Bellezza e squallore

ROMA (15 dicembre) - La Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha condannato l'Italia per aver concesso la semilibertà al mostro del Circeo, Angelo Izzo. Concedendo nel 2004 la semilibertà a Izzo, sottolinea la Corte di Strasburgo, le autorità italiane hanno violato il diritto alla vita di Maria Carmela Linciano e Valentina Maiorano, uccise da Izzo il 28 aprile 2005 mentre godeva di questo beneficio.
La Corte ha anche stabilito che le autorità italiane dovranno risarcire i familiari delle vittime con 45mila euro per danni morali. 

Giustizia e ingiustizia nello stesso tempo.

E’ sacrosanto che la Corte Europea riconosca un risarcimento ma soprattutto critichi il comportamento di un giudice che conceda la semilibertà a colui che ha commesso un crimine, ma è vergognoso che tale ammenda venga pagata dallo stato italiano e non da chi ha presa una decisione indegna ed errata.

Io come tutti voi, dobbiamo una parte di quei soldi ma perché siamo costretti a questo esborso se non siamo responsabili di una sentenza sbagliata e se oltretutto, saremmo persino stati contrari a questa se fossimo stati interpellati?

Chi sbaglia non paga se fa parte della casta, scandalizzarci, schifarci, cristonare per qualche minuto per poi pensare ai nostri travagli quotidiani, è ciò che facciamo ed è questo che lor signori vogliono.
Abbiamo una giustizia da barzelletta in linea perfetta con il Paese.
Veniamo derubati quotidianamente, son violate le nostre case, non possiamo più girare sicuri per le strade, ci ammazzano sulle strisce pedonali drogati e ubriachi al volante, ma nessuno mette piede in galera e se qualche sfigato lo fa dopo qualche mese è già libero.
Provate invece voi a ribellarvi ad usare la forza per difendervi da chi mette in pericolo la vostra vita e per voi le patrie galere saranno la vostra definitiva dimora.
Forse appartengo ad un altro mondo, forse ho un modo diverso di pensare ma sta cosa proprio non mi và giù.

I colpevoli, tutti coloro non vogliono stare alle regole, i delinquenti devono esser messi in condizione di non nuocere e altri come loro in toga non devono arrogarsi il diritto di tenerli fuori.
Son parole forti, me ne rendo conto, ma chi si mette dalla parte del reo è suo complice quindi  colpevole a sua volta per cui delinquente lui stesso anche se si fa chiamare vostro onore.