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la poesia, la musica ed il loro contrario.

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Messaggi di Novembre 2018

 

Il ponte tra le nuvole

Post n°361 pubblicato il 21 Novembre 2018 da lontano.lontano
 

 

C'è su in cielo un posto per noi,
dove "addio" non si dirà mai.
Dolore qui, non provi più,
le lacrime non scendon più.
Il presente è già serenità
il futuro poi paura più non fa.
Tutto fantastico...
però mi manchi tu.
Qui corro incontro al vento
e non conta dove andrà
e come per il vento
i recinti non ci son più
Ti aspetto qui paziente
tutto il tempo che tu avrai,
sperando che il tuo tempo troppa fretta non abbia mai.
Tra le nubi c'è un ponte nel blu,
che userai per venire quassù,
mi ritroverai e ti ritroverò
da te lontano mai più sarò.
Una nuova vita è qui per te
e io la vivrò per sempre accanto a te.
Un'ombra sul ponte la
quello sei proprio tu.

                                ************

Rielaborazione personale della leggenda:
Il ponte dell'arcobaleno.


                               *************

Avevo questa musica, li messa da parte, sapevo che sarebbe stata adatta per scriverne le parole, o meglio, per tradurre le note che contiene in parole ma, forse, non era giunto ancora il momento magico per poterlo fare.
Una sera, mentre stavo colloquiando con una persona, senza alcun motivo particolare, senza agganciarmi a nulla, senza che nessun pensiero fino a quel momento fatto avesse la minima attinenza con la mia domanda, chiesi: Tu conosci la leggenda del ponte dell'arcobaleno?
Mi disse di no, ed allora, gliela raccontai in maniera molto sintetica.
Questo fatto innescò qualcosa nella mia mente che, nelle ore successive, estrapolò le parole da quella musica.
Io scrivo così, non posso farlo in altra maniera, non posso cercare un argomento o farmi venire un'ispirazione, un'idea, un'emozione che in quel momento non ho; devo scrivere quando ho un impulso così forte tanto da costringermi a farlo.
Per questo motivo, non ci metto molto a scrivere un testo, devo solo fare attenzione alla metrica, che richiede l'elaborazione della frase in una forma appropriata.
La melodia che ascoltate è una delle più facili essendo un discorso musicale lineare, chiaro, ben articolato, la difficoltà che ho incontrata, invece, è stata quella di tenere a freno le mie emozioni.
Non è un concetto facile da spiegare ma, come ho già avuto modo di dire, quando scrivo, lo faccio come sotto dettatura e tutto ciò che vedo comparire sullo schermo del mio pc, è una sorpresa emozionale che mi sconcerta.
Le parole sono inattese e sorprendenti tanto da prendermi a cazzotti l'anima, ed è noto che, se non sei pronto a prendere un pugno, la mancata ed immediata reazione ti stende in modo pesante.
I giorni seguenti alla pubblicazione mi sono chiesto, cosa ci sia in questa leggenda che strazia il cuore di coloro che ne vengono a conoscenza.
A mio parere è la consapevolezza di qualcosa che riteniamo impossibile.
E' il miracolo che commuove, è l'irrealtà che diventa reale, è il sovrannaturale che prende forma, è la trasformazione del nulla in concreto è tutto quello va oltre l'immaginario.
E cosa lo è di più dell'umanizzazione di un animale?
Del proprio animale che, dopo una vita di smisurato affetto silente, lo può esprimere esattamente come noi abbiamo fatto con lui, non solo con gesti ma anche a parole.
Cosa c'è di più commovente di apprendere che un essere un po' diverso da noi vive le nostre stesse emozioni, provando quello che noi stessi proviamo, tanto ad arrivare ad annullare tutte le distanze che pensavamo ci separassero?
Non riusciamo ad arrivare alla fine di questa leggenda senza doverla interrompere perché soffocati dal pianto e dalla gola stretta in un nodo, ma non serve neppure finirla perché è proprio dove dovrebbe finire che inizia.
Non provo la stessa emozione se penso che, quando sarà il momento di dire addio al mio mondo, in un altro, di cui nulla so, potrei esser accolto da persone care che li già si trovano.
Non mi strazia il cuore questa visione perché, in qualche modo, potrebbe esser pur logica, non so quanto vera ma, possibile, non mi sconvolge l'improbabile ma la nessuna probabilità che va a concretizzarsi.
Ciò che turba la mente e la disorienta è il meccanismo di elaborazione che ci conduce a riflettere sul fatto che, tutto quello che noi credevamo fosse solo di nostra esclusiva appartenenza, in realtà, appartiene ad ogni essere vivente.
Non è un processo psicologicamente facile da affrontare perché se da una parte c'è un'umanizzazione ne consegue che dall'altra ci sia un taglio della stessa; vale a dire, se non siamo i soli umani, siamo meno umani di quando eravamo soli ad esserlo.
Ecco perché siamo, o forse è meglio dire, saremmo più felici di vedere il nostro animale, li vicino a quel ponte ad attenderci piuttosto che un nostro congiunto.
Ecco perché se avete avuto un animale, vi sarà difficile non commuovervi e, ardentemente sperare che, almeno per una volta, una leggenda possa diventare realtà.

 

 

 
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