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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"
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Post n°2360 pubblicato il 11 Marzo 2024 da ossimora
Emmanuel Carrère V13 Adelphi Il mio terzo Carrère dell'anno in corso e di sempre. V13 sta per venerdì tredici e si riferisce al 13 di Novembre del 2015 quando a Parigi avvennero una serie di attentati terroristici effettuati da cellule islamiche, in un paio di bistrot , allo Stadio di Francia ( per fortuna senza gravi conseguenze perchè fermato in tempo) e soprattutto nella sala da concerti del Bataclan . Quella sera suonavano gli Eagles of death metal . Gli attentati con i fucili Kalashnikov puntati a distanza ravvicinata e con l'esplosione di uomini bomba immolatisi , causarono 130 morti ed oltre 350 feriti . Sconvolsero la vita di tutte queste persone , di moltissime famiglie e di Parigi e la Francia intera. Carrère raccoglie ampliandoli i suoi articoli per l'Observateur ed altri quotidiani esteri. Ogni giorno per dieci mesi Carrère si è seduto accanto ai sopravvissuti ed ai parenti delle vittime , ascoltando i racconti , emozionandosi e raccontando passo passo il processo. Alla fine l'impressione è che raccontare , ascoltarsi , mettersi nella disponibilità di emozionarsi e di partecipare sia stato un liberarsi collettivo del dolore e del male , un "mettere in comune " per andare oltre , anche perchè in realtà i veri esecutori materiali degli attentati erano tutti morti . IL libro è distinto in 3 parti , le vittime( il più esteso , doloroso ed emozionante ), gli imputati , figure di secondo piano , perlopiù fiancheggiatori che appaiono un pò sballati e poco consapevoli sia delle azioni compiute che della loro vita . Tutti provenienti dai quartieri ghetto di Bruxelles , in qualche caso inviati alle scuola coraniche in Arabia Saudita dalle famiglie per riabilitarsi e tornati "radicalizzati , nuova carne da macello. La terza parte sulla corte , i giudici ,è forse la meno interessante ed anche la più breve. La scrittura di Carrère è ottima , scorrevole , intensa , priva di fastidiose melensaggini e di dictat assertivi e razzistoidi pur essendo pienamente partecipe dei fatti tanto da diventare anche amico di alcuni dei testimoni ,non si perde in ricercare certezze che vadano oltre i fatti nudi e crudi. Bisogna ammetterlo , chi si appassiona ai processi , cronista giudiziario di professione o cronista occasionale come me , è affascinato più dai colpevoli che dalle vittime .Per le vittime si prova pietà , ma è dei colpevoli che si cerca di capire la personalità . Sono le loro vite che vengono passate al setaccio per scovare il punto di rottura , il momento misterioso in cui hanno deviato verso la menzogna o il crimine . Al V13 accadde il contrario . Le cinque settimane di deposizione delle parti civili ci hanno devastato , sconvolto , e ciò che riaffiora a quasi quattro mesi di distanza sono i loro volti messi a nudo dalla tragedia .
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