Creato da: ossimora il 20/10/2004
Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"

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Messaggi di Giugno 2006

 

Post N° 572

Post n°572 pubblicato il 30 Giugno 2006 da ossimora
 

Da  Repubblica:

Taxi, banche, farmacie, Ordini il governo avvia liberalizzazione

Non è molto, ma sarebbe il grande primo passo!
Se va in porto e magari riescono anche a limitare il potere dei notai e difendere un po' di più i consumatori... (..vai Bersani!!!)

Ma non basta ...il ministro Fioroni ,oggi ha detto...

 A scuola fino a 16 anni,torna il tempo pieno

quante lotte!!!!

e avvio di una lotta senza quartiere alla dispersione scolastica con attività rivolte direttamente agli immigrati (dall'inserimento delle lingue d'origine nelle classi a una campagna per portare i genitori nelle scuole).

 E, ancora, ribaltare la logica che determina il numero degli insegnanti di sostegno e - per i docenti - battaglia lunga contro il precariato.
Sono, in sintesi, i punti proncipali di una "rivoluzione" per la scuola annunciata dal ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni.

Un piano che inoltre - di fatto - cancella la riforma Moratti.



 
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Post N° 564

Post n°564 pubblicato il 30 Giugno 2006 da ossimora
 

...

Un fiore per te !


 
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Post N° 560

Post n°560 pubblicato il 29 Giugno 2006 da ossimora
 


"Abbiamo ascoltato con interesse la raffinata e sofisticata relazione che il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, ha fatto davanti alla commissione Affari costituzionali della Camera. Sia pure con grande dovizia di analisi culturali di riflessione sul campo sociologico, nella sostanza però - denuncia Cicchitto - il ministro Amato ha proposto lo smantellamento della Bossi-Fini..."(...e speriamo prestissimo aggiungerei visto che trattasi della peggior legge europea sulla gestione dei flussi migratori...)

Cos'abbia da sorridere Cicchitto
è Un mistero degno d'attenzione.
Su tutto ha da dire, non sta zitto
Manco se fa figure da coglione.
 
È stato nominato, per editto,
Guardiano della casa del padrone.
Difende anche l'ultimo relitto,
Un fusto vuoto, guardia del bidone.
 
Sorride questo vecchio lombardiano
-( anche se piduista di nascosto!)-
Come un kamikaze talebano
 
(destino d'ogni servo sottoposto!).
Benché non sappia bene cosa dire,
Lo dice bene. Nato per servire!
 

 
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Post N° 559

Post n°559 pubblicato il 28 Giugno 2006 da ossimora
 

IL LENZUOLO DI CLELIA 

riga numero uno

Care persone fatene tesoro di questo lenzuolo
che c’è un pò della vita mia; è mio marito;
Clelia Marchi (72) anni hà scritto
la storia della gente della sua terra,
riempendo un lenzuolo di scritte,
dai lavori agricoli, agli affetti.

Un diario scritto in un lenzuolo potrebbe essere il solito prodotto dell’umore balzano della provincia italiana: come i violini costruiti con i fiammiferi o l’uomo orchestra che suona contemporaneamente tutti gli strumenti. Ma all’archivio mi hanno raccontato la storia di Clelia (...). Gran parte del diario è ambientato nel paese dove è nata e ha sempre vissuto: la campagna padana, le fatiche della mietitura e del lavoro nei campi, il primo incontro con il marito quando lei aveva ancora quattordici anni. La figura del marito torna sempre, in ogni lunga riga del lenzuolo: la persona più importante per noi – ha spiegato – è quella con cui vai a letto tutte le notti.

Stefano Malatesta, La Repubblica

Stamattina mi sono messa a riordinare quaderni di appunti,blocchi,cose scritte ,lasciate a metà,cancellatissime ,con richiami e rimandi ,frecce e balloon,e agende moleskine ,quaderni cinesi con la copertina dura intrisi di profumo,vecchie lettere incastrate un po’ ovunque ;una agenda dei “maestri Cartai di fabriano " ,molto bella coi fogli di tutti i colori,ed in quelli scuri è difficile rileggersi…

Infondo infondo ho ritrovato vecchi diari ma proprio …vecchi vecchi ;una rosa ingrigita schiacciata dentro,dei nastri ;qualche foto di ragazzi di cui ho assai faticato  anche a ricordare il nome ; ma soprattutto dei racconti di spezzoni di vita di cui davvero non ho più alcuna memoria, almeno consapevole,erano attimi di semplice quotidianità,nulla di eclatante ma credo ,adesso ,che se fossi stata in grado di far emergere degli sprazzi ,delle particolarità,delle descrizioni ben fatte , probabilmente non li avrei  trovati così asettici e lontani…chissà …mi interrogo sulla necessità di avere norme  di scrittura molto “strutturate “o lasciarsi andare allo spontaneismo .

E’ un dubbio/tormentone che mi accompagna da sempre....non solo me...

Ad Anghiari (Ar)da qualche anno funziona una “Libera università dell’autobiografia “e a Pieve S.Stefano (sempre provincia Ar) ,”l’Archivio Dei diari”.     (links)

Sono due cose piuttosto diverse ,in uno si fanno ,corsi,stage per imparare delle vere e proprie “tecniche di scrittura e brian storming  con esiti narrativi ;nel secondo si leggono ,raccolgono e premiano i diari di ogni tipo ,anche delle persone appena alfabetizzate ma che hanno saputo raccontarsi…


 
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Post N° 558

Post n°558 pubblicato il 27 Giugno 2006 da ossimora
 
Tag: ombre

Qualche giorno fa ero ad un funerale di una persona anziana ,qualcuno , mentre attorno veleggiavano i discorsi di circostanza adatti ad una morte non più “traumatica”(per quanto possa la morte  non esserlo ad ogni età )mi ha detto…”sai che ci sono delle zone del cervello che aiutano l’oblio,che ci permettono di ammortizzare anche i dolori più acuti;le ferite più profonde,quelle a cui mai penseremmo di riuscire a sopravvivere”.

In quel momento ascoltavo con un certo distacco;questa frase mi è tornata in mente adesso ,quando sono andata sparata al telefono ,volevo chiamare mia madre ed ho composto velocissima un numero che credevo ormai dimenticato ed invece si è composto quasi autonomamente .


 
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Post N° 556

Post n°556 pubblicato il 26 Giugno 2006 da ossimora
 

Bossi: "se è così emigro in Svizzera"

Sì 38,4%
9.565.428 voti
No 61,6%
15.336.162 voti

Mi dispiace molto per gli  svizzeri ,ma non posso che esultare per noi ,sarebbe il  più classico

"due piccioni con una fava....!!!"

Ho appena letto una dichiarazione di un altro democraticone che speriamo vada in Svizzera ..ma alla svelta ...e mi piacerebbe tanto...ma tanto ...che prima di andarsene pagasse il conticino di questo referendum.

Molto interessante anche chi appena ieri era tutto bello tranquillo e rilassato mentre affermava che il suo era un voto senza lacci e  lacciuoli ,libero dai partiti e dalle "fazioni"e oggi senza neanche accorgersi ,si lancia in invettive furibonde di stretta fede "iperfaziosa".Eh eh eh

... e Speroni (Lega) perde la testa:

"Gli italiani fanno schifo"

pff ...detto da lui,povero penecefalo,

è un vero complimento!


Un brindisi per tutti !

 
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Post N° 555

Post n°555 pubblicato il 25 Giugno 2006 da ossimora
 
Foto di ossimora

... il primo bagno...

Nuotare ,sguazzare ,giocherellare ,stiracchiarsi, nella fresca acqua azzurra  del mare mi ha sempre provocato una grande gioia ;un senso di pace ,di estraniazione positiva, di energetica perdita di zavorre e recupero di leggerezze.

Ogni volta che esco dal mare ,qualche detrito è cancellato,qualche traccia del tempo,del male,delle tensioni vissute ,abolito,obliato.

Respiro profondo in una serenità senza fatica ,lontana dal frequente continuo rimuginare quasi mai utile ma ineludibile.


 
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Post N° 554

Post n°554 pubblicato il 25 Giugno 2006 da ossimora
 
Tag: inserti
Foto di ossimora

Confesso: ho letto la riforma costituzionale parola per parola. Confesso di nuovo: ne sono uscito un po' bagnato. Per forza: mi è caduta addosso una pioggia di 8.533 parole, una grandinata di rinvii dall'uno all'altro articolo, un diluvio di combinati disposti che rimbalzano di comma in comma (e infatti il termine «comma» si ripete per 111 volte). Tanto per dire, il vecchio articolo 70 se la cavava con 9 smilze parolette: «la funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere». E in questi sessant'anni non ha affatto impedito al Parlamento d'approvare molte leggi (in media una ogni 2 giorni), talvolta buone, talvolta censurabili. Viceversa il nuovo le rimpiazza con un torrente di 585 parole, sicché da solo è ben più esteso dell'intera parte introduttiva della Costituzione, quella dove trovano spazio i principi di libertà, d'eguaglianza, di solidarietà, che fin qui hanno retto il nostro vivere comune.

Ma a che serve infarcire un testo costituzionale di regole pedanti e cavillose? E quali effetti ne derivano? Semplice: serve a rassicurare i contendenti quando la competizione politica trasuda diffidenza, disistima, disprezzo fra le parti. Ma gli effetti sono per lo più l'opposto di quelli perseguiti. Un po' perché il diavolo, come suol dirsi, s'annida nei dettagli. Un po' perché i principi uniscono, le regole dividono. I primi s'adattano alle diverse stagioni della storia, formando un collante fra le generazioni; le seconde durano il tempo d'un fiammifero. D'altronde è proprio questa la lezione che ci impartisce l'esperienza, dato che le costituzioni lunghe non hanno avuto mai troppa fortuna. Basta por mente a quella staliniana, o ai 406 articoli della vecchia Carta jugoslava; e raffrontarle ai 7 articoli (e 27 emendamenti) della Costituzione americana, che è viva da due secoli, e gode d'ottima salute.

Eccola infatti la cifra unificante di quest'improvvida riforma: l'istituzionalizzazione della rissa, del calcio sugli stinchi. Rissa fra Camera e Senato, dato che per esempio l'una è competente sul risparmio, l'altro sulle casse di risparmio. Rissa fra lo Stato e le regioni, giacché devolution significa disgregazione. Rissa dinanzi alla Consulta, con 8 mila e più comuni pronti a scoccare le frecce che la riforma consegna loro in dote. E infine, ahimè, rissa linguistica. Nel dicembre 1947 Terracini, presidente della Costituente, incaricò Concetto Marchesi di rileggere il testo prima di porlo in votazione, per migliorarne l'eleganza, per curarne la sobrietà. A ripetere l'operazione questa volta, non si saprebbe da dove cominciare.

E infatti. Fra i termini più cari ai ri-costituenti c'è la parola «sensi» (usata in 25 casi). Una rivincita del pensiero laico liberale libertario libertino? Macché, il trionfo del burocratese: «ai sensi» di questo o di quell'altro comma. Saltabeccando fra gli articoli, incontri il fantasma di monsieur de La Palice (118: «gli enti autonomi hanno iniziativa autonoma»; 123: «lo statuto è approvato con legge approvata»). Inciampi in brani da settimana enigmistica (117: «la regione interessata ratifica le intese della regione medesima». Ma la regione interessata è la medesima della regione medesima?). T'imbatti in formule mistiche (127-ter: «le competenze delle conferenze»). Infili filastrocche (69: «non cumulabilità delle indennità derivanti dalla titolarità»). Da ultimo barcolli durante lo slalom linguistico cui ti costringe l'articolo 64: «l'espressione del parere che ogni Consiglio può esprimere».

Domanda: ma la legge più alta può infrangere le leggi della lingua? Ed è ancora una legge, quella che nessuno riesce a leggere? In attesa che il referendum detti il suo responso, non mi resta che concludere così: «Io vorrebbe esprimere l'espressione del mio più negativo diniego».

La legge illeggibile
di Michele Ainis (La Stampa)


 
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Post N° 553

Post n°553 pubblicato il 23 Giugno 2006 da ossimora
 

Il caldo oppressivo e la cappa plumbea che ieri avvolgeva la capitale non mi hanno dissuaso dal farmi anche due belle ore di ordinata fila per accedere alla mostra -evento di Antonello da Messina alle scuderie del Quirinale ;una mostra che si concluderà domani e che non potevo proprio perdere.

E’ dall’inizio che avevo una gran voglia di vederla .

Pochissime le opere attribuite al maestro siciliano e qui c’erano quasi tutte.

Averla vista a due giorni dalla chiusura ha significato anche leggere molto su questa mostra che è stata tanto esaltata ,quanto bistrattata da alcuni  critici e storici dell’arte ,non mi interessa più di tanto la questione ,la scelta dei maestri coevi ai quali Antonello si è ispirato è stata molto criticata .Forse mancava davvero..qualcuno…ma…la bellezza del corpus delle opere è talmente tanta ..che mi sento proprio felice di essermela goduta con tutta calma.

Mi sono proprio divertita ,stanotte ho anche sognato strane geometrie metafisiche e sguardi  sagaci e taglienti come quelli regalati da  questo siciliano delle Fiandre...

 
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Post N° 552

Post n°552 pubblicato il 22 Giugno 2006 da ossimora
 
Tag: Utility

Non è vero, come dice il centrodestra, che la legge diminuisce il numero dei parlamentari. La diminuzione avverrà tra 10 anni (nel 2016) ed è inferiore a quanto prevede, ad esempio, il programma del centrosinistra.

Non è vero, come dice il centrodestra, che questa modifica costituzionale è a costo zero. Autorevoli fonti hanno dimostrato che applicarla costa quanto 2 manovre finanziarie.

Non è vero, come dice il centrodestra, che se vince il sì si potrà poi correggere la legge sui punti più controversi e contraddittori (che dire che sulla stessa materia vi sono competenze esclusive delle regioni e competenze concorrenti dello stato?). La Costituzione rappresenta l’identità di un paese, è un patto sui principi fondamentali e non può essere oggetto di baratti a ogni cambio di maggioranza.

Non è vero, come dice il centrodestra, che la nostra Costituzione è vecchia. Le costituzioni non seguono la moda, ma principi che da più di 200 anni reggono le costituzioni democratiche e liberali di tutto il mondo. La nostra è una Costituzione giovane, non ha ancora 60 anni e in molte parti è ancora da attuare. La Costituzione degli Stati Uniti ha 200 anni e il suo impianto è immutato.
“Un paese moderno e una Costituzione moderna” con questo slogan il centrodestro invita a votare sì al referendum.
Non c’è niente di moderno nel disegno costituzionale proposto dalla destra, c’è tanto ancien régime con una concentrazione di poteri nelle mani di un solo uomo che non ha riscontro in nessuna democrazia. Neanche il presidente degli Stati Uniti ha tanto potere nei confronti del Congresso quanto ne avrebbe il primo ministro se passasse questa legge. Tanto di quel potere che sarebbe difficile persino l’alternanza tra una coalizione e l’altra.

Vai alle schede informative



 
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Post N° 551

Post n°551 pubblicato il 21 Giugno 2006 da ossimora
 
Foto di ossimora


Questione di curricula

Formigoni, indagato per il "Oil for Food", annuncia di volere ritornare in regione rinunciando al Senato.

Lo sostituirà Antonio del Pennino(PRI),tre anni e spiccioli per tangenti Enimont(patteggiate) e sulla metropolitana milanese.
Mica pizza e fichi!!!




 
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Post N° 550

Post n°550 pubblicato il 21 Giugno 2006 da ossimora
 
Tag: Lunario

· (video   )   Chiesto l'arresto di  Raffaele Fitto. La parabola ormai discendente dell´ex uomo forte di Forza Italia in Puglia si sta concludendo. L'ex presidente della regione, sconfitto alle regionali da Nichi Vendola, è infatti tra i tre destinatari del provvedimento cautelare agli arresti domiciliari (nel suo caso non eseguito perché parlamentare) emesso dalla magistratura barese nell'inchiesta sul presunto illecito affidamento al consorzio San Raffaele di Roma dell'appalto da 198 milioni di euro per la gestione di undici Residenze sanitarie assistite (Rsa). Insieme a lui è stato arrestato l'imprenditore romano Giampaolo Angelucci., presidente della Fondazione San Raffaele, che avrebbe versato una tangente da 500mila euro nel 2004 per ottenere un appalto settennale riguardante undici Residenze sanitarie assistite (Rsa). Nell'ambito dell'indagine è finito agli arresti anche l'imprenditore salentino Paolo Pagliaro, proprietario dell'emittente tv Telerama.· 

§

     I pizzini di Provenzano hanno smascherato la nuova mappa della criminalità organizzata
Il procuratore nazionale antimafia svela: "Sulla poltrona di Provenzano una "triade
"
Decapitata la nuova mafia
Grasso: "Cosa nostra è in ginocchio"
I pm: "Da intercettazioni emergono contatti con la politica"
Per il ministro dell'Interno è un

"buongiorno per il Parlamento"

§

MOSCA - Un accordo sull'energia, per consentire alle compagnie russe di entrare nel mercato italiano e a quelle italiane di estrarre gas e petrolio russi, e una intesa preliminare per giungere alla creazione di una banca d'affari comune. E' questo il primo bilancio dell'incontro che si è svolto oggi al Cremlino tra Vladimir Putin e Romano Prodi.
In un clima amichevole, con Prodi che rilancia il "modello vodka e caviale per i nostri rapporti bilaterali" e Putin che non trattiene ripetuti elogi al presidente del consiglio italiano - "Il nostro ospite è un uomo politico di grande autorevolezza e influenza tra i politici sul piano nazionale e europeo" - i due leader tracciano un percorso teso ad agevolare investimenti nel campo dell'energia.

§

Ed  un interessante video - intervista

 al Ministro Fioroni

(ici)

della ritrovata PUBBLICA istruzione

(lady Moratti "pubblica" l'aveva tolto...)

 
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Post N° 548

Post n°548 pubblicato il 20 Giugno 2006 da ossimora
 

  • Inchiesta Potenza:” B "Quanto accaduto e' barbaro e inaccettabile"MILANO - "Barbaro e inaccettabile in un Paese civile". Cosi' il leader dell'opposizione Silvio B.ha definito la vicenda intercettazioni che ha portato all'arresto di Vittorio Emanuele di Savoia e altre 12 persone. Berlusconi lo ha detto parlando con i giornalisti a margine del programma di Rete4, "L'Antipatico".

OK…facciamo silenzio,tutti che si preoccupano dello sconcio delle intercettazioni…Ho anche io   un’idea più precisa sulle misure da prendere: va impedita la divulgazione delle intercettazioni che coinvolgono personaggi pubblici che si muovono entro campi di preminente interesse nazionale.Non è bello in  tempi di crisi, sparare a zero sugli indotti più redditizi di una nazione. E’ ora di finirla: giù le mani dagli immobilieri, dal calcio e dai Casinò, e che non si pensi di trascinare dentro la politica…intercettino i cittadini ,io non avrei problema alcuno…

(Ogni qual volta esplode uno scandalo, ai cittadini onesti si allarga il cuore: non tutto è perduto, c'è ancora un giudice a Berlino, la legge può esser davvero uguale per tutti. È a questo punto che interviene il trio Ferrara-Ostellino-Battista: a seminare sfiducia e rassegnazione, a dire che sono tutti uguali, guardie e ladri, giudici e imputati, intercettatori e intercettati. E giù fango a carrettate per schizzare tutto e scoraggiare tutti. Se tutto è «sangue e merda», hanno torto i giudici e ragione gli imputati.
Infatti è sulle indagini che si concentrano lorsignori: ora troppo prudenti, ora troppo decise, ma sempre sbagliate. Lo scopo, non dichiarato e forse neppure da tutti pensato, è farla finita con le inchieste, almeno sugli «eccellenti», perché «a certi livelli» è tutto «sangue e merda»: è sempre stato e sempre sarà così. Perciò si sorvola sugli scandali che emergono dalle indagini. Perciò si parla dei giudici e mai dei reati. Dell'inesistente «protagonismo» di Woodcock, e non del quadro devastante che affiora dal suo lavoro, con l'ex famiglia reale trasformata in un bordello, la Rai (finalmente privatizzata) ridotta a un covo di prosseneti, e certi alfieri dei «valori della famiglia» indaffarati a barattare spazi televisivi in cambio di sesso…..Travaglio)

  • Comandi!

Il Presidente di Forza Italia ha affermato di  rivolgersi "non solo ai moderati, ma a tutti gli italiani", perche’ vadano alle urne il 25 e 26 giugno: "capisco che dopo il voto politico e amministrativo", e le "tante campagne elettorali ci sia stanchezza", "e anche io ho un po’ di rigetto", ma "astenersi dal votare al referendum significa voler rinunciare ai propri diritti e doveri di cittadino".

Questa uscita qua non merita davvero commento ,questo qua è 

LA malafede o soffre di amnesia grave …la stessa amnesia di Sua Santità...

che sia un'epidemia????

;scrivendo di mattina ,cosa anomala per me,il tutto  mi procura una certa nauseetta .Bleath!


 
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Post N° 547

Post n°547 pubblicato il 19 Giugno 2006 da ossimora
 
Tag: Di me

 E’stato lungo l’inverno,lunghissimo,freddo,umido,buio;non ne potevo più ,anelavo il sole.

A Gennaio , la partenza di S.,il suo Erasmus a Malta. In un primo momento tanta tensione ,dovevo capire se stava bene ,se l’alloggio  era valido,se la compagnia le garbava ,se si trovava bene all’Università,se il suo stomaco di velo le dava problemi ;la so adattiva e per niente noiosa ma la lontananza ,per la prima volta così prolungata è stata dura,più del prevedibile ,seppur “pubblicamente” ho sempre detto che tutto andava benone,la verità del resto .

I suoi segnali sono arrivati sempre più entusiastici ,più convinti,l’esame di maltese (lingua assai improbabile )le amicizie da mezza Europa ,le feste irlandesi,quelle francesi,le foto al mare, la laguna blu ,i monoliti primitivi,i rossi di Caravaggio ,i fichi d’India ,le semicrassulacee sulla spiaggia ed il crescendo di un entusiasmo che mi ha rilassato piattificando ogni tensione .

Le mail sono cambiate,.meno ansia di  informazioni su questioni pragmatiche e materiali e più raccontarsi ,continuare a inviare poesie ,immagini d'arte,cose che amo e che mi piace partecipare a chi amo...

E adesso ci siamo...fra qualche giorno sarà di nuovo qui ;sono emozionata come quando è partita ,me l’aspetto,cresciuta ,più autonoma ;incrementando sue caratteristiche già delineate ;mi aspetto metamorfosi nei suoi occhi  e nelle sue movenze-azioni, prima e di più che nelle sue parole.

Ci litigheremo immediatamente il Pc,nel tempo libero.Lei aggiornerà il suo photo- blog e avrà amici ovunque coi quali comunicare .Credo che  glielo cederò volentieri…in questo angolo comincia a fare caldo e le kermesse estive della grande musica stanno per iniziare...


 
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Post N° 546

Post n°546 pubblicato il 18 Giugno 2006 da ossimora
 


Sottile e la showgirl

Fini si dice "molto turbato"

 dalla vicenda che coivolge Sottile e che lo ha portato agli arresti domiciliari....

Certo ,visto e considerato che questo signor Sottile ,collaboratore di Gianfranco Fini ,da sempre ,suo uomo di fiducia

"il ruvido Salvo sempre presente"...

Una funzione chiave nel partito quella di Sottile ,un rapporto quasi simbiotico quello con Fini che in questo siciliano dai modi un pò ruvidi ha sempre riposto la massima fiducia ...

povero Gianfra....


 
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Post N° 545

Post n°545 pubblicato il 18 Giugno 2006 da ossimora
 
Tag: Utility



 
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Post N° 544

Post n°544 pubblicato il 16 Giugno 2006 da ossimora
 

Associazione a delinquere, corruzione, sfruttamento della prostituzione.

Sfruttamento della prostituzione: arrestato Vittorio Emanuele

 Accuse pesantissime per Vittorio Emanuele di Savoia, arrestato nel pomeriggio per ordine del gip di Potenza Alberto Iannuzzi.

 Gestiva un mercato illecito di giochi d'azzardo e reclutava ragazze per i clienti del Casinò di Campione d'Italia.

Coinvolte altre 12 persone

 Arresti domiciliari anche  per Salvatore Sottile, portavoce di Fini.

Fini,è del tutto estraneo ,anzi sembra che col suo portavoce comunicasse solo con  sms,lo aveva assunto tramite “Adecco” e mai visto in faccia,domani lo vedrà sui giornali.(forse l'ha scelto perchè ...sottile-fini,faceva ...fine...)

Non sono ironica perché “giustizialista “(altro terminaccio)ma perché sta gente qua si erge  continuamente a giudice ed a moralizzatrice  di tutti ,urla ai quattro venti la propria boria”etica”,indica ,decide,fa decidere,bacia anelli ;si accanisce con chi magari ha ampiamente pagato per i reati commessi dimostrandosi forcaiola e …poi ...per casualità… si circonda bellamente  di veri e propri delinquentucci da due euri...stallieri,portavoci,amici degli amici ...

Aumentando esponenzialmente i personaggi agli arresti domiciliari converrebbe  prevedere  dei veri e propri recidences  ,villini a schiera con piscina ,poliziotti guardaspalle dei guardaspalle  che guardano i malavitosi di lusso …una specie di CPT/VIP  per intenderci…

La cosa più incredibile (per ora ) è stato il commento di Emanuele  esausto Filiberto;il pargolo pupaceo o pupo pargolaceo ,(leggo adesso anch'esso indagato)ha detto indignato :lo hanno trattato come un delinquente!!”…

ora ,si sa che il giovin signore non ha mai brillato di sagacia ma insomma…

se le parole hanno un senso ...

Oltretutto ,il pupo può stare tranquillo … Vittorio Emanuele c’è abituato essendo stato pregiudicato per omicidio…non soffrirà più di tanto per un po’ nelle patrie galere ,rinverdirè (è un errore ma lo lascio...) passati fasti !Poi le guardie monarchiche del pantheon sono in marcia per vegliare sulla sua ...cella .

Ps:E mi raccomando voi...che gioite per  questo sputtanamento...ricordatevi che sono stati solo "arrestati",e che di sicuro la colpa  è tutta della magistratura  "rossa"  

Loro sono certamente delle mammole ed il tempo ....supportato dalla libera stampa lo renderà palese!!(...e come si sostengono e si indignano..basta con la giustizia /spettacolo...quella al più si può fare con le cooperative ..o con le commisioni Mitrokin....)


.
 
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Post N° 543

Post n°543 pubblicato il 16 Giugno 2006 da ossimora
 
Tag: Imago

ma nella fantasia ho l'immagine sua,
gli eroi son tutti giovani e belli

La Bolivia celebra il(78) compleanno di Ernesto Che Guevara  


 
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Post N° 542

Post n°542 pubblicato il 15 Giugno 2006 da ossimora
 


Silenzio s’insinua spossante

 in aurorale

colore d’ardesia,

in ogni piega

–recesso-

della giornata,

sbulinando

col suo modulato,

aspro ,

incessante,

 aroma

connettive lune.

Frazioni esangui di tempo

appaiono alla memoria

-costringendo-

pensieri

in altalenanti possibilità.

Campi ebbri di girasoli

nascondono

inconfessato

ardore sfavillante.

La regalità è trama sottile.

A.


 
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Post N° 539

Post n°539 pubblicato il 14 Giugno 2006 da ossimora
 
Tag: Letture

E' un articolo lungo,

è abbastanza fastidioso leggere cose molto lunghe nei blog;

si sa...

con facilità ti stufi prima e molli il colpo

Trattasi di  un pezzo tratto dalla Stampa  

sull'"idea ",che circola di Zapatero...

per le nostre contrade

 Mi ha colpito durante le mie 

 "spiluccicature" in rete  e

 spero che qualcun altro lo legga....

nella fase attendista ed interlocutoria che stiamo vivendo da noi ,il dibattito URGE...je pense

L'allergia italiana a Zapatero

 MADRID

di Barbara Spinelli



SE c’è un nome che in Italia quasi non puoi pronunciare, senza sentirti come appesantito da ridicolo cappotto, è il nome di Luis Rodríguez Zapatero. È una sorta di allergia radicale, accanita, che in nessun paese europeo ha l'accaldata intensità italiana e su cui vale dunque la pena meditare. Zapaterista è diventato epiteto insultante, che macchia il destinatario indelebilmente. Zapaterismo è sinonimo di stile politico ignobile: più ignobile ancora d'una dottrina, un'ortodossia. Nel pantheon dei personaggi negativi, il premier spagnolo figura accanto a tipi poco raccomandabili che non gli somigliano punto: Che Guevara, Castro. Deriva zapaterista è stereotipo che potrebbe benissimo comparire nel Dizionario dei Luoghi Comuni di Flaubert: evoca gli impaurenti cosacchi a San Pietro, ha osservato con appropriata ironia Mario Pirani (Repubblica, 13-3-06). Più che un'allergia è una passione, quella che s'abbatte sul successore di Aznar. Per questo urge indagarne l'interna molla, l'irrazionalità, la genealogia: non solo per capire meglio la Spagna, ma per capire un po' meglio noi stessi e la nostra idea della democrazia minacciata.

Tre eventi hanno indisposto un gran numero di politici e intellettuali italiani, dando corpo allo stereotipo che ci impacchetta e ci incarta: la vittoria elettorale del leader spagnolo, successiva all'attentato dell'11 marzo 2004; la decisione - subito dopo - di ritirare le truppe dall'Iraq; la determinazione con cui Madrid resiste a clero e Vaticano in materia di diritti civili. Zapatero è divenuto simbolo del cedimento al terrorismo, del Tutti a Casa in politica estera, dell'anticlericalismo dogmatico. Ma c'è qualcosa di più che muove a sdegno, e che lo trasforma in fiamma. Zapatero irrompe nella discussione sul futuro della sinistra scompigliando discorsi e modelli cui pigramente ci siamo abituati. D'un tratto non è più Blair a rappresentare il socialismo nuovo, non ideologico. Tutti parlano di lui, anche Ségolène Royal a Parigi, ma nel frattempo c'è un altro riformismo possibile, che non consiste semplicemente nell'adottare, su questioni ritenute centrali dell'economia, politiche di destra. Zapatero indica quest'altra via - una via molto europeista d'altronde - cominciando col dire che la discriminante centrale non è l'economia ma la reinvenzione della politica e della democrazia. Un libro uscito nel 2006 da Feltrinelli spiega bene quest'alternativa: Zapatero - Il Socialismo dei Cittadini (curato da Marco Calamai e Aldo Garzia) è documento prezioso.

Il nuovo consiste nell'estendere i diritti e le libertà di individui o minoranze, accettando l'enorme varietà delle preferenze esistenziali in società rese insicure da disoccupazione, immigrazione, terrorismo. I soldi mancano per politiche sociali magnanime, agire sull'economia è divenuto tremendamente complicato a causa di vincoli e incompatibilità: meglio allora concentrarsi sulle riforme «a costo zero» - riforme civili più che economiche, dice Antonio Gutiérrez che oggi dirige la Commissione economica del Congresso dei deputati - che danno al cittadino la sensazione di essere ascoltato, rispettato anche quando la vita si fa per lui difficile. Zapatero ha fatto molto in questo campo: ha esteso i Pacs accettati da Aznar rendendo legali i matrimoni tra omosessuali, ha sveltito la legge sul divorzio, ha legalizzato 800 mila immigrati clandestini trasformandoli in cittadini con diritti e doveri fiscali, ha introdotto una legge sulla violenza contro le donne. A queste ha aperto uno spazio senza eguali in Occidente (il 50 per cento delle cariche governative). Ha anche fatto riforme che costano, come gli asili nidi e gli aiuti alle persone non autosufficienti per età o malattia (il cosiddetto quarto pilastro dello Stato sociale, essenziale in società che invecchiano, affiancato a educazione, salute, pensioni). Può darsi che le riforme siano state troppo frettolose: «Non si fa tempo a rispondere al contrattacco della destra e della Chiesa, che il governo già ha aperto un nuovo fronte riformatore», obietta Gutiérrez, che però sostiene Zapatero perché le sue sono pur sempre riforme volute da vaste maggioranze di spagnoli.

Precisamente questa novità indispettisce tanti politici e intellettuali italiani, anche a sinistra. Indispettisce lo spazio dato alla società civile e ai diritti, a scapito non solo della centralità dell'economia ma dei poteri partitici (Prodi stesso fu guardato con diffidenza da apparatchik e benpensanti di sinistra quando propose le primarie, fino al momento in cui le vinse alla grande). Indispettisce quella che per Zapatero è etica politica irrinunciabile: «Mantenere la parola data, fare quel che si dice e dire quel che si farà». Indispettisce, più ancora forse del ritiro dall'Iraq e della strategia latino-americana, l'autonomia dalla Chiesa. Resistere al Papa e alle Conferenze episcopali è inconcepibile, oggi in Italia. Tutti in Italia hanno bisogno di ottenere l'imprimatur da una forza esterna, tutti si sentono in qualche modo minorenni e illegittimi - non solo i Ds - e la Chiesa diventa tutore che non si osa contestare. Ogni riformista deve fare da noi concessioni sulla laicità: Zapatero problemi simili non ne ha. È alle correnti conciliari che egli s'appoggia, a teologi come Enrique Miret Magdalena che nel laico argomentare somiglia al nostro Enzo Bianchi. Solo che Miret Magdalena non è ingiuriato quando ricorda che lo Stato e l'Europa sono aconfessionali, e che fin dalla teologia cinquecentesca di Domingo De Soto o padre Molina «la legge civile è fatta per garantire la convivenza tra i cittadini, non per garantire la morale cattolica
». In Spagna è pietra di scandalo che il Papa parli di silenzio di Dio a Auschwitz, e appena nove giorni dopo lasci che lo stesso concetto («eclissi di Dio») sia applicato dal Vaticano a unioni di fatto o matrimoni omosessuali. Non da noi.

Indispettisce infine il rapporto di Zapatero con il passato franchista. Il premier inaugura una politica della memoria che prima era assente, e questo accade nel preciso momento in cui in Italia la memoria accende risse, e la resistenza è ridimensionata. Tutte queste mosse irritano perché scombinano tesi apparentemente dissacranti, ma che in fondo hanno generato nuovi allineamenti. Molto è cambiato da noi ma il conformismo delle élite sembra immutato: è antico, tenace, Jean-François Revel lo denunciava già nel '58, nel libro Pour l'Italie. Per conformismo più che per convinzione si plaude oggi al Papa, e a valori europei uniformi. Per conformismo si dice che la sinistra è buona solo se fa politica di destra, e si scorge in Blair l'unico vero modello. Per conformismo si sostiene che l'etica in politica è qualcosa d'incongruo e risibile: gradito solo a girotondini, attori comici e zapateristi. Qualche giorno fa, replicando a un articolo che sospettava Prodi di ritirarsi dall'Iraq senza coscienza morale, D'Alema ha detto parole che in Italia hanno la freschezza delle dichiarazioni inedite: «La coerenza fra gli impegni che si assumono con i cittadini e le cose che si fanno è a mio avviso un aspetto cruciale del rapporto fra etica e politica» (Corriere della Sera, 30-5-06). È proprio questa l'etica di Zapatero, chiamata da noi deriva e a Madrid mantenimento della parola data. Il conformismo italiano mescola cattolicesimo e economicismo marxista. Neppure s'accorge che le sinistre estreme sono oggi marginali in Spagna, grazie alla preminenza di diritti e laicità sulla classica questione sociale.

In realtà Zapatero innova rispetto a Blair, anche se fa proprie molte sue accortezze economiche. Ha meditato la crisi della democrazia, della politica, e la sua terza via non è quella che aderisce al liberismo e al conservatorismo Usa rinunciando all'identità di sinistra. Come si evince nel libro di Calamai e Garzia, altri sono i riferimenti di Zapatero. Fra questi spicca Philip Pettit, lo studioso che ha teorizzato il repubblicanesimo e il socialismo dei cittadini (i suoi libri son pubblicati da Feltrinelli e dall'Università Bocconi). Nella parola socialdemocratico - dice Zapatero - è il democratico che prevale. Pettit propone un'idea di libertà né liberista né socialista: un'idea più esigente della libertà negativa (libertà dall'interferenza); e meno comunitarista della libertà positiva, che persegue fini collettivi o statali in nome di tutti.

Per il repubblicanesimo può non sussistere interferenza ma può esserci dominio, ed è questo dominio - la paura è una delle sue armi - che occorre controbilanciare con leggi che prevengano sul nascere interferenze sia reali sia potenziali, spingendo gli individui a partecipare alla politica e a contare sullo Stato. Fondamentale, in Pettit, è la vigilanza dei cittadini: «l'eterna vigilanza» nei confronti delle autorità, delle istituzioni, delle degenerazioni tiranniche. Per questo è indispensabile il pluralismo dell'informazione e il rifiuto dei monopoli televisivi, in Pettit come in Zapatero. In una delle prime mosse, quest'ultimo ha restituito al servizio pubblico piena autonomia dal potere politico (un po' come chiesto dall'Usigrai, sindacato dei giornalisti Rai, in una lettera a Prodi del 5 giugno).

Un'altra cosa dice Zapatero, che spiega i pregiudizi italiani nei suoi confronti: «Le persone che meglio sanno esercitare il potere sono quelle che non lo amano». Chi lo ama troppo non ritiene che il mondo vada cambiato per il meglio, usando come alibi i passati errori del socialismo: ciò di cui ha orrore è il rischio, e chi rischia mette sempre in gioco il proprio potere.

Si dice che in un'economia dissestata la sinistra ha pochi margini, per forza. Che il terrorismo restringe diritti e libertà, per forza. Che non esiste quindi vero scontro destra-sinistra. Zapatero con tutte le sue precipitazioni dimostra che non è vero, che niente avviene fatalmente, che la politica è l'arte di creare isole di libertà nel mare della necessità. Isole che permettono ai Giusti di Borges - autore che Zapatero cita spesso, di cui si dichiara «estimatore fino all'ossessione» - di esistere: l'uomo giusto è «chi preferisce che abbiano ragione gli altri», i Giusti «che si ignorano stanno salvando il mondo». Il conformismo che affligge l'Italia politica ha come fine la conservazione del potere, più che l'emergere del giusto. Anche accettare un mondo interamente dominato dalla necessità è conformismo. Un conformismo meno diffuso nella società, che i rischi li teme ma non li respinge.

Per questo Zapatero è figura significante. Lui stesso racconta come adottò l'etica della parola data. Fu quando, il giorno della vittoria, sentì gli spagnoli gridare: No nos falles!- Non ci deludere! Lì capì - dice - che «il potere è nelle mani di chi il potere non ce l'ha». Che chi governa deve sempre dire: «Il potere non mi cambierà». Che per far rinascere la politica, la partecipazione dei cittadini, la loro responsabilità, occorre estendere diritti e democrazia. Non a dispetto del terrorismo e dell'economia, ma proprio perché viviamo tempi di terrorismo e di difficoltà economica.

 
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