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poesie prose e testi di L@ur@

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

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Messaggi di Giugno 2014

La vita: non saremmo senza di essa.

Post n°868 pubblicato il 30 Giugno 2014 da lascrivana

Per poter sopperire egregiamente a tutte le responsabilità che gravano sulle nostre spalle: bisogna mantenere la mente lucida; e il corpo scevro da qualsiasi sostanza possa compretterne l'equilibrio. E' importante non perdere di vista l'obiettivo che è in primis e riguarda la salute e la psiche.

Non è affatto facile; e spesso si ha la tendenza ad affogare la propria incapacità nell'alcool, e in altre sostanze che apparentemente, sembrano sollevarci dall'oneroso peso: in realtà ci aiutano a sprofondare inarrestabilmente.

La scelta sta a noi, e alla nostra capacità di trovare la soluzione più adeguata alle nostre esigenze. 

Io ho scelto la vita.

Ho capito che il dono più importante è quello ... e non ha prezzo.

Nonostante le difficoltà odierne, che sembrano vogliano sommergermi; ho deciso di non lasciarmi sconfiggere.

Da brava guerriera ho affilato le mie spade e indossato l'armatura.

Ho invocato Dio perché mi sostenesse spiritualmente e ho eliminato tutte le cause che potevano compromettere il mio equilibrio e la mia salute.

Sempre pronta e guardinga; non dimentico che il male è sempre dietro l'angolo: pronto a colpirmi incurante delle difficoltà che già sto affrontando.

Succede anche che, se scruti con attenzione il cuore della gente: trovi anche chi è disposto ad allearsi con te e ad offrirti gratuitamente il suo appoggio -lungi da me l'idea di rifiutare la divina provvidenza- al contrario do' a tutti la possibilità di gratificarsi per l'opera buona compiuta.

L'orgoglio non mi appartiene: faccio buon uso della dignità e della fierezza.

L'aiuto non sempre arriva in denaro; ma anche con la solidarietà, con l'amicizia e con l'affetto.

Ci sono tre cose che i soldi non possono comprare: la vita, gli affetti e la vera amicizia; per tutto il resto c'è master card.

Considerando che ho a mia completa disposizione la cosa più importante e di valore inestimabile: tutto il resto è vano se sopprimo la vita.

Quindi perché avvilirsi? 

I guai si affrontano meglio con questo stato d'animo.

 Ma questa è solo la mia filosofia.

So bene che per molti non e così; spesso degenerano in follia distruttiva eliminandone le cause primarie della propria responsabilità: figli e moglie; e alla fine il suicidio.

Noi pensiamo che le guerre siano solo quelle che si combattono nei campi di battaglia?

Non è così! Oggi si perdono tante vite: vittime innocenti di un sistema ambiguo e ipocrita.

Quindi mi rivolgo a chi ha più potere: come io sono guardinga e combattiva per le mie responsabilità; siatelo anche voi per le vostre.

I vostri continui rincari; le tasse ingiuste che gravano sulle nostre spalle; la vostra egoistica ambizione: sterminano peggio delle armi.

Non sentitevi migliori di Hitler per il genocidio che state effettuando.

Altrimenti come spiegare l'alto numero di omicidio-suicidio dei nostri giorni?

L'ansia; la frustrazione e l'impotenza: sono le cause maggiori che portano allo sfinimento e alla follia.

Diffidando dal fatto che le mie parole non potranno essere accolte da chi ha la possibilità di migliorare le cose; mi rivolgo ad ogni singolo detentore della vita: impariamo a combattere sin da subito: ansie, paure e frustrazioni. Teniamoci lontano da droghe e alcool; e avviciniamoci di più verso chi ci consente la salvezza dello spirito per la preservazione della nostra stessa vita.

La messa è finita andate in pace; e che la mia omelia ci sia proprizia e di sostegno tutto il giorno! Ma anche quelli a venire eh!

Con simpatia e affetto

Laura.

 

 

 
 
 

Buongiorno tra i banchi di scuola.

Post n°867 pubblicato il 26 Giugno 2014 da lascrivana

Buongiorno! Anzi " bonjour a tute le monde" come ci soleva salutare il professore di francese appena entrava in classe. Mi sembra di vederlo ancora: alto, elegante, con un ciuffo brizzolato alla Sgarbi; occhiali spessi e portamento fiero. Oltre a scrivere libri didattici di francese; suonava anche il violino. Una persona di tutto spessore; e con un indole buona e generosa. Tutta la classe si prendeva gioco di lui e faceva baccano nelle sue ore di lezione; a rispettarlo eravamo in pochi. Ricordo che un giorno, notevolmente irritato dall'atteggiamento irrispettoso e inquieto dei compagni di classe; e dopo averci ammonito più volte; preso da un attimo di irrazionalità scaraventò a terra la cattedra. Io, che in quel momento mi trovavo alla lavagna per fare un esercizio: rimasi sbalordita del suo atteggiamento e dagli urli che lanciavano i compagni. Cercai di calmarli vedendo l'espressione agitata e confusa del professore, che si chiedeva disperato il perché nessuno lo stava mai a sentire: Ne ebbi una gran pena! Così mi avviccinai per confortarlo: ritenendo che aveva ragione e che la classe era davvero insopportabile. Anche i miei compagni, ammutoliti e colpevoli, si avvicinarono e mi aiutarono a mettere ordine la cattedra e il cartaceo sparpagliato a terra. Nessuno di noi parlò di quella storia, ne con i genitori, ne con il preside: consapevoli che avevamo superato i limiti. Il professore era l'anima più buona che avessimo mai incontrato; e ci feriva l'idea che eravamo riusciti a fargli perdere il controllo in quel modo. Il giorno dopo, nonostante non ci fosse l'ora di francese, venne a trovarmi in classe; mi abbracciò piangendo e mi chiese scusa, davanti alla professoressa d'italiano che mi guardava arcigna. A lei stavo davvero antipatica; e ha fatto di tutto per bocciarmi quell'anno. L'unica mia pecca era la geografia, e avevo trasformato l'interrogazione in una vera chicca per la classe che non smetteva di ridere. Da quel giorno, mi ha preso di mira, e non potendo giustificare in alcun modo il suo atteggiamento negativo nei miei confronti e i bassi e gli ingiustificati voti che mi metteva, diceva che lo faceva in quanto il mio quoziente intellettuale era più alto della media:

-badate bene ragazzi, la vostra è un intelligenza normale; e la sua che è superiore alla media-

E fu così che mi rifilò l'insufficienza anche la, dove non avrebbe dovuto; persino nelle materie in cui tutta la classe copiava da me.

Non insistei sull'argomento in quanto sapevo che quello era l'ultimo anno che mi era concesso di andare a scuola. 

Così lasciai che presentasse la mia bocciatura.

L'anno successivo presentai gli esami di seconda e terza media in un altro istituto scolastico. Studiai in privato utilizzando le materie scritte dei miei ex compagni cui scuola. Fui promossa con ottimi voti. Durante gli esami, aiutai sottobanco quelli meno preparati di me. La professoressa d'italiano -candidata agli esami- se ne accorse e mi lasciò fare. Solo alla fine mi abbraccio e mi chiese stupefatta come avessero potuto bocciarmi in seconda media.

Senza peli sulla lingua risposi -la professoressa d'italiano del vecchio istituto, mi odiava-.

Fu l'unica a capire che non mentivo. Se mi avessero creduta anche gli altri professori, non avrei affrontato la bocciatura.

Personalmente m'importava poco: poiché per ragioni familiari avrei dovuto comunque presentare la terza media in privato -non faceva alcuna differenza per me, se invece di un anno ne avessi presentato due-.

Alla fine, ebbi anch'io la mia più grande soddisfazione dalla stessa professoressa d'italiano candidata agli esami:

-Avessi avuto un alunna come te; non le avrei mai concesso di abbandonare la scuola-.

Vi premetto che fece l'impossibile per farmi continuare. Ma era destino che finisse così.

Anche se non mi fu possibile per cause maggiori, proseguire gli studi; non penalizzai mai la mia intelligenza. La mia curiosità e la mia voglia di sapere: sono insaziabili! Ragion per cui mi nutro di tutto quello che culturalmente la vita mi offre. Imparo da tutti e da tutto :dal professore al contadino; dalla terra ai libri; dalla natura alla tecnologia.

Laura

 
 
 

C'è sempre un alternativa.

Post n°866 pubblicato il 25 Giugno 2014 da lascrivana

Ebbene si! Dopo tanti anni rimuovo la musica in auytoplay dal mio blog. Le ragioni sono molto semplici: il tablet non mi da la possibilità di sentirla in automatico. Meglio così, altrimenti i giga si sarebbero consumati con più facilità. In passato traevo maggiore ispirazione con un sottofondo musicale; e le sensazioni che uno scritto mi suscitava, erano di gran lunga maggiori. Mai sottovalutare l'importanza della musica durante una qualsiasi creazione artistica: la si vive con maggiore trasporto. I tempi cambiano, e il nuovo va vissuto sempre con entusiasmo: nonostante gli aspetti negativi, ci sono anche quelli positivi -basta saperli scovare-.

  Non mi è stato affatto difficile trovare gratuitamente un programma di scrittura per android, che ricompensasse quello di office: però ha un difetto, ne ho scaricato la versione in inglese, e di conseguenza quando utilizzo il correttore, mi sottolinea tutte le parole! E questo è il lato comico della situazione.

Fortuna che la mia scrittura è migliorata.

So bene che la sconfitta dell'Italia di ieri, ci ha reso mogi, mogi; ma ricordatevi che siamo tutti fratelli in Cristo; e qualsiasi squadra vinca: sarà ugualmente la nostra vittoria - così disse la volpe quando non arrivò all'uva: è troppo agra-.

Con questo proposito chiudo la pagina odierna; ricordandovi che, come si suol dire nel nostro dialetto: sono capace di "truvare sempra a pezza do stessu culura"  

Abilità che mi ha consentito di superare brillantemente , e opacamente, tutte le prove.

Un sorriso è un caloroso buongiorno, dopo la calura di una nottata da profonda estate; fortuna che sono stata risvegliata da una deliziosa brezza che mi ha piacevolmente accarezzata e rinfrescata.

 

Laura 

 

 

 
 
 

Conclusione del periodo meditatevo.

Post n°865 pubblicato il 24 Giugno 2014 da lascrivana

Ragione, comodamente seduta, al centro dei pensieri: guardava sfilare tutt'intorno le diverse sensazioni che l'avevano preceduta: analizzando meticolosamente, ogni circostanza che le aveva scaturite.

Ci stavano proprio tutte: dalla logica, alla superstizione; dall'invidia alla tolleranza; dall'avarizia alla generosità; eccetera, eccetera.

Affrontare di petto certe situazioni negative; aiuta a combatterle per ritrovare la serenità.

Tutto quello che e' estraneo e distruttivo per il benessere sia interiore che esteriore, va eliminato con cautela: non tutti gli atteggiamenti -nonostante l'aggressività di taluni- sono da considerarsi negativi.

Alcuni di questi, risvegliano le coscienze altrui: mettendoli in discussione. Pacifici si; ma accondiscenti innanzi alle ingiustizie: rimane sempre una colpa di omissione.

E' importante considerare ogni aspetto delle situazioni, in modo che in futuro non ci si ritorcano contro.

Una volta sedata la tempesta, ci si rilassa per raccogliere le energie necessarie per affrontare con maggiore determinazione e coraggio le incombenze quotidiane, che inevitabilmente ci travolgono.

L'essere caratterialmente forti, non ci preserva dalle debolezze che continuamente attaccano le nostre sicurezze.

Molte persone, hanno la tendenza a riversare le proprie frustrazioni sugli altri: soggetti da non sottovalutare - capaci di ledere una persona fino a distruggerla.

Ecco perché bisogna affrontare di petto tutte le sensazioni contrastanti che ci sconvolgono; anche le più insignificanti.

Nonostante le buoni ragioni: non sempre si puo' vincere; in tal caso, l'indifferenza è il migliore atteggiamento da adottare.

E con questo vi comunico che la turbolenza si e' dileguata. 

Con un sorriso vi saluto e...

" Forza Italia!"

Laura

 

 

 

 
 
 

Discussioni "interne".

Post n°864 pubblicato il 23 Giugno 2014 da lascrivana

Convinta che il cambiamento fosse avvenuto: mi avventurai in una nuova giornata ricca di premesse. 

A dire il vero non è che mi aspettarsi chissà cosa; quanto meno che il cambiamento spirituale durasse più a lungo. 

Giammai! Ben presto l'angoscia tornò a farmi compagnia. 

Mi trovo restia nel far si che essa trovasse la porta aperta e potesse accomodarsi nella mia mente per soggiornarvi; ma ahimè! Entrò con impeto spingendo in malo modo le mie riluttanze. Indispettita dalla sua prepotenza; diedi fondo a tutta la mia buona volontà per scacciarvela dalla mia mente. Mi aspettavo di sconfingerla in poco tempo come al solito; e invece no! La trovai più forticata di prima. Chissà da dove aveva tirato fuori tutta quella caparbietà? Una domanda inutile visto la testa dura che l'aveva scaturita. Il gioco stava diventando duro! Bisognava inventarsi qualcosa per poterla distruggere definitavamente. A nulla sono valse le mie arie di donna risoluta; non sembrò per nulla intimidita.

- Se pensi che io ti lasci prendere possesso del mio territorio, ti sbagli di grosso!-

Si fece avanti ardita la filosofia; tenendo i pugni stretti e assumendo un aria minacciosa.

- Non farmi ridere! Ho già occupato gran parte del territorio-

Rise beffarda l'angoscia.

- Non temere filosofia, ci sono io costanza, a darti manforte-

-Ah a ah, donna Sofia, e donna Costanza, vogliono mettersi contro di me? Sua signoria l'angoscia!-

- Con 'sua signoria' ci andrei cauta mia cara angoscia; la monarchia è decaduta da un pezzo. Rispose la ragione mettendo a tacere la presuntuosa angoscia-

- Avete visto mie care? Anche la presunzione si è alleata con me. A chi aspettate  per arrendervi?-

- Giammai! Abbiamo deciso di lottare e lotteremo!-

Rispose risoluto l'orgoglio.

-Finalmente ti sei fatto vivo!-

Lo ammonì filosofia.

-Meglio tardi che mai!-

Così orgoglio si schierò con filosofia e costanza.

-Pensate di avere la vittoria in pugno? Ah! Come v'ingannate! Ci sono io, l'arroganza a dare manforte ad angoscia e presunzione-

Con l'arrivo di arroganza,si misero in pari: tre, contro tre.

Bisognava darsi da fare per trovare un alleato altrettanto forte per sconfiggerli!

L'arrivo della fantasia fu impetuoso e clamoroso! Mise subito alla porta: l'angoscia, la presunzione e l'arroganza.

Essi lasciarono sconfitti il territorio, con la promessa che sarebbero ritornati.

Intanto, fantasia, filosofia, costanza e orgoglio: si godevano soddisfatti la loro vittoria.

A questo punto la ragione si accomodò sfinita e appagata: almeno per un po' poteva stare tranquilla. 

Laura

 
 
 

il dubbio e la ragione.

Post n°863 pubblicato il 21 Giugno 2014 da lascrivana

Il dubbio nasce dopo un approfondita analisi in cui mi sono messa in discussione, traendone delle conclusioni poco lusinghiere per me. Non sono solita a dubitare delle mie capacità; eppure talvolta accade. Di solito si presenta dopo un periodo parecchio stressato; oppure quando sono sottoposta a un ulteriore esame. Il dubbio s'insinua viscido e silenzioso nei meandri della mia mente. Serpeggia imperterrito, seminando inutili ansie e sfiducie. E così, come delle volte - quando va bene- mi appare che tutto giri a mio favore; anche nel caso contrario -mi sembra che tutto mi si ritorci contro-. Il mio pensiero galoppa su un cavallo condotto da un abile spadaccino, e mi vedo li, a sterminare, come don Chisciotte, tutti i mulini a vento che la mia mente ha abilmente ideato.

Oh! Come tutto mi sembra vero innanzi a questa premessa di autovittimismo.

E' tutta colpa dell'energia negativa che mi fa da aureola in alcune situazioni. L'unico modo che conosco per esorcizzarla -e scrivere di essa-.

Spesso mi si rimprovera per la mia vacuità, e per la mia incapacità di esporre tutte le mie debolezze; sennonché di usare metafore e paradossi per esternare un mio reale disagio.

E' chiaro che a questo punto mi si chiede di fare le cose per bene ed esporre pure la causa di questo mio pseudo malessere.

Mi spiace signori di non potervi fare, ancora una volta, partecipi di questo mio malumore -scrivere un diario, mi viene a noia farlo in privato- figuriamoci pubblicamente.

Già mi tedio da sola con le mie paranoie, a volte motivate, altre irrazionali.

Non nego che è anche il mio spirito di conservazione che m'impedisce di pubblicare i miei dolori e i miei affanni.

Mi conoscete bene voi; e penso di conoscermi anch'io - non troppo bene però: altrimenti mi tolgo il gusto delle sorprese che sono solita farmi-.

Eh già! Perché io ho l'abitudine di suonarmela e cantarmela da sola: io sono il coro e l'orchestra. Tra le altre cose sono pure autodidatta; fin qui potremmo trovarci anche bene ed elogiare questa mia qualità; anche se poi sorge il dubbio - ma se l'insegnante di me stessa sono stata io; chi ha insegnato me?- Allora l'autodidatta va a farsi benedire.

E fu così che giunsi all'amara conclusione, che non fu per maggiore intelletto che potei colmare le mie lacune d'ignoranza; bensì sgraffignando sapere a destra e a manca.

Ebbene si! Oggi denuncio il mio reato d'appropriazione indebita di cultura. Giammai sborsai un euro per acquistare un libro o pagare un istruttore -taccagna come sono mi accontentai pure delle etichette sulle bottiglie o sui pacchi degli alimenti, pur di non comprare una rivista-.

Logorroica come sempre chiudo qui questa mia lettera. 

Intanto vi comunico che nello scrivere questo post, ho dimenticato il dubbio iniziale che mi aveva assalito.

Mi sa che tra le mie qualita' posso annoverare anche quella di essere un autoanalista come Freud. 

In effetti l'ho già notato quando mi addormentò: entro in uno stato di trans che non sento nemmeno le cannonate. Sarà perché mi autoipnotizzo!

 :-) 

Laura

 

 
 
 

Innamorarsi a sessant'anni. Finale.

Post n°861 pubblicato il 19 Giugno 2014 da lascrivana

Il diario di Annalisa e Riccardo, proseguiva con una descrizione dettagliata del tempo passato assieme. Ciò che maggiormente spiccava dalla loro relazione : era la capacità di sorprendersi continuamente. Entrambi avevano l'abilità di soprassedere sui difetti ricordandone i pregi che avevano fatto la felicità l'uno, dell'altro. Annalisa, oltre ad essere una brava moglie, era anche un appassionata amante. Riccardo non lo era di meno; e le loro litigate finivano sempre in un travolgente amplesso.

Entrambi avevano imparato ad applicare sapientemente i tasselli dei difetti, la dove i pregi lasciavano un vuoto - tanto da ricavarne un puzzle completo della loro vita assieme- consapevoli che a renderla più piena e competitiva, erano anche le loro divergenze. Quel libro stava insegnando a Giacomo, e ad Ester, come riuscire a convivere per tanto tempo, rimirandosi ogni stagione della loro vita sotto una luce diversa: sempre più splendente.

Sapevano cogliere i segni del tempo che passava, che maturava sia il corpo che l'anima: come una novità che avrebbe rinnovato il loro amore. 

In quei diari, custoditi gelosamente, si racchiudeva il segreto della felicità e il  piacere della convivenza.

I fantasmi del passato, incombevano il giorno del loro anniversario -trentacinque anni di matrimonio- materializzati dalle parole depositate nel tempo.

Nonostante, conoscessero molte cose l'uno dell'altra, attraverso la lettura dei loro diari, si riscoprirono più innamorati di prima.

Le loro segrete confessioni, i loro sbandamenti, non costituivano più un pericolo per entrambi, al contrario: si presentavano come una sfida colta per fortificare la loro unione.

Non fu la gelosia che prese il sopravvento, nell'apprendere che più volte erano caduti in tentazione: bensì la consapevolezza che alla fine si erano nuovamente scelti.

Le possibilità che entrambi si erano concessi, avevano consolidato e arricchito il loro rapporto; sia sul piano sessuale che emotivo.

E oggi, a sessant'anni compiuti da poco, Annalisa e Riccardo: s'innamoravano ancora una volta l'una dell'altra.

Una passione nuova, riempiva i loro sguardi carichi di desiderio.

Le loro mani, esploravano i loro corpi segnati dal tempo, come se fosse la loro prima volta; mentre nei loro occhi,le immagini di una vita scorrevano come la proiezione di un vecchio film.

Giacomo e Ester, giunsero alla fine del libro, estasiati e appagati: quasi come se quella storia fossero stati loro a scriverla.

Il finale di Annalisa, svelava il segreto della sua costanza.

- Ho vissuto intensamente ogni stagione della mia vita, senza paura d'invecchiare, consapevole che avrei fatto il possibile per mantenere il mio amore sempre fresco e giovane. Non mi sono negata gli entusiasmi afliggendomi per le mie rughe; ogni qualvolta che faccio l'amore con Riccardo, rivedo il mio corpo giovane e aitante che ondeggia sinuoso: ebbro di felicità.

Evitavo anche di guardarmi allo specchio, pur di mantenere intatta l'idea che il mio corpo fosse ancora giovane e desiderabile.

Scacciai ogni insinuazione che poteva compromettere quello stato di ebbrezza; facevo il possibile per convincere Riccardo, che non contavano il segni del tempo sul corpo, bensì, la capacità di non abbandonarsi alla tristezza di un deperimento fisico: ricordandogli che l'anima non ha età.

Fine

PS: il pensiero di Annalisa, la protagonista da me creata, mi appartiene. Non è solo l'amore che vivo con questa filosofia; ma anche l'amicizia, la famiglia, i colleghi di lavoro.

Comunque vada, ogni giorno, mi gioco l'unica carta che ho a disposizione " la vita".

Laura

 
 
 

Innamorarsi a sessant'anni: parte quinta.

Post n°860 pubblicato il 17 Giugno 2014 da lascrivana

Ester, aspettava con ansia, la ripresa della lettura del libro regalatole da Giacomo. Quella sera non volle neanche uscire per conoscere la prima pagina del diario di Annalisa, protagonista della storia di "Innamorarsi a sessant'anni".

Giacomo, dal canto suo, piacevolmente stupito dall'entusiasmo di Ester, non se lo fece ripetere due volte; anche perché, nonostante non fosse il suo genere di lettura, aveva catturato la sua curiosità.

 Dal diario di Annalisa:

10 marzo 1975

Oggi ho conosciuto Riccardo: un ragazzo benestante nuovo amico di mio fratello Luigi. Ha portato con se la chitarra, e insieme a mio fratello hanno messo su una piccola band e hanno iniziato a strimpellare qualche canzone. Luigi è una frana con la chitarra; ma Riccardo no; lui si che ci sa fare.

Di tanto in tanto alzava lo sguardo e mi fissava con suoi occhi scuri. 

Mi piace! Accidenti! L'ho appena conosciuto e già mi fa uno strano effetto. 

La primavera è arrivata, sia fuori che dentro me. 

Mi piace l'idea di fare scampagnate insieme a Luigi e Riccardo. E si! Perché oggi Riccardo ha proposto a mio fratello di fare una gita al lago domenica. Luigi ha subito accettato con entusiasmo, anche se a malincuore non ha potuto fare a meno di acconsentire alla richiesta di Riccardo di portare anche me.

Dopo che Riccardo, fu andato via, ho buttato le braccia al collo di Luigi, stringendolo a me e  promettendogli che non si sarebbe pentito di portarmi con se; avrei invitato Patrizia, la mia migliore amica. Sapevo quanto Luigi tenesse a lei; in effetti il suo sorriso luminoso, non smentì la mia ipotesi.

Diario di Riccardo.

18 marzo 1975

Stasera l'eccitazione e l'ansia di rivedere Annalisa l'indomani non mi fanno prendere sonno! Sono riuscito anche a scrivere una nuova canzone.

E' stupenda! Mi ha ammaliato con il suo sguardo vivace e intelligente. 

Per tutto il tempo ho solo avuto una voglia matta di baciarla; d'inebriarmi del suo profumo. Infilare le dita tra i suoi capelli. Ah, quella massa riccia!

Non vedo l'ora di rivederla.

 19 marzo 1975

Scrive Annalisa:

Mi ha baciata! Riccardo mi ha baciata!

E' stato bellissimo!

 Ha approfittato di un momento in cui, Patrizia e Luigi, si sono allontanati per una passeggiata.

Mi ha detto che desiderava farlo sin dal primo momento che mi ha conosciuto.

E poi quando un temporale, ci ha colti all'improvviso, mi ha preso per mano e mi ha trascinato di corsa fino alla macchina.

Ma io in un eccesso di euforia e di desiderio, l'ho fermato per baciarlo sotto la pioggia che scendeva a dirotto.

Inzuppati fradici, bevevamo l'uno dalle labbra dell'altro.

Ci scambiavamo baci appassionati, quasi a divorarci.

Lo amo! Mio Dio! Non mi era mai successo di provare un sentimento simile prima d'ora.

Ho un desiderio folle di diventare finalmente donna con lui.

In fondo ho ventidue anni! Le mie amiche hanno già fatto all'amore da un pezzo.

15 Aprile 1975

Scrive Riccardo.

Non immaginavo che Annalisa fosse ancora vergine.

E' stato stupendo scoprire che ancora esistono ragazza come lei, capaci di sorprenderti fino a toglierti il fiato.Non ho sonno questa notte. Ho voglia di suonare e di cantare! L'ora tarda m'impedisce di dar sfogo alla mia gioia; ma ciò non toglie che posso scrivere di lei; della sua pelle d'avorio; del suo profumo di lavanda. Scrivere del suo sguardo impaurito e delle sue mani impazienti che mi accarezzavano per incoraggiarmi a proseguire, nonostante fosse la prima volta e il dolore le impediva di raggiungere il mio stesso piacere!

Oh Annalisa! Non immagini nemmeno quanto ti amo... La prossima volta farò il possibile che anche per te sia indimenticabile amore mio!

Laura

 

 
 
 

Una breve pausa.:-)

Post n°859 pubblicato il 16 Giugno 2014 da lascrivana

Quando inizio una storia, non so mai dove andrò a parare; è soltanto nel corso della narrazione che scopro cosa mi ha spinto a creare determinati personaggi. Man mano che andrò avanti, con il subentrare dei protagonisti del libro che Giacomo sta leggendo a Ester "Innamorarsi a sessant'anni" scoprirete anche voi la cosidetta morale della storia.

Questa narrazione, apparentemente noiosa, mette in risalto uno dei mali più grandi della coppia moderna -l'incapacità di sorprendersi per amarsi in una maniera sempre nuova e intrigante- un male che i protagonisti della lettura di Giacomo, sembrano non conoscere.

 Laura

 

 
 
 

Ancora regole. :-)

Post n°858 pubblicato il 15 Giugno 2014 da lascrivana

Ancora regole per vivere meglio.

Regola numero uno: io giudico i fatti, non le persone -le persone possono cambiare; le azioni compiute no-.

Regola numero due: per istinto riesco a riconoscere, chi nella vita mi concederà più di una possibilità -perciò vi chiedo: concedetevela voi "abbiate fiducia in me"

- :-) 

Buona domenica.

Laura

 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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