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« Controllo mentale.Ammalati d'infelicità. »

Quante violenze?

Post n°235 pubblicato il 25 Agosto 2014 da lontano.lontano
 

Violènzas.f. [dal lat. violentia,der. di violentus«violento»].–
1. Con riferimento a persona, la caratteristica, il fatto di essere violento, soprattutto come tendenza abituale a usare la forza fisica in modo brutale o irrazionale, facendo anche ricorso a mezzi di offesa, al fine di imporre la propria volontà e di costringere alla sottomissione, coartando la volontà altrui sia di azione sia di pensiero e di espressione, o anche soltanto come modo incontrollato di sfogare i propri moti istintivi e passionali: un uomo rozzo e volgare, noto per la sua v.,per la v. del suo carattere temperamentoera incapace di dominare (o controllarefrenarelav. della sua indole. Per estens., riferito ai sentimenti e alle loro manifestazioni, forza particolarmente intensa: reprimerela v. degli istintidella passionesfogarecontenerela v. dell’ira.
2. a.Ogni atto o comportamento che faccia uso della forza fisica (con o senza l’impiego di armi o di altri mezzi di offesa) per recare danno ad altri nella persona o nei suoi beni o diritti, quindi anche per imprese delittuose (uccisioni, ferimenti, sevizie, stupri, sequestri di persone, rapine): ottenere,carpirecostringere con la v.ricorrere, o fare ricorsoalla v.farsi consegnare il denaro con la v.atto di violenza, come singola azione o comportamento (anche assol. violenza, che in questa accezione può avere il plur.: porre fine alle v. di un mafiosoessere sottoposto a continue v.);e come fatto e manifestazione collettiva, di gruppo: la v. della folladelle masselo scatenarsi della v. popolare

In senso più ampio, l’abuso della forza (rappresentata anche da sole parole, o da sevizie morali, minacce, ricatti), come mezzo di costrizione, di oppressione, per obbligare cioè altri ad agire o a cedere contro la propria volontà: fareusare v. a qualcuno; subirepatire v.ribellarsi alla v.fare(o usare)v.a una donnaa un ragazzo
, abusarne sessualmente. 
Sotto l’aspetto più propriam. Giuridico: v. fisica, quando si attua come costrizione materiale, facendo uso della forza; v .privata, reato che consiste nel costringere altri con violenza o minaccia a fare, tollerare o omettere qualche cosa, ledendo così la libertà individuale del soggetto e condizionandone l’attività; v.sessuale
, delitto contro la libertà personale che consiste nel costringere con violenza o minaccia una persona a compiere o subire atti sessuali: introdotto nel sistema penale nel 1996 in sostituzione dei reati di violenza carnale. 
Dalla violenza fisica si distingue la v.morale, quella che viene subìta dal soggetto a causa del timore indotto in lui dall’azione esterna (o in genere, come sinon. Di v.psichica, quella che si esercita sull’animo di una persona, mortificandone lo spirito, soggiogandone, annullandone o limitandone la volontà,plagiandola); nel diritto canonico si prevede inoltre una v.assoluta,che si ha quando la resistenza da parte di chi la patisce è totale. In usi fig.: fare dolce v.,indurre altri a fare o ad accettare cosa in sé non sgradita, vincendone la resistenza con modi delicatamente insistenti e persuasivi; farsi violenza, imporsi, con uno sforzo di volontà, un comportamento attivo o, più spesso, passivo, contrario ai proprî impulsi o sentimenti. Fare v. a un testo,a un articolo di legge
, e sim., interpretarli in un significato che in realtà non hanno, forzarne il senso.
b. In sociologia, l’uso distorto o l’abuso della forza contro qualcosa che gode della protezione della legge e del controllo sociale in genere (quindi non soltanto persone, ma anche istituzioni, beni della collettività, ecc.); in senso più ampio, ogni forma di aggressione, di coercizione, di dominio, e anche, più astrattamente, di influenza, condizionamento e controllo delle attività pratiche e più ancora di quelle intellettuali dell’uomo, esercitata non tanto da singoli quanto dalle istituzioni che detengono il potere. Ne consegue un concetto della violenza come fatto sociale: assistere al diffondersi della v.degli episodi di v.porre un argine al dilagare della v.all’escalation della v.le radici della v.la spiegazionela giustificazione, o la condannal’esecrazione della v.; in partic., v.politica,quella che ha come motivazione o pretesto la contestazione e il rifiuto della legittimità di un sistema sociale, e può raggiungerei toni estremi del terrorismo; la teorizzazione della v. come lotta politica
la strategia della violenza.
c. Nel diritto penale militare, attidi violenza
, reato in cui incorre il militare che, nell’esecuzione di un ordine o di una consegna, venga a vie di fatto, o che, chiamato a impedire o reprimere un disordine, ecceda nell’impiego della forza.
d.Nel diritto internazionale, v. bellica,il complesso degli atti di ostilità che il diritto internazionale consente a una nazione di compiere contro un’altra nazione con cui sia in stato di guerra; v. politica, la pressione che uno stato esercita su di un altro – e in partic., alla fine di un conflitto bellico, lo stato vittorioso su quello avversario – per indurlo a un determinato atto internazionale(accordo, rinuncia, ecc.).

Ho dovuto allungare a dismisura l'articolo per copiare, dal dizionario Treccani, la definizione di questo sostantivo; cosa necessaria per dimostrare, qualora ce ne fosse bisogno, l'uso distorto dell'informazione mediatica.
Se avrete la voglia di leggerlo, vi chiedo di aiutarmi a trovare una riga, una frase, una parola che riconduca alla misurazione del grado della violenza, perché io non ho trovato nulla.
Per essere maggiormente chiari; c'è scritto qualcosa che indichi se c'è una violenza più grave di un'altra?
C'è una violenza più violenta di altre? 
C'è una scala tipo l'indice di magnitudo per i terremoti o come quella che indica la forza di un uragano?
Assolutamente no, eppure, anche gli episodi violenti, son trattati secondo una scala di valori e il grado di gravità cambia in virtù dell'identità del responsabile.
Per cui, se qualcuno sgancia bombe "umanitarie" le vittime delle stesse, sono un numero fisiologico, quindi non è cosa grave, se i razzi lanciati da qualcun altro son centinaia ma non fanno vittime perché intercettati ancora in volo, sono invece un atto gravissimo di aggressione violenta.
Se poi i lanci di razzi, son quelli della vendetta e arrivano a segno colpendo ospedali e centri civili 
causando centinaia di vittime, quella non è violenza grave, anzi non è proprio violenza ma una giusta risposta militare.
Decapitare un essere umano è cosa raccapricciante, vile e inumana ma lo sono, nella stessa misura, le sopraffazioni e le torture alle quali sono sottoposti altri esseri umani; non si possono fare distinzioni,
non si può e non si deve essere severi accusatori prima e indulgenti giudici dopo.
E' un violento xenofobo nazista il politico britannico Nigel Farage ma, non si macchiano di queste colpe Martin Schulze e la cancelliera Merkel che un po'più “tedeschi” di lui lo sono!
Son punti di vista o, stravolgimento della verità, fate voi.
E' violenza violentare la verità, è violenza strumentalizzare la violenza, è violenza appiccicare etichette denigratorie al nemico, è violenza distruggere psicologicamente l'avversario, è violenza annientare i popoli con crisi economiche pianificate.
Esattamente la stessa violenza di una decapitazione, nulla di più e nulla di meno, la violenza è violenza....... sempre e comunque.
Se tutti noi accettiamo invece il “doppiopesismo”, senza capire che anche una tal violenza può causare altra violenza non ne usciremo mai più.
Penso che sia molto più corretto condannare ogni tipo di violenza piuttosto che arrampicarci sugli specchi per trovare un cavillo, un “ma” un “però” per poter mettere a confronto e “pesare” due violenze, tanto da dimostrare, ipocritamente, che la bilancia pende sempre dalla parte che ci sta a cuore.
Per agire così sarebbe però necessaria l'onestà e l'esercizio del libero pensiero, virtù che, in questo mondo corrotto e composto da persone corrotte e corruttibili, dubito sia cosa possibile.

https://www.google.it/search?q=violenza+soldati+usa&es_sm=122&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ei=Xxz7U5CAFOPD7Aben4HwAg&ved=0CAgQ_AUoAQ&biw=876&bih=515&dpr=0.9#facrc=_&imgdii=_&imgrc=6TJ0d6i64XjVhM%253A%3BcVIvcWdiZTZddM%3Bhttp%253A%252F%252Fwww.ilmessaggero.it%252FArchivioNews%252F20090528_abu-ghraib1.jpg%3Bhttp%253A%252F%252Fwww.ilmessaggero.it%252Fhome_nelmondo%252Fgenerale_usa_stupri_nelle_foto_segrete_del_carcere_iracheno_di_abu_ghraib%252Fnotizie%252F60079.shtml%3B660%3B557

 
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