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Post n°970 pubblicato il 08 Settembre 2007 da ossimora
 
Tag: inserti

 Perchè leggere i classici

I classici sono quei libri di cui si sente dire di solito: "Sto rileggendo..." e mai "Sto leggendo..."

[...] Si dicono classici quei libri che costituiscono una ricchezza per chi li ha letti e amati; ma costituiscono una ricchezza non minore per chi si riserba la fortuna di leggerli per la prima volta nelle condizioni migliori per gustarli.

[...] I classici sono libri che esercitano un'influenza particolare sia quando s'impongono come indimenticabili, sia quando si nascondono nelle pieghe della memoria mimetizzandosi da inconscio collettivo o individuale.

[...] D'un classico ogni rilettura è una lettura di scoperta come la prima.

[...] D'un classico ogni prima lettura è in realtà una rilettura.

[...] Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire.

 [...] I classici sono quei libri che ci arrivano portando su di sé la traccia delle letture che hanno preceduto la nostra e dietro di sé la traccia che hanno lasciato nella cultura o nelle culture che hanno attraversato (o più semplicemente nel linguaggio o nel costume).

[...] Una classico è un'opera che provoca incessantemente un pulviscolo di discorsi critici su di sé, ma continuamente se li scrolla di dosso.

[...] I classici sono libri che quanto più si crede di conoscerli per sentito dire, tanto più quando si leggono davvero si trovano nuovi, inaspettati, inediti.

[...] Chiamasi classico un libro che si configura come equivalente dell'universo, al pari degli antichi talismani.

[...] Il "tuo" classico è quello che non può esserti indifferente e che ti serve per definire te stesso in rapporto e magari in contrasto con lui.

[...] Un classico è un libro che viene prima di altri classici, ma chi ha letto prima gli altri e poi legge quello, riconosce subito il suo posto nella genealogia.

[...] E' classico ciò che tende a relegare l'attualità al rango di rumore di fondo, ma nello stesso tempo di questo rumore di fondo non può fare a meno.

[...] E' classico ciò che persiste come rumore di fondo anche là dove l'attualità più incompatibile fa da padrona.

Italo Calvino Perché leggere i classici, Mondadori, 1991.

 
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Commenti al Post:
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 08/09/07 alle 00:45 via WEB
Posso aggiungere? Un classico è un libro che non ti stanca, che non butti mai via, che presti malvolentieri e che corri a ricomprarlo se non ti viene restituito. Buona notte
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 08/09/07 alle 00:48 via WEB
Buonanotte a te (di ricomprare a me capita anche con certi non classici che poi per me diventano classici )io ho il bisogno di tenere i libri che leggo infatti difficilmente li prendo in prestito o in biblioteca Notte!
(Rispondi)
 
polystyrene
polystyrene il 08/09/07 alle 01:05 via WEB
classico è ciò che per definizione appartiene a un'età dell'oro irripetibile. Mi rimane difficile pensare che un libro contemporaneo tra quarant'anni potrebbe essere definito "classico". Ma chissà, tutto può succedere... ;-) ciao
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 08/09/07 alle 01:22 via WEB
beh ci sono oramai dei classici molto contemporanei ,quindi i puà pensare che ogni scrittura che lasci un suo segno esiziale possa divenire tale Ciao ;;))
(Rispondi)
 
 
 
sinemoiaquai
sinemoiaquai il 08/09/07 alle 07:59 via WEB
questo giro non ti ho capita. Ciao Antonia
(Rispondi)
 
magdalene57
magdalene57 il 08/09/07 alle 08:08 via WEB
un classico è qualcosa che rileggeresti sotto qualsiasi sole, estate o inverno, sul divano o in treno, e quando leggi qualcos'altro.. vai con la mente a quel passaggio, a quella descrizione, e ti pare che tutto sia troppo inconsistente...buon giorno antonia..
(Rispondi)
 
leitraot
leitraot il 08/09/07 alle 10:44 via WEB
Un classico è un libro che sa essere necessario e la cui lettura si rivela un'urgenza a cui non puoi non rispondere più o meno prontamente.
(Rispondi)
 
champaosel
champaosel il 08/09/07 alle 12:16 via WEB
non voglio qui dare un'ulteriore definizione di 'classico', ma ringraziarti per aver riportato queste righe di calvino nel clima attuale di sempre crescente spinta al DI-vertimentoe poi volevo trasmetterti uno speciale saluto...
(Rispondi)
 
fattodiniente
fattodiniente il 08/09/07 alle 12:17 via WEB
Vexata quaestio :-) Alla fine però è una di questione di metafisica versus fenomenologia dell'esistenza, o se preferiamo statistica: ognuno ha indubbiamente i suoi classici. Io, ad esempio, ho iniziato a leggere per la terza volta 'Alta fedeltà' di Hornby; dubito lo si possa definire un classico, ma per me lo è eccome, soprattutto alla luce delle definizioni di Calvino. Il cui limite è dato dal fatto che possono applicarsi a qualunque libro; e non credo fosse quello che Calvino intendeva, e probabilmente nemmeno tu. E allora alla fine diventa per questo una questione statistica: qual è il numero di persone che amano un libro, oltre al quale esso può essere considerato un classico universalmente riconosciuto tale? :-)
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 08/09/07 alle 16:50 via WEB
concordo.Ognuno indubbiamente ha i suoi di classici ,'Alta fedeltà' di Hornby non l'ho amato , il tuo intervento dicerto mi porterà a ricchiapparlo...
(Rispondi)
 
 
 
fattodiniente
fattodiniente il 09/09/07 alle 10:07 via WEB
Beh, se non fosse per Hornby il mio blog non esisterebbe... :-)
(Rispondi)
 
mohamed21
mohamed21 il 08/09/07 alle 14:13 via WEB
Calvino noh mi ha fatto impazzire. E comunque dipende dal classico. Io , ad esempio, adoro la lettteratira dell'800 e poco o per nulla quella del '900. Dipende anche dai gusti e dalla classe dei classici che si legge o si rilegge....buona notte..mohamed
(Rispondi)
 
cannella_free
cannella_free il 08/09/07 alle 15:35 via WEB
A me piace pensare che oltre ai "classici" UNIVERSALI, ci siano i classici personali. Quelli che in certi periodi della tua vita ti hanno detto cose su di te e ti hanno fatto molta compagnia..io ne ho alcuni a cui sono particolarmente affezionata, sono i "miei" e mi intenerisco quando li ritrovo nella libreria, ne ho mantenuto nel ricordo persino il colore della copertina, magari le ammaccature...
(Rispondi)
 
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