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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"
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Post n°2115 pubblicato il 22 Ottobre 2019 da ossimora
PRIMO LIBRO del BOOK CLUB . LIBRERIA PACI Città di Castello 25 Luglio 2019
N 50
Alex Michaelides La paziente silenziosa Einaudi Alicia Berenson sembra avere una vita perfetta: è un’artista di successo, ha sposato un noto fotografo di moda e abita in uno dei quartieri più esclusivi di Londra. Poi, una sera, quando suo marito Gabriel torna a casa dal lavoro, Alicia gli spara cinque volte in faccia freddandolo. Da quel momento, detenuta in un ospedale psichiatrico, Alicia si chiude in un mutismo impenetrabile, rifiutandosi di fornire qualsiasi spiegazione. Oltre ai tabloid e ai telegiornali, a interessarsi alla «paziente silenziosa» è anche Theo Faber, psicologo criminale sicuro di poterla aiutare a svelare il mistero di quella notte. E mentre a poco a poco Alicia ricomincia a parlare, il disegno che affiora trascina il medico in un gioco subdolo e manipolatorio. Inizialmente per Faber è difficile capire cosa c’entrasse questo il mito greco di Alcesti con l’omicidio compiuto da Alicia ma successivamente tutto gli sarà chiaro… Le vicende narrate si suddividono in tre filoni, uno all’interno del manicomio criminale in cui Faber lavora per “salvare” Alicia, uno riguarda la vita privata di Faber, soprattutto quella sentimentale e l’ultimo fa riferimento alle pagine di diario scritte da Alicia prima dell’omicidio. Il diario ci fa capire molto di lei, ci permette di conoscerla come persona e di conoscere il rapporto con il marito. Da lì si intuisce che Alicia è una donna fragile, che forse vive un disagio ma non si capisce quanto sia profondo. Solo in seguito ne verremo a conoscenza. Di Faber conosciamo la sua vita sentimentale, il rapporto con la moglie e quello con la sua psicoterapeuta. Le sedute che lui fa con la sua terapeuta sono davvero interessanti e ben descritte. Anche Faber ha i suoi segreti e le sue debolezze e il rapporto con la moglie non è poi così sano come ci si aspetterebbe. Ho apprezzato maggiormente l’evoluzione del personaggio di Alicia, inizialmente chiusa in sé stessa trova poi il modo tutto personale per comunicare. Solitamente anche nei triller trovo cose da sottolineare , spunti e spuntini , in questo invece nulla...scorre bene . C'è questo tema di fondo che è un pò il filo conduttore della storia ."quanto uccide l'infanzia di ciascuno sulla persona che diventerà in futuro ? " Non avevo proprio pensato al colpo di teatro finale ...pensando ad un possibile assassino avevo pensato a Max , al fratello di Alicia , allo psicologo ma era difficile immaginare l''esito imprevisto . Non è stato un libro irresistibile seppur molto leggibile .
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