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« CensuraMessaggio #786 »

8 / 03

Post n°785 pubblicato il 08 Marzo 2007 da ossimora
 

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La ricorrenza dell'8 Marzo si avvia ai cento anni .

Inutile ribadire che li dimostra tutti  per lo sfilaccicamento progressivo che l'allontana dal suo significato primigenio facendone una data ibrida confusa fra i baci perugina ,le cenette rosa e gli spogliarelli di fisicati bamboccioni.

"Didassicamente",siamo state poco brave .Ahimè!

Non mi pare però neanche saggio accanirsi contro questo andazzo godereccio/consumistico /pecoreccio.Siamo tutti i giorni ,in parte ,così ,quindi...

Io che esco quando ne ho voglia e con chi voglio da sempre non aspetto certo l'8 marzo per "addonnarmi ";se a qualcuno piace e diverte anche  questo ben venga ,non è certo un problema .Come non lo è chi ti regala la mimosa e ti dice "auguri";i fiorai debbono pur lavorare e questo è un periodo altrimenti un pò moscetto per loro.

Niente scandalo.

Tutto fisiologico/organico.

Più desolante ,in generale invece la scarsa e scadente  visibilità dell'aspetto politico della giornata.La sommessa voce dei comitati e delle singole donne che colgono questa occasione non soltanto per incontrarsi ma per fare del "collettivo",un momento propositivo .

Ricordo più di qualche campagna importante partita l'8 Marzo .

Quest'anno è  interessante segnalare  :

Il Laboratorio 50&50, da tempo costituitosi presso la Casa internazionale delle donneche in vista dell’8 marzo, ha messo a punto una proposta di legge per l’elezione della Camera dei Deputati. La proposta è stata presentata da Irene Giacobbe per il laboratorio stesso in un’assemblea dell’Associazione federativa femminista internazionale.

L’obiettivo del laboratorio 50&50 è la presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare che raggiunga l’obiettivo di una presenza paritaria non soltanto nelle Liste elettorali bensì in tutti i luoghi decisionali.SEGUE

 
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 08/03/07 alle 13:32 via WEB
Per il capo dello Stato anche l'occupazione femminile è lontana dai livelli previsti E per loro è molto più faticoso fare carriera. Si teme la fuga di cervelli Napolitano: forte squilibrio tra uomini e donne "Solo poche pattuglie di elette in Parlamento" ROMA - Il quirinale ha celebrato la festa internazionale delle donne con una cerimonia. "Con questo 8 Marzo vogliamo chiamare le donne italiane a lavorare per la causa delle donne, per i loro diritti, per i loro progetti. Questa è la chiave che abbiamo scelto quest'anno", ha detto oggi il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano durante la cerimonia nel corso della quale hanno preso la parola i ministri Barbara Pollastrini, Giuseppe Fioroni e Fabio Mussi. Per il presidente c'è un problema costituzionale: troppe poche donne in Parlamento. E ha citato le parole dell'articolo 3 della Costituzione che chiede di "rimuovere gli ostacoli", quelli che "impediscono il pieno sviluppo della persona umana" senza distinzioni di sesso e di razza. E' il principio fondativo delle pari opportunità che richiama "questioni di libertà e di democrazia" e porta alla questione di riconoscere il ruolo delle donne nella società, nel lavoro e anche nella politica. Per il capo dello Stato inoltre non denunciare le violenze in famiglia diventa un "errore fatale". ''Grave e intollerabile'' è poi il ''fenomeno delle violenze sulle donne''. Si tratta di ''violenze sessuali, fisiche, psicologiche'', ha aggiunto, richiamando ad ''un indispensabile impegno collettivo'' ma anche sottolineando la necessità di ''attrezzarci a combattere discriminazioni piccole e gravi, violenze minori e maggiori'' attraverso un ''robusto tessuto normativo''. Quello che serve - ha sottolineato ancora Napolitano - è un ''impegno fortissimo'', a iniziare dalla ''educazione'' e sin ''dai primi gradi del sistema di istruzione'', al ''rispetto della donna, alla cultura della non violenza, al principio della parita'''. Nel nostro Parlamento, dice ancora il presidente, "ci sono solo pattuglie di elette". "La barriera che blocca l'accesso delle donne agli alti gradi, in Italia è ancora particolarmente robusto. Ci sono stati solo deboli segnali di miglioramento". Napolitano cita la crescita delle imprese a conduzione femminile, l'aumento dell'occupazione femminile, poi osserva: "ma lo squilibrio è ancora altissimo, uno dei più alti in Europa. L'occupazione femminile italiana è ancora ben lontana dall'obiettivo del 60 per cento previsto dal Consiglio di Lisbona del 2000 per l'anno 2010". Non solo le donne italiane sono troppo poco occupate, ma quando lo sono fanno assai più fatica degli uomini ad avanzare in tutte le sfere di attività, dalle imprese private, alla pubblica amministrazione, alla politica, "come ben sanno le pattuglie, solo pattuglie, di elette nel nostro Parlamento". Le conseguenze sono la fuga dei cervelli femminili all'estero. "E' bene che le donne occupino ruoli e mansioni tradizionalmente maschili, ma è bene pure che gli uomini occupino ruoli e mansioni tradizionalmente femminili". Giorgio Napoltiano mutua da "insigni femministe" l'idea con cui chiude il suo intervento alla cerimonia per l'8 marzo. "E' una buona cosa che più padri e più nonni si occupino dei figli e dei nipoti. Per mia esperienza so che i padri ne sono spesso troppo distolti, considerandosi magari giustificati. Sappiamo tutti che nessun servizio pubblico può garantire contro le molte emergenze che la combinazione
 
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