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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"

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generale

Post n°1829 pubblicato il 13 Agosto 2011 da ossimora
 

 

 

Qualcuno mi ricorda che  la mia "vis polemica " , è un po' spentuccella nelle ferie agostane , lo tranquillizzo ; è lì ed anche se a volte è latente basta un niente a risvegliarla appieno.

Stamattina ascoltavo la radio ,more solito, quando il giornalista ha iniziato a parlare dell'ultima strage del mar Mediterraneo storia atroce, inascoltata tragedia nella quale  sono morti un numero imprecisato di uomini perché nessuno ha risposto all'SOS .

C'era una nave Nato nei dintorni , per cui hanno intervistato  un militarone col fucilone e le mostrinone ,immagino,di quelli che si portano tanto anche in tivvi quando c'è qualche operazione militare (adesso vanno di più i criminologi).

Questo "signore" ha detto che in realtà le navi militari non hanno nei loro obblighi quello di rispondere agli sos dei civili , e poi bisogna vedere che tipo di nave lanciava l'sos  e se la nave aveva i parametri e bla bla bla in un crescendo di abomini da far venire la pelle d'oca ,mi sembrava impossibile la logica illogica con la quale sproloquiava senza vergogna alcuna  .

Non c'entra il "buonismo" (parola insignificantemente odiosa) né le carità ,né la compassione , si tratta semplicemente ,ancora una volta della idiozia lampante del militarismo nel quale certe menti si annullano e dissolvono , dell'inutilità economica ed umana di certi apparati e della sua personale  mancanza di pudore ,costantemente anacronista in ogni epoca .


Le DESERTEUR di Boris Vian

 
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Commenti al Post:
angiolhgt
angiolhgt il 14/08/11 alle 00:53 via WEB
sono procedurali, protocollari paraocchiuti e non si rendono nemmeno conto dell'enormità dei loro limiti subumani
(Rispondi)
 
jigendaisuke
jigendaisuke il 14/08/11 alle 02:24 via WEB
io sono rimasto ancora a quando qualsiasi nave aveva l'obbligo di prestare soccorso a chiunque, in mezzo al mare! forse quel generale non conosce questa antica regoletta
(Rispondi)
 
giovanedestra_lecco
giovanedestra_lecco il 14/08/11 alle 22:01 via WEB
Proprio nel rispetto dei codici, delle procedure, dei confini e delle gerarchie sta il senso del militarismo. Mi sorprendo che la tua sensibilità non riesca empaticamente a percepirlo
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 14/08/11 alle 23:38 via WEB
Non ti sorprendere ,io sono cresciuta con Aldo Capitini e don Milani ,con l'Obbedienza non è più una virtù e Gino Strada ,percepisco l'abominio di un Mar mediterraneo che invece di essere incontro e conoscenza di popoli è diventato un grande cimitero e la mia empatia va alla povera gente del mondo costretta a vendere la sua vita per la speranza di un futuro migliore improbabile.Senti le parole stesse...codici ,procedure,confini ,gerarchie ...non ti sembrano obsolete ,inutili e persino un pò ridicole?
(Rispondi)
 
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
fajralvolo il 15/08/11 alle 00:41 via WEB
appunto!
(Rispondi)
 
 
 
giovanedestra_lecco
giovanedestra_lecco il 15/08/11 alle 19:12 via WEB
Nell'era dell'iper-velocità e dell'iper-testo sono ormai tutte le parole ad essersi svuotate di senso, non solo quelle riconducibili all'universo valoriale del militarismo. Tornando al dramma del mediterraneo sei così sicura che la contaminazione porti ad un arricchimento di entrambi? O forse nel lungo periodo si determina solo uno sradicamento dalle rispettive culture di appartenenza? e la somma delle due porti a un risultato addirittura negativo?
(Rispondi)
 
 
 
 
Fajr
Fajr il 16/08/11 alle 01:46 via WEB
Scusa, destradilecco, ma la nostra era può esprimersi attraverso l'ipertesto, ipermedia, interattività, multimedialità proprio perché alla loro base, come condizione positiva e vivificante, c'è la contaminazione di generi, saperi, strumenti, esperienze... Solo chi continua a leggere le situazioni in maniera lineare può ancora ritenere un pericolo l'incrocio delle diversità. Perché alla base della linearità c'è la volontà di mantenere all'infinito il filo del passato che regge l'esistente. D'altra parte, chiedo: ma quali sono queste culture d'appartenenza? Non vorrai mica dire che di qui e di là del Mediterraneo tutto è fisso e fermo dalla notte dei tempi?! Nella relazione umana, in cui non vi è volontà dominante, nessuno integra o viene integrato, quasi che vi possa essere un meglio e un peggio, un positivo e un negativo..., ma tutto si incrocia e si trasforma in un nuovo. E se è nuovo e non vecchio, vuol dire che non è mai ancora stato visto e sperimentato. Perciò chi può, oggi, dire cosa e come sarà domani... Una sola cosa è certa: sicuramente non potrà più essere ciò che era ieri! Con buona pace di chi usa l'amuchina ad ogni fermata del tram...
(Rispondi) (Vedi gli altri 3 commenti )
 
 
 
 
giovanedestra_lecco
giovanedestra_lecco il 21/08/11 alle 22:55 via WEB
Permettimi di non condividere quanto hai scritto. La contaminazione di generi, saperi,.... non è un valore assoluto, cosa che tu invece dai per scontato. Da nessuna parte è stato dimostrato che un processo di contaminazione porta a esiti migliori, che non uno per accrescimento lineare con miglioramenti incrementali. Andrebbero fatte delle analisi storiche e statistiche e stai pur certo che non ti darebbero ragione. D'altronde è lì da vedere: ogni processo di civilizzazione avviene per via lineare con un nucleo fondativo d'identità che man mano va ad accrescersi, sia per via endogena ( il processo di acculturazione portato avanti di generazione in generazione) sia per via esogena (i contatti e le influenze con le altre identità). Nota bene i contatti e le influenze, e non le contaminazioni, o le mescolanze che dir si voglia, le quali semmai interrompono quel processo di civilizzazione (vedi ad esempio invasioni barbariche e seguente crollo dell'impero romano). Quello che paventi, ovvero la cosidetta societè plurielle, ovvero la mixitè socielle, è un' utopia della sinistra già sconfessata più volte dalla storia e ormai fuorimoda. Perchè i fatti storici dimostrano che la contaminazione di due identità non da un esito a somma positiva 1 + 1, per intenderci, ma laddove non origini uno scontro di civiltà vero e proprio (11 settembre per capirci), essa determina un esito negativo, dove alle due identità se ne sostituisce una ibrida e irriconoscibile e degenerata (vedi banlieu parigine, o rivolte recenti di Londra)
(Rispondi)
 
 
 
 
ossimora
ossimora il 22/08/11 alle 11:46 via WEB
Francamente tutto questo profluvio di parole mi sa tanto di arrampicamento sugli specchi.Basta farsi un giro in qualsiasi città italiana e guardarsi attorno con occhio attento ed accogliente ,(se possibile )e risulta immediatamente chiaro che è vero che è superato il bla bla bla sulle contaminazioni e il melting pot etc etc ma lo è perchè la società è cambiata per sempre ,ovunque in Europa e non c’entra nulla né l’utopia della sinistra né cattolica ,né di nessun altro ,le grandi mutazioni mondiali non le ferma nessuno ,nemmeno i dittatori ,nemmeno le guerre .Chi ha voglia/bisogno di spostarsi lo fa senza che nessuno possa farci nulla se non rendersi ridicolo (Le Pen ,Calderoli etc etc ne sono un esempio lampante ) La società è già mescolata ,fusa,basta guardare lo sport ,(vedo che tu nel tuo blog ami riportare le vittorie sportive... spero anche quelle di atleti "meticci" come già ce ne sono tanti ed hanno pure vinto o debbono essere di razza tricolarata pura? ) Non è il caso di teorizzare troppo ,basta venire a scuola mia dove il ramadan non è più una cosa strana ma i bambini di ogni dove sanno di che si tratta così come non fa certo scandaloso problema fare un presepe dove ci sono islamici ,indiani o atei.Per quello che riguarda le banlieu sia parigine che londinesi …aggiungerei gli indignatos spagnoli e tutti quei gruppi di persone sempre più povere che protestano contro le politiche oligarchiche falsamente liberiste dell’occidente intero ,poco c’entra la questione identitaria ammesso che esista ancora la possibilità di capire che cosa è ma bisogna andare a cercare alla voce “lotta di classe” ,senza colori né bandiere.
(Rispondi)
 
 
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
fajralvolo il 22/08/11 alle 13:35 via WEB
Hai visto QUI... delirio all'ennesima potenza! L'ho scoperto leggendo l'articolo di Repubblica. L'intervista ad Aljazeera (!) è superlativa...
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fattodiniente
fattodiniente il 29/08/11 alle 11:00 via WEB
Buongiorno Antonia, ripasso dopo... anni?, e trovo sempre qualcosa su cui discutere... sorrido. Sul post non si può non essere d'accordo, ma come al solito si dice una cosa sottendendone delle altre, e i commenti lo dimostrano. Il fatto è che le parole 'abracadabrano', come direbbe il GGG, e se non c'è dubbio che una vita è una vita e la povera ente è povera gente, sul Mediterraneo 'incontro e conoscenza di popoli' ci sarebbe molto da riflettere, perché la formula - bella e suggestiva - presuppone milioni di cose che non sono affatto scontate e sicure: questo è il tipico esempio di parola che non rivela, ma confonde, dall'alto della sua magia. Non sto affatto dicendo che gli arabi vogliano invaderci e sottometterci alla loro cultura (quantunque l'islamismo sia una religione aggressiva, esattamente del pari al cristianesimo, ma sono altri discorsi), ma la faccenda è maledettamente complicata, e la cultura dell'accoglienza a prescindere la complica ancora di più. Che poi le culture umane siano in divenire, è un fatto, per cui difendere ciò che è in nome di ciò che è stato, pensando che così sarà per sempre, è inutile e sciocco; ma anche qui si rischia molto seriamente di far della metafisica della storia (anzi, la si fa, punto e basta). Intere culture umane sono sparite dall'oggi al domani, altri sono comparse e mischiate per puri accidenti del caso, altre si sono salvate e si sono evolute per semplici episodi (pensa Leonida alle Termopili: avesse perso prima, noi tutti ora non saremmo qui). E dunque dichiarare l'ineluttabilità della commistione fra culture è fare della pessima (e a volte disonesta) filosofia. Il che non vuol dire avere il diritto di buttare la gente a mare. Ma è altrettanto vero che la logica rispetto=accoglienza=integrazione/fusione/evoluzione è di parte, ideologica e fondata sul fatto che tutti i termini dell'equazione, essendo buoni e santi, non possono che rendere santa e buona anche l'equazione medesima. Non è così, e questa è esattamente la debolezza filosofica della cultura di sinistra, che spaccia per filosofia (conoscenza certa e reale) quel che è solo ideologia.
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 31/08/11 alle 22:10 via WEB
Ciao anche a te ,che dirti sta volta in linea di massima sono d'accordo con ciò che dici ;non è mia intenzione nè angelicare ,nè ritenere aprioristicamente rosei gli esiti delle migrazioni ,una cosa è certa però ,noi (e per noi intendo l'europa in questo caso) abbiamo il dovere di tutelare la vita di chi fugge ,chiunque egli sia.Poi si vedrà.
(Rispondi)
 
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