosa che lo scelga o lo scriva per noi; l'idea di un destino che si autodetermini farebbe cadere ogni ipotesi circa la sua esistenza.
Pertanto, o riusciamo a personificarlo dandogli una valenza concreta o possiamo chiamarlo in causa solo per visioni poetiche o metafisiche.
Quindi, in assenza di chi lo determina e, per estensione, del destino stesso, perché non attribuire al caso la responsabilità degli avvenimenti?
Semplicemente perché le situazioni, casuali non sono.
Un esempio:
Se un pilota di formula 1 è vittima di un incidente durante un gran premio, non è uno scherzo del fato perché quel rischio è insito nel suo mestiere.
E' chiaro che lo stesso incidente non potrei subirlo io che non faccio parte del mondo delle corse automobilistiche.
E' altrettanto chiaro che la gloria per una vittoria, la fama, la disponibilità economica e le donne da sogno che ha a disposizione non saranno destinate a me per il medesimo motivo.
Questo ci fa capire che tutto ciò che ci capita non dipende né da una sorte già scritta, né dal caso, ma solo dal calcolo statistico delle probabilità.
Detta così sembrerebbe che esistano delle probabilità negative e delle probabilità positive, ma è vero solo in apparenza perché, se si vanno ad analizzare le situazioni, i segni si invertono facilmente.
Da un fatto positivo può derivarne uno negativo e viceversa, perché nulla è mai scontato e nulla è immutabile finché ci è data la possibilità di vivere.
Si tratta di un calcolo delle probabilità che raddoppia nel caso di un incontro.
Se due persone si incontrano per la prima volta, si sommano le due possibilità di incrocio; se un essere umano ha concrete possibilità di fare una conoscenza, quella conoscenza diverrà pressoché certa perché un altro essere umano sarà nella medesima condizione.
Così come se si conoscono ad una festa non è per un caso fortuito ma solo perché entrambi vi hanno partecipato.
Che poi sia incontri quella giusta o quella sbagliata, o quella precisa persona non ci è dato saperlo, ciò che sappiamo è che il fato non c'entra nulla.
Nulla succede per caso; un'azione scatena sempre una reazione, qualunque essa sia.
Persino la natura obbedisce a questa regola; la cosa difficile è capire come abbia origine l'azione iniziale ma, siamo certi che esista un'azione iniziale, scartando l'ipotesi che possa essere invece anch'essa il risultato di un'occulta reazione?
Inviato da: Faitù
il 09/03/2024 alle 17:43
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il 09/03/2024 alle 13:22
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il 23/01/2024 alle 11:36
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il 23/01/2024 alle 09:24
Inviato da: Faitù
il 13/01/2024 alle 14:41