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Post n°1041 pubblicato il 14 Novembre 2007 da ossimora
 

In questi giorni di indagini sul delitto della ragazza inglese a Perugia si è parecchio discusso dei blog dei ragazzi coinvolti nella vicenda.

Brani estrapolati ,inserti  di racconto ,pezzi di palestra di scrittura, sono diventati motivo ed occasione per una sorta di analisi introspettiva di massa .(... curioso leggere in qua e in là ...immaginando l'occhio guardone di chi va cercando psicopatologie e devianze....provate!)

Psicologia  spicciola da rotocalco e da sala d’aspetto assurgono a dignità dotta nella distruzione e/o svilimento del mezzo “blog”.

 Un sacco di persone ,psicologi più o meno videodipendenti,giornalisti e giornalai, hanno fatto a gara nel deprecare,criticare,sminuire;nello sperticarsi a dire che si,chi ha un blog ,è un minus habens ,un qualcuno che non ha  possibilità di relazionarsi con nessuno e  nel vuoto pneumatico della sua esistenza non può che pateticamente affidare ad un diario on line i propri deliri e le proprie ovvie frustrazioni.

 Coloro  che dall’aumento dell’uso della rete e dall’allontanamento di televisioni e pappe pronte ,eterodirette , hanno solo da perdere posso capirli  ,è una questione di sopravvivenza ,di attaccamento alle proprie monocordi comprensioni e capacità interpretative ed al  loro orticello.

Mi sembrano meno comprensibili le parole di chi ,per  professione ,per  ruolo educante o presunto tale,  nei confronti dei ragazzi e in primis di se stessi ,dovrebbe almeno cercare di capire un po’ meglio,evitando di ancorarsi subito ai luoghi comuni neo luddisti che rischiano di creare ancora di più muri e muriccioli.

In questo paese comunque è risaputo che si legge pochino ,maitre a penser compresi  e ci vuole comprensione.

 
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SandaliAlSole
SandaliAlSole il 15/11/07 alle 06:58 via WEB
Ciao Anto, ne avevo scritto anche io qualche giorno fa, quando si parlava del video inserito su YouTube dal rgazzo finlandese. Di nuovo si confondono le cause e gli effetti, e questo è impressionante soprattutto da parte di chi questo dovrebbe fare per mestiere. in ogni caso, questa è la mia riflessione, un tempo gli inquirenti si sarebbero lanciati sui diari personali, sui diari di scuola, sui "pizzini" che si scambiano tra i banchi. Il punto è che blog (ma anche chat e messaggerie) per i più giovani rappresentano semplicemente quell'estensione del desiderio di comunicare che c'è sempre stato. Le mie figlie si consultano via messegner con le loro amiche sui compiti di scuola. Io li facevo al telefono, lamentandomi con imiei che non avevano voluto una prolunga lunghissima che mi consentisse di andare in camera con l'agognato tesoro. invece me ne stavo lì, dietro la porta, accucciata con vocabolario di latino o greco da una parte, la cornetta dall'altra, a tradurre frase per frase con le mie amiche. e uscivo il pomeriggio, per poi tornare e magari rimettermi al telefono con la mia amica (ah le tariffe uniche di unavolta!!!) con le nostre madri che brontolavano chiedendosi che cosa avessimo ancora da dirci. In sostanza, mi domando, cosa sia cambiato. Gli strumenti, ma non il desiderio di comunicare e questo esprimono i blog di molti ragazzi di oggi. Non diversamente da quelli che un tempo riempivano i loro diari di scuola di scritte, pensieri e canzoni. Poi ci sono altri fenomenilegati al mondo dei blog e al social netowlring in particolare. ma credo che in questo caso sarei terribilmente off topic. buona giornata.
 
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