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Messaggi di Gennaio 2006

 

Post N° 328

 

ingborg

Post n°327 pubblicato il 31 Gennaio 2006 da ossimora
 
Foto di ossimora

DONNE

 

Ingeborg Bachmann

 

Non è morire, è insorgere
la parola
.

Senza comprensione
per lo sfruttamento
porre fine a questo sfruttamento.

 Venga la rivoluzione.

Venga, che venga dunque.
Io dubito. Ma venga
la rivoluzione.

 Anche del mio cuore.

Nata a Klagenfurt in Carinzia, Ingeborg Bachmann, vi rimane fino al 1945, anno in cui inizia gli studi (dapprima filosofia e giurisprudenza, successivamente filosofia e psicologia) ad Innsbruck, che prosegue a Graz e successivamente a Vienna.
Nel 1949 la rivista viennese Lynkeus pubblica alcune sue poesie.
Nel 1950 si laurea con una tesi intitolata Die kritische Aufnahme der Existentialphilosophie Martin Heideggers. Tra il 1950 e il 1951 soggiorna a Parigi e Londra. Al ritorno è invitata da Hans Werner Richter, insieme a Paul Celan ed Ilse Aichinger, al 10° Congresso del Gruppo 47, che nel 1953 le assegnerà un premio per la raccolta di poesie Die gestundete Zeit.
A partire da quest'anno vive per lo più in Italia, a Roma e Napoli. Nel 1956 pubblica il secondo volume di liriche, Anrufung des Großen Bären, per cui ottiene il premio letterario della città di Brema. Due anni più tardi viene trasmesso per la prima volta il radiodramma Der gute Gott von Manhattan, che le frutterà l'«Hörspielpreis der Kriegsblinden».
Il discorso di ringraziamento pronunciato in quella circostanza (Die Wahreit ist dem Menschen zumutbar) è un'importante testimonianza della consapevolezza critica che la Bachmann ha del ruolo dello scrittore e dell'artista nella società contemporanea, nonché un'analisi del linguaggio che si muove nella medesima direzione dei precedenti studi su Musil e Wittgenstein.
Nella stessa prospettiva devono inquadrarsi anche le lezioni che la Bachmann tiene a Francoforte, dove occupa la cattedra di Poetica, nel semestre invernale 1959/60. Nel 1961 pubblica la raccolta di racconti Das dreißigste Jahr, che ottiene numerosi premi e riconoscimenti.
Dell'opera in prosa della Bachmann fanno parte anche un secondo volume di racconti (Simultan, 1972) e il romanzo Malina (1971), primo di un ciclo che avrebbe dovuto intitolarsi Todesarten.
Questo progetto, di cui ci rimangono altri due frammenti (Der Fall Franza e Requiem für Fanny Goldmann) rimane incompiuto per la tragica morte della scrittrice, scomparsa il 17 ottobre 1973 a Roma in seguito ad un incendio.
Amica e compagna di Hans Werner Henze, per cui ha anche scritto libretti d'opera, e di Max Frisch, vicina a Nelly Sachs, Hans Magnus Enzensberger e Witold Gombrowicz, traduttrice di Anna Achmatova e Giuseppe Ungaretti, impegnata in battaglie femministe e contro la guerra del Vietnam, collaboratrice della Televisione bavarese e della rivista «Botteghe oscure», Ingeborg Bachmann attraversa con il suo "disperato sforzo intorno all'indicibile" la seconda metà del Novecento europeo.

 

 
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Post N° 326

Post n°326 pubblicato il 29 Gennaio 2006 da ossimora
 
Foto di ossimora

La Comunità Internazionale è scossa per la schiacciante vittoria di Hamas nelle ultime elezioni palestinesi. Ma quello che è accaduto è molto più che un terremoto politico. E' la conferma che alla politica aggressiva dell'Occidente i popoli rispondono in una sola maniera. Il Medio Oriente ha scelto: l'Iran non tratta sul nucleare, in Libano la destra cristiana falangista si sta riarmando in contrapposizione agli Hezbollah, in Egitto crescono i Fratelli musulmani, l'Iraq occupato dalle forze straniere è ormai in fiamme. Ora il crollo di Al Fatah e dell'Olp con cui se ne va il sogno di un mondo palestinese laico e democratico, che dalla fine degli anni Sessanta si era proposto come movimento nazionale per l'indipendenza e la democrazia, spesso ostacolato dagli stessi regimi arabi. E' come se Arafat fosse morto una seconda volta.

Sorridono i falchi della destra israeliana, sono felici i neocon americani. Hamas è un loro prodotto. E' il risultato della guerra subita da un intero popolo in tutti i momenti della vita quotidiana. Figlia dello smarrimento e dell'annichilimento della legalità internazionale, dell'indifferenza della comunità internazionale di fronte alla prepotenza di Israele, della politica miope degli Stati Uniti. Figlia della pratica di due pesi e due misure da parte di chi gestisce il diritto internazionale se si tratta di Israele (Ali Rashid).

Ma il processo di pace in Palestina non è oggi in pericolo per via del successo degli estremisti. Il processo è morto insieme a Rabin nel 1995. Dopo aver fatto morire Arafat prigioniero, dopo la detenzione di Marwan Barghuti (rilasciato a pochi giorni dalle elezioni), dopo aver ignorato la disponibilità di Abu Mazen, e dopo anni di iniziative unilaterali di repressione, colonizzazione, omicidi mirati, costruzione del muro, dopo anni di politica che mirava a compromettere l'autorevolezza e la credibiltà del gruppo dirigente palestinese laico, in modo da rinforzare il peso delle fazioni islamiche e radicali (lautamente finanziate da Iran e Sauditi),  ecco il risultato.

Arafat e l'Olp non andavano bene perché non eletti democraticamente. E la chiave è tutta qui: Israele ha interrotto i negoziati di pace con i palestinesi nel 2001. Finalmente la costruzione del muro in Cisgiordania potrà essere completata, così come potranno essere avviati nuovi piani unilaterali (niente ritiro militare dalla Cisgiordania, nuovi insediamenti legali, niente Gerusalemme est come capitale del nuovo Stato di Palestina, nessun rientro dei profughi palestinesi).

 E con Hamas al potere, nessun governo occidentale potrà dire nulla.

 
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Post N° 325

Post n°325 pubblicato il 28 Gennaio 2006 da ossimora
 
Foto di ossimora

La solita Roma,la sua onirica bellezza .

La Roma dei cieli dilatati con gli stormi che si mescolano sinuosi a qualche meccanico gabbiano.I suoi vasti viali ,coi palazzi sontuosi e le splendide  terrazze piene di verde,già qualche mimosa che gialleggia,le crassulacee si rovesciano pigre verso il basso.(I chioschi dei fiorai a centinaia allestiti in bell'ordine dagli Indiani o forse cingalesi che ne sono recenti gestori sono una leccornia che mi attrae ineluttabilmente...)Le alte cortecce  dei pini marittimi  si dividono con le colonne di travertino il vezzo dell'indifferente imponenza.Roma dei piani intersecati,sovrapposti,che appare e scompare fra le chiazze dei parchi.I quartieri  si  incastrano,si stratificano;costruiti su tanti piani , nulla è parallelo,geometrico o adagiato,tutto coesiste con un'armonia naturale.Ogni volta ,anche in un rapido giro scopro una delle centinaia di fontane ,una chiesa che mi mancava...stamattina Santa Prassede,dall'abside illuminato da mosaici immaginifici ed i pavimenti cosmateschi,verdi e amaranto nei quali camminare e lievitare.Roma  di sabato è svagata,sonnolenta e meno caotica,bellissima come sempre.

 
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Post N° 324

Post n°324 pubblicato il 26 Gennaio 2006 da ossimora
 
Foto di ossimora

dovere della memoria

 per risvegliare la ragione

Il 27 gennaio è il “giorno della memoria”.

 La memoria non è una questione di parte, come vuol farci credere chi intende dare alla storia connotati politici di comodo. Il 27 gennaio è una data che ricorda una tragedia tutta europea, avvenuta solo 60 anni fa, della quale vi sono ancora testimoni. Non è l’unica tragedia della storia, non sarà, purtroppo, l’ultima, ma è qualcosa che gli europei e tutto il mondo occidentale non possono permettersi di archiviare. La crisi della democrazia europea che sfocia nel fascismo e nel nazismo, l’elaborazione di una strategia imperialistica che scatena l’invasione e l’occupazione di altri paesi sostenuta da una feroce e inumana ideologia sciovinista e razzista, lo scatenamento della guerra mondiale. Il tutto sostenuto da un’organizzazione capillare del potere e del consenso, in campo politico ed economico, che è arrivata a negare la dignità stessa della persona umana attraverso forme di annientamento a gestione aziendale. Tutto questo pesa come un macigno su ognuno di noi. Tra le tante lezioni che questo scorcio di storia europea ci presenta ne possiamo trarre due particolarmente attuali. La prima è che la democrazia non è mai un fatto scontato una volta per tutte, ma va rinnovata e attualizzata nelle sue forme di regolatore della vita civile e della partecipazione, perché le tentazioni autoritarie sono sempre in agguato. La seconda riguarda l’economia. Non era vero allora e non è vero oggi che capitalismo e libero mercato siano possibili senza democrazia. La terribile efficienza con cui venivano gestiti il lavoro e la morte nei lager nazisti aveva una sua tragica logica economica e di mercato. Il sonno della ragione genera mostri e in questo periodo sonnolente nel campo delle idee e del pensiero corriamo qualche rischio in più.

In questo 27 gennaio 2006 vogliamo ribadire, da un lato, il dovere etico e politico della memoria, dall’altro, vogliamo continuare a riflettere su quanto è successo e come è successo approfondendo delle linee di ricerca. Quest’anno parliamo del lavoro coatto e da schiavi cui erano sottoposti i prigionieri e i deportati, per la grandezza del Reich e per la ricchezza di qualche miserabile individuo. 

Arbeit macht frei 

“Il lavoro rende liberi” c’era scritto sui cancelli di Auschwitz. Una scritta beffarda che per le SS aveva un significato ben preciso. Infatti il lager aveva una sua economia: i deportati erano una forza lavoro sfruttata fino allo sfinimento. La loro morte poteva dipendere semplicemente dall’andamento della produzione. A seconda del turn-over un “lavoratore” poteva essere spremuto per 2 o 6 mesi. Chi non poteva essere considerato forza lavoro veniva mandato a morire subito, oppure diventava cavia per esperimenti.

La procedura che portò allo sterminio nei campi milioni di persone tra ebrei, militari, oppositori, zingari, omosessuali emerse già a Norimberga. Vediamo come nel primo dei 4 articoli collegati a questa newsletter. (

La pacificazione

E’ possibile passare un colpo di spugna sul passato? E’ possibile che dopo 60 anni le ragioni e i torti non abbiamo più senso? A queste domande risponde in un’intervista Massimo Rendina presidente dell’Anpi di Roma e del Lazio.

La riconciliazione è un obiettivo giusto, ma è possibile solo se è accompagnata dalla verità, come ha fatto Nelson Mandela in Sudafrica e come si sta tentando di fare in Ruanda. E’ la tesi che Franco Giustolisi sostiene nel suo libro L’armadio della vergogna.

 La musica perseguitata

Timothy Jackson è direttore del Dipartimento di musicologia alla University of North Texas a Dallas e si sta occupando di riesumare tutte le musiche prodotte da compositori che il nazismo perseguitò, la maggior parte di essi era ebrea.

Il professor Jackson racconta questa sua ricerca in un’intervista.

 La funzione educativa della memoria

 Con questo spirito fin dal 2001, e cioè subito dopo l’approvazione della legge che lo istituiva, la Cgil ha celebrato il “giorno della memoria” insieme all’Associazione Proteo Fare Sapere. Le prime di queste iniziative hanno avuto luogo a Roma, in Campidoglio e da lì è iniziata una lunga riflessione sul senso della memoria di quanto accaduto in Europa che è stata raccolta nel volume, edito da Valore Scuola, Il dovere della memoria che oggi si può leggere on-line.

Ore 11.59. Un minuto di silenzio

Erano le 11 e 59 quando il primo soldato russo entrò ad Auschwitz. Non ci sono parole che possano descrivere l’orrore che si presentò ai suoi occhi. Anche oggi chi visita un lager resta senza parole. Solo il silenzio si addice. E’ da cinque anni che in tantissime scuole d’Italia su invito di tutte le associazioni professionali e dei sindacati confederali alle 11 e 59 si osserva un minuto di silenzio e subito dopo si legge la poesia di Primo Levi “Se questo è un uomo”, affinché le sue parole restino scolpite nei nostri cuori.

 
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Post N° 323

Post n°323 pubblicato il 26 Gennaio 2006 da ossimora
Foto di ossimora

Fondazione memoria delle deportazione

http://www.deportati.it/

 
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Post N° 322

Post n°322 pubblicato il 26 Gennaio 2006 da ossimora
 
Foto di ossimora

In luce d’ombra,

libellule di tek

interrompono il rigore

del silenzio.

Anemoni,

amaranto

e viola

colmano lo sguardo

appagato da

affinità sottili

in divenire.

Suadente

 vertigine

attesa ,

scompiglia la pelle.

A.

 
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Post N° 321

Post n°321 pubblicato il 24 Gennaio 2006 da ossimora
 
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Una giornata piuttosto tesa sul lavoro, nonché glaciale metereologicamente(le mie finestre esposte a nord est sibilano come fossi a Kiev) mi rilasso(beh…) leggendo fatti del giorno ed …annoto…

1)     I consigli del ministro: “climi glaciali,abbassate i termosifoni!”ottimo ,come dire il 13 d’Agosto di non consumare acqua .Ma che è successo in due giorni ,appena ieri l’altro… “non c’è problema ,tutto è sotto controllo”….Mah!

2)     Bocciate un'altra volta le quote rosa ,la Prestigiacomo come al solito piagnucola ,così almeno si ricordano di considerarla qualcosa (le passano i Kleeenex!)

3)     I Pecos Bill della Lega esultano per l’approvazione della legge Far West,ottimo ci si può difendere da soli;se si è aggrediti e se la propria incolumità è messa a repentaglio armi a gògò.,pericolo di aggressione e desistenza …e vai!!! Non sarà una di quelle leggi che legittimano manifestazioni di giustizia privata? Il mondo, oltre che di criminali, è anche pieno di paranoici che vedono costantemente in pericolo la loro incolumità.(Mi torna in mente la storia del calciatore della Lazio che fece uno scherzo al gioielliere e venne freddato sul posto...) Certamente non si ripeteranno episodi di persone che si vedono condannate per aver sparato ad un rapinatore di notte,ok… non giustifico il crimine, ma nemmeno la pena di morte per mano del privato . Molte persone in più sicuramente ora acquisteranno un'arma ed io ho una paura folle delle armi…brrrr

4)     A volte ritornano …Ruini..ebbene si ci mancava ,erano più o meno un paio di  settimane che non “esternava”,lui ,piccolino,non da indicazioni di voto,nooo,lui dice solo che occorre votare per quei partiti che tutelano la famiglia ,quella con la A maiuscola ,del premier ,di Pierfurby…indissolubili e/o  benedette dalla sacra rota ,saldamente eterosessuali …bentornato!!!!Ci mancavi …

5)     Tra pochi giorni uscirà l’enciclica di Paparazzinger,per pubblicarne anche qualche pezzettino bisognerà pagare i diritti a Razinga –Z. Santi diritti d’autore.Copyright benedetto. Del resto si sa l’inflazione…


 
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Post N° 320

Post n°320 pubblicato il 23 Gennaio 2006 da ossimora
 
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La debolezza è sublime, la forza spregevole. Quando un uomo nasce, è debole ed elastico. Quando muore è forte e rigido. Quando un albero cresce, è flessibile e tenero; quando diviene secco e duro, esso muore. La durezza e la forza sono le compagne della morte. La flessibilità e la debolezza esprimono la freschezza della vita. Perciò chi è indurito non vincerà.“ Lao-Tze.

Più che elogio del debolismo, un elogio dell’adesione al divenire, come direbbe il filosofo.

Si sa che ogni età ha i suoi dilemmi, si tratta solo di seguire la via della rigidità o quella dell’adattamento.

 
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Post N° 317

Post n°317 pubblicato il 22 Gennaio 2006 da ossimora
 
Foto di ossimora

DONNE

Christa Wolf,

…Il passato non è morto; non è nemmeno passato. Ce ne stacchiamo e agiamo come se ci fosse estraneo…

Christa Wolf, il cui cognome è in realtà Ihlenfeld, è nata a Landsberg/Warthe, oggi Gorzów Wielkopolski, nel 1929(Germania). Il romanzo che l'ha resa celebre è Il cielo diviso del 1963. Sono seguiti poi, tra gli altri: Riflessioni su Christa T., Trama d'infanzia, Nessun luogo. Da nessuna parte, Kassandra, Guasto, Quel che resta, Recita estiva, Medea.

Medea, ovvero colei che guarisce. Solo attraverso la lotta del potere maschile contro il matriarcato dell'antica Grecia si è potuti arrivare a considerarla infanticida, lei, la levatrice dispensatrice di vita. Ora, l'opzione sta nell'accettare la continua violenza dell'uomo che è, solo in ultima istanza violenza fisica, ma sempre, nelle sue forme di pensiero, di costruzione e di pratica sociale, un tentativo di sopraffazione del potere della donna, o riprendere in mano tutte le chiavi del Potere, prima fra tutte quella del Mito, funzione dell'elaborazione di un sé altro da "come tu mi vuoi". Con una scrittura che è scesa nell'infero, Christa Wolf fa rinascere Medea, che grida al mondo la sua terribile profezia: siete condannati all'autoestinzione. Siete poveri di spirito, rosi dall'ambizione e coperti dell'oro delle vostre celebrazioni.
Il romanzo, semplicemente perfetto nella costruzione corale di un'unica storia, sintesi dell'abisso che divide chi si esibisce come miglior suddito dell'Impero del Maschio e chi lotta per la propria affermazione, anche contraddittoria, sempre dialettica, è raschiato da un luogo del cuore che provoca dolore e consapevolezza a chi lo legge.

Più di ogni altra cosa temeva che potesse accadere anche a lei ciò che accadeva tutti i giorni: sparire senza lasciar traccia. Si sentiva costretta a lasciare delle tracce di se', tracce frettolose e negligenti, così che in ogni momento si possa rinnegare tutto quanto, di preferenza se stessi….
Avremmo dovuto armarci anche spiritualmente, se il greco ci attaccava.
L’armamento spirituale consisteva nella diffamazione del nemico (già si parlava di “nemico” prima ancora che un solo greco fosse montato su una nave) e nella diffidenza verso chi era sospettato di fare il gioco del nemico.Ma dove vivevamo dunque. Devo ricordarmi nitidamente: c’era qualcuno a Troia che parlasse di guerra? No. Sarebbe stato punito. La preparavamo in tutta innocenza e con la migliore buona fede.Dieci anni di guerra. Furono lunghi abbastanza da far dimenticare completamente come nacque la guerra. Durante la guerra si pensa solo a come andrà a finire. E si rimanda la vita. Quando sono i molti a fare così, dentro di noi nasce lo spazio vuoto dove si rovescia la guerra. Che anch’io all’inizio mi abbandonassi alla sensazione di vivere in quella fase solo provvisoriamente; di avere ancora davanti la vera realtà; che mi lasciassi sfuggire la vita: questo mi dispiace più di ogni altra cosa.È possibile sapere quando comincia la guerra, ma quando comincia la vigilia della guerra? Se ci fossero regole, bisognerebbe trasmetterle. Inciderle nella terracotta, nella pietra tramandarle. Che cosa conterrebbero. Conterrebbero, tra le altre frasi: non fatevi ingannare da quelli della vostra parte.In seguito abbiamo dimenticato tutti la causa che originò la guerra.
CHRISTA WOLF
da “Cassandra”, e/o 1984

 
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Post N° 316

Post n°316 pubblicato il 22 Gennaio 2006 da ossimora
 
Tag: Utility
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L'APPELLO DI DON CIOTTI


Il Parlamento italiano rischia in questi giorni di approvare una legge che mette in discussione il cosiddetto "utilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie". Don Ciotti , uno dei grandi sostenitori del movimento Libera che si batte contro le mafie, ha scritto un appello affinché questa legge non venga approvata.
"Nel 1995, " Libera" raccolse un milione di firme per spingere il Parlamento ad approvare una riforma della legge Rognoni - La Torre che introducesse la possibilità di destinare all'uso sociale i beni confiscati alle mafie. Prima dell'entrata in vigore della legge 109/96, i beni immobili "recuperati" si contavano davvero in poche decine. Oggi, degli oltre 6.500 beni confiscati ne sono stati destinati oltre 2.500. In Sicilia sono nate molte cooperative e altre ne stanno per nascere in altre regioni. In questi primi dieci anni abbiamo toccato con mano che la confisca e l'utilizzo sociale dei beni é certamente un problema che chiama in causa la politica, è certamente un problema sociale, con una dimensione culturale non indifferente, ma è anche un problema etico e educativo.
Restituire alla collettività quello che è stato frutto di violenza, di illegalità, di traffici, di sfruttamento, di morte è fondamentale.Oggi il nostro Parlamento rischia di approvare un disegno di legge delega che vanificherebbe i risultati ottenuti. Tra i molti aspetti discutibili si prevede la possibilità di revisione, " senza limiti di tempo" e su richiesta di chiunque sia titolare di un "interesse giuridicamente riconosciuto", dei provvedimenti definitivi di confisca. Chi potrebbe gestire ? sia esso Comune o cooperativa o associazione ? un bene in una simile precarietà, dopo aver speso risorse pubbliche per la sua ristrutturazione? È un regalo che viene fatto alle mafie e ai mafiosi.
Un'altra scelta discutibile, presente nel nuovo disegno di legge, è dato
dall'affidamento all'Agenzia del Demanio dell'intera gestione dei beni,
dal sequestro alla confisca. Ci sembra un paradosso ulteriore: in passato,
è stata proprio l'Agenzia del Demanio, per le gravi carenze strutturali
che ha, ad aver rappresentato un freno a tutto il processo.
Il Parlamento può correggere ancora la rotta, se recepisce alcune proposte.
La prima proposta è quella di cancellare la possibilità di revisione della confisca e da parte di "chiunque", prevedendo la revoca con equo indennizzo nel caso di vittime di errori giudiziari.
La seconda è l'istituzione di un'Agenzia ad hoc nella quale far confluire tutte le competenze e le professionalità costruitesi in questi anni e oggi disperse in mille rivoli.
Da ultimo, occorre valorizzare il ruolo dei cittadini e delle associazioni nella promozione della legalità e nel contrasto alle mafie. Sì, perché a parole, si fa continuamente appello alla "società civile", alle associazioni, ai giovani, ma, nei fatti, se ne cancella il loro potenziale contributo , in termini di spinta, di accompagnamento, di verifica, di controllo, di vera partecipazione.
E' per queste ragioni che l'associazione Libera (che raccoglie più di1200 associazioni nazionali e locali, scuole, cooperative ) e molti familiari delle vittime delle mafie chiedono con un appello un serio e approfondito ripensamento, in sede di dibattito parlamentare, del disegno di legge delega AC 5362, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di revisione dei provvedimenti definitivi di confisca, affinchè tutte le forze politiche sappiano trovare il corretto equilibrio tra la tutela dei diritti di chi subisce i provvedimenti di confisca e la necessità di sottrarre alle organizzazioni mafiose gli immensi patrimoni che accumulano ogni anno, nell'illegalità e nel sangue. Trasformando questi beni, come sta avvenendo faticosamente oggi, in segni tangibili di legalità e giustizia .
Don Ciotti.


Aderite all'appello per email: libera@libera.it o per fax: 06/6783559

 
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Post N° 315

Post n°315 pubblicato il 21 Gennaio 2006 da ossimora
 
Foto di ossimora

Escludersi dalla folla vociante

del sabato notte

pullulante

in spazi controllati

con occhi vibranti

e dinoccolati passi d’inedia

è

ritrovare

 la dolcezza della penombra

la melodia di qualche poesia

e di rare immagini

in un intimo torpore

lontano dai cicalecci.

Accarezzare un tessuto morbido,

 i suoi capelli sottili come il vento

la pelle di frutto fresco

con la voglia

di saggezza

armonia,coscienza.

Costringendo

lo sguardo quotidiano

a vagare irrequieto

In distanze imprecisate e fittizie.

A.

 
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Post N° 314

Post n°314 pubblicato il 20 Gennaio 2006 da ossimora
Foto di ossimora

Allarme terrorismo - Nuovo messaggio di bin Laden: "Possiamo colpire ovunque". La risposta della Casa Bianca: "Anche noi. Giusto qualche giorno fa abbiamo iniziato a bombardare anche il Pakistan". Chiraq, intanto, dichiara che "contro il terrorismo si può usare anche l'atomica". Dall'Iran rispondo allarmati: "Ma così noi non sappiamo più da che parte stiamo!". Le ultime notizie ci informano che bin Laden potrebbe essere anche in procinto di morire e che quello era il suo testamento. "E' un personaggio che ormai non funziona più", spiega l'image maker del pentagono. "Fa poco share e non abbiamo più cose convincenti da fargli dire. Però abbiamo autori bravissimi e se ce ne sarà bisogno, toveranno un modo di farlo resuscitare

"furtato a "ulive greche"

 
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Post N° 313

Post n°313 pubblicato il 20 Gennaio 2006 da ossimora
 
Foto di ossimora

Razzismi e imbarazzismi

“Ogni essere è singolare.ogni viso è un miracolo.E’ unico.Differente e simile.Umano e insostituibile.nel suo sguardo l’umanità si vede ed egli vede il mondo attraverso gli altri sguardi dove il primo dei principi è quello del diritto alla dignità.

Tahar Ben Jelloun

Cronaca Dal grandhotel Principe di Savoia - nei giardinetti, di notte, sotto zero - al dormitorio di viale Ortles. Dopo un'altra notte all'addiaccio, di ritorno dalla folle fuga in Svizzera, ieri i 60 rifugiati sudanesi sgomberati da via Lecco hanno accettato di tornare nel dormitorio del Comune da cui erano scappati per tentare di portare la loro protesta all'Onu, a Ginevra. Gli svizzeri lunedì inevitabilmente li hanno rispediti a Milano e loro pur di non tornare in quel posto l'altra notte hanno deciso di dormire per strada….

45 MILA COLF CON IL DECRETO
Il decreto flussi all'esame delle commissioni Affari costituzionali della Camera e del Senato prevede, per l'anno 2006, l'entrata nel nostro Paese di 78.500 lavoratori extracomunitari, di cui 45.000 non stagionali da occupare nel settore del lavoro domestico. Lo ha reso noto l'Assindatcolf, Associazione nazionale sindacale datori di lavoro domestico, aderente a Confedilizia, aggiungendo che con lo stesso decreto è stata autorizzata l'entrata nel nostro Paese - sempre ai fini di lavoro subordinato non stagionale - di 500 lavoratori di origine italiana residenti in Argentina, Uruguay e Venezuela.

QUESTE invece  sono  considerazioni  di una persona che mi ha contattato per esprimere il suo …pensiero……..se leggi della destra hanno peggiorato le condizioni dei "migranti" ..molto bene...
così si stancano delle loro miserevoli condizioni e si tolgono dai piedi tornandosene da dove sono venuti...
molto meglio così che come volete fare voi accogliendoli tutti qui a vegetare gravando sulle nostre tasche..e non solo...
se siete così sensibili alle loro condizioni portateveli a mangiare e dormire a casa vostra...….e quando ho scoperto che nella scuola di mio figlio c'era un bambino negro l'ho ritirato da scuola

bisogna partire da una certezza assoluta...un assioma..
è totalmente falso che siamo tutti uguali...(falsissimo...direi...)
ad esempio quelli con la faccia nera sono diversi da noi per moltissime ragioni ed io li evito...amen

Mi girai e vidi un arcobaleno

Facendo ponti per i mondi,

facendo ponti per i sogni

(subcomandante Marcos)



 
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Post N° 312

Post n°312 pubblicato il 19 Gennaio 2006 da ossimora
 
Foto di ossimora

Donne

Luce Irigaray

 Coltivare la felicità per noi e tra noi: è il nostro primo dovere democratico".Con queste parole Luce Irigaray ha iniziato la sua conversazione nell’ambito del festival Filosofia…

 Luce Irigaray è una delle più importanti esponenti del pensiero della differenza sessuale; i suoi libri sono letti e tradotti in tutto il mondo. Tra le sue ultime opere uscite in italiano: "Io, tu noi - per una cultura della differenza", "Amo a te", "Essere due", "L'oblio dell'aria", tutti editi da Bollati-Boringhieri

Speculum è un classico del pensiero femminista, un libro in cui della donna e della sua sessualità si parla senza definirla, senza concluderla, contro tutte le pratiche e le ideologie che dagli inizi del pensiero occidentale hanno ridotto il suo corpo al silenzio, all'uniformità, alla soggezione.

Il libro     La sessualità femminile è rimasta il “continente nero” della psicoanalisi. Questa, infatti, non poteva che disconoscere l'altro, la donna, che si espande oltre il quadro del suo campo teorico, in quanto la scienza del “soggetto” che vi si definisce non ha mai interrogato la propria dipendenza da imperativi logici maschili. Bisognava dunque ripercorrere i testi in cui tale logica dell'uno, del medesimo, si ordina in sistema. Rileggere e reinterpretare Platone, per ricostruire come in esso si determinano le metafore che da allora in poi avrebbero veicolato il significato. Seguire gli sviluppi della storia, della teoria, e rilevare dove e come l'altro - donna - si trova esclusa dalla produzione del discorso, assicurandone con la sua silenziosa plasticità il suolo, il rilancio e il limite.
È quanto si è proposta Luce Irigaray con Speculum, un classico del pensiero femminista, volume in cui della donna e della sua sessualità si parla senza definirla, senza concluderla, contro tutte le pratiche e le ideologie che dagli inizi del pensiero occidentale hanno ridotto il suo corpo al silenzio, all'uniformità, alla soggezione.

Quando le nostre labbra si parlano ..                                 http://www.women.it/les/testi/labbra.htm

Lettera a Brigitte Bardot   ***da leggere!!!!!

http://www.dialogare.ch/Dialo_Calendario/Ca_segccp25.htm 

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Nell’ultimo libro Oriente-Occidente Luce ,si è occupata delle differenze,in epoca di globalizzazione ,sempre partendo dall’approccio con le differenze di genere e con la scelta non violenta (interessanti i suoi numerosi articoli sulla guerra)

http://tecalibri.altervista.org/I/IRIGARAY-L_oriente.htm

“Le nostre prospettive di fine millennio appaiono più decostruttive che costruttive. Esuli nel mondo che si sono fabbricati, gli uomini diffidano ormai di ogni proposta che alluda a un futuro possibile. Ma forse ciò accade perché, nella strada fin qui percorsa, c’era qualcosa di sbagliato. Forse le culture dell’Estremo Oriente possono darci degli insegnamenti per riformulare un’identità singolare che sia più in armonia con il cosmo, meno scissa fra corpo e spirito. E’ possibile creare un ponte fra le arcaiche culture aborigene femminili del mondo asiatico e le nostre società patriarcali, così da cambiare i rapporti tra cellula familiare e ordine statale?

 Per Luce Irigaray, l’esperienza dello yoga e le tecniche del "respiro" ci possono introdurre a un diverso modo di essere con sé e con gli altri, di vivere la relazione a due e la sessualità.”

 
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Post N° 311

Post n°311 pubblicato il 19 Gennaio 2006 da ossimora
 
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Preziosa ampolla

 di cristallo molato

sottili fili di soffio di luce,

sciroppo di frutta preziosa,

suono di flauto incantato,

movenza di danza,

istrionica essenza 

in cilestrino orizzonte.

Miraggio albale.

A.

 

 
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Post N° 310

Post n°310 pubblicato il 17 Gennaio 2006 da ossimora
 
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Veronica  frequentava la scuola elementare in una frazioncina ,una scuola rurale,dall’architettura inconfondibile,con grandi finestre slanciate verso l’alto, molto ravvicinate; di quelle che oggi sono tutte state ristrutturate ed adibite perlopiù ad abitazioni..

Amava molto studiare ,era curiosissima e ricettiva ,entusiasta .

Ogni giorno percorreva a piedi ,scattando agile e veloce, il paio di chilometri che la dividevano dalla scuola ,stringendo e roteando “La busta”di pezza ,artigianale, che sua mamma le aveva cucito per i suoi libri..

Ersilia ,la madre, gestiva ,assieme al marito,un piccolo commercio di granaglie ,uova e pollame ;i tempi erano duri,gli spostamenti difficili ed il tempo poco.

La stoffa nera acquistata per cucire la “divisa “da piccola italiana ,era rimasta in un angolo,ancora solo imbastita .Non c’era stato tempo di rifinirla. L’avrebbe  indossata fra una settimana.

La maestra –ispettrice della GIL ,passò in rassegna le bambine illugubrite dalle  divise ;Veronica era tesa ,si faceva piccola ,tentando di rendersi invisibile,ma non fu certo così ,la virago la riprese aspramente ,incurante delle sue scuse ,le tirò un orecchio con forza tanto da strapparle l’orecchino,tagliandole il lobo e facendola sanguinare.

La piccola tornò a casa umiliata e rabbiosa ma si tenne tutto per sé;nascondendo ai suoi genitori quello che le era successo .Era terrorizzata all’idea di quello che sarebbe potuto capitare se,soprattutto suo padre ,uomo forte e pragmatico,lontano ideologicamente ed emotivamente dalle pagliacciate del regime ,si fosse accorto dell’accaduto ed avesse affrontato l”insegnante”rischiando di incorrere in rappresaglie delle squadracce ed in esiti ancor più imprevedibili.

Mia madre si curò ,piangendo in silenzio e tacque con tutti ma posso garantire che non ha mai più indossato un paio di orecchini né si è mai fidata ,né si fida di chi indossa o fa indossare “divise”.

 
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Post N° 308

Post n°308 pubblicato il 17 Gennaio 2006 da ossimora
 
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 Ancora "Chile":una mia amica è la ex moglie del cantante degli Inti illimani (Coulon)e vive qui vicino a me ,i loro figli,li ho visti crescere e diventare ragazzi vivacissimi e present/partecipanti.Il più grande,Leo ,attualmente è in giro per il sudamerica per il suo anno sabbatico.Spero sia in Cile a festeggiare nel paese che il padre ha dovuto abbandonare !

La “Presidenta” ha promesso un governo con la metà di ministri donne. E nelle prossime ore, dopo l’ufficializzazione della sua vittoria, Michelle Bachelet si presenterà ai cileni per avviare questa nuova storica tappa nella storia del Paese. «Nessun ministro della precedente amministrazione – ha promesso la 54enne pediatra socialista – continuerà a mangiare nello stesso piatto».Michelle Bachelet potrà festeggiare la sua vittoria e la conquista di quel palazzo presidenziale in cui fu assassinato Salvador Allende e in cui Augusto Pinochet ordinò il massacro di un’intera generazione. La stessa generazione della “Presidenta” che, adesso, potrà dimostrare a se stessa e ai cileni quanto e come fare del Cile un punto di riferimento democratico.Lo aveva promesso se sarebbe stata eletta. Lo ha confermato dopo la vittoria. «Ho un programma ambizioso e lavorerò senza sosta per applicarlo non appena entrerò alla Moneda»: queste le prime parole del presidente eletto del Cile, Michelle Bachelet.

 Ecco il “Piano 100 giorni”: 36 impegni che si concentrano soprattutto nella creazione di occupazione, specialmente per i giovani.
Questi i punti principali:
- ampliamento dei benefici per i contratti di apprendistato, e progetto di legge per permettere ai giovani fino a 25 anni di poter lavorare ad ore.
- portare da 110.000 a 160.000 il numero dei giovani beneficiari di crediti e borse di studio per l'istruzione superiore.
- aumento automatico delle pensioni minime.
- crescita di 20.000 posti per gli asili nido.
- creazione del Ministero della Sicurezza cittadina.
- gratuità degli ospedali per le persone oltre i 60 anni.
- sostituzione del sistema elettorale con altro che meglio assicuri governabilità e rappresentatività.
- codice con nuove misure a favore delle donne nel mondo del lavoro.
- designazione di un Ministro dell'Ambiente.
- processo per trasformare progressivamente l'esercito in una istituzione di professionisti volontari.

 
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Post N° 307

Post n°307 pubblicato il 15 Gennaio 2006 da ossimora
 
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La candidata di centrosinistra conquista il 53,22% al ballottaggio
Allo sfidante di centrodestra Sebastian Pinera il 46,77% dei voti
Cile, ha vinto Michelle Bachelet
un presidente donna e socialista

SANTIAGO DEL CILE - La leader socialista cilena Michelle Bachelet è la prima donna presidente del Cile - succede a Ricardo Lagos - e anche la prima donna presidente eletta in Sudamerica dal voto popolare. La candidata ha ottenuto, sulla base dello scrutinio ufficiale del 67 per cento dei voti, il 53,22 per cento dei voti contro il 46,77

 
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Post N° 306

Post n°306 pubblicato il 14 Gennaio 2006 da ossimora
 
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Donne

Marguerite Duras

 

Marguerite Duras, al secolo Marguerite Donnadieu, nasce a Gia-Dinh, vicino a Saigon in Indocina, nel 1914 da genitori emigrati in quelle colonie francesi.
Orfana di padre all'età di quattro anni viene allevata dalla madre, dalla quale eredita la determinazione e l'ostinazione, che risulteranno fondamentali per la sua carriera di scrittrice.Pubblica il suo primo libro nel 1942 "Les impudents" ed arriva a ricevere il Prix Goncourt nel 1984 con "L'amant", è lei stessa a dire di sè:"Je suis quelqu'un qui écrit avant tout".

http://duras.ifrance.com/

Marguerite Duras è la scrittrice delle percezioni intuitive, della stilizzazione dei luoghi, della sparizione degli eventi a favore del primato dei dialoghi. Dialoghi dove, comunque, i silenzi sono essenziali.....
E' solo così che si riesce a rendere quell'ossessione dell'impossibilità di rendere conto delle situazioni, soprattutto quando si tratta di situazioni amorose o caratterizzate da desideri intensi
.
Questo aspetto profondo dello stile della Duras trova il suo sfogo ottimale nel momento in cui la scrittrice si apre all'esperienza cinematografica.Un esempio tra i più famosi e i più riusciti è la sceneggiatura che scrive per il film realizzato da Alain Resnais nel 1959 "Hiroshima mon amour", che sarà un successo eclatante al festival di Cannes del 1960.

"J'ai tout vu à Hiroshima.
Non, tu n'as rien vu à Hiroshima"

       Su Marguerite  regista 

:http://www.url.it/donnestoria/film/regiaf/duras70_a.htm

Scrivevo tutte le mattine, ma senza un orario, mai, se non per cucinare. Sapevo quando dovevo intervenire perché il cibo bollisse o perché non si bruciasse. E anche per i libri lo sapevo. Lo giuro. Tutto, lo giuro, non ho mai mentito in un libro. E neppure nella vita. Eccetto agli uomini. Mai.”

La foce del Magra tagliò in due la spiaggia.
I monti di marmo dominavano tutto il paesaggio con la loro mole splendente.
Marguerite Duras

 Margherite Duras è una di quelle scrittrici che in un certo periodo ho letto a tappeto;prima mi capitava ,mi piaceva un libro e piano piano leggevo la bibliografia completa dell’autore in questione ,adesso mi capita di meno .Non so perché e non voglio nemmeno pensarci.Oltre all’”Amante”,reso famosissimo soprattutto  dal film con la storia d’amore /passione  fra lei (è romanzo autobiografico) ed un ricco cinese più grande ed esperto di lei ),di Margherite ,ho letto tutto;Il dolore,Giornate intere fra gli alberi,Occhi blu –capelli neri,Il marinaio di Gibilterra...

 E …La vita materiale…."La vita materiale": 49 brevi capitoli, che hanno il sapore di altrettante istantanee. Vita materiale è tutto ciò che accade nella sua crudezza, sono i ricordi del passato, notazioni sul presente, messe a fuoco delle cause materiali dei romanzi precedenti. In questo libro autobiografico la scrittrice ormai settantaduenne accumula particolari scabrosi, i suoi amori multirazziali, le allucinazioni di alcolizzata, le prostituzioni adolescenziali, gli orrori della guerra, trite elucubrazioni sulla differenza fra i sessi. Da ogni pagina trabocca erotismo, un leggero gusto pornografico di mettere a nudo con impudenza la propria vita: emerge ancora una volta quel grande talento narrativo che riesce spesso a dar forma compiuta al nulla, alla ripugnanza, all'inutile….

 
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