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Pelle delicata

Post n°1221 pubblicato il 22 Maggio 2008 da ossimora
 

 E’ uscito in questi giorni il libro di Curzio Maltese “La questua”, sottotitolo “quanto costa la Chiesa agli italiani”.

. L’obiettivo dichiarato di Maltese è di tenersi lontano da considerazioni di tipo ideologico o etico ma di prendere in esame dati oggettivi, i “dati economici”. Informare cioè sui meccanismi di finanziamento pubblico alla Chiesa cattolica.


Un dato sorprendente, che anche noi non conoscevamo, riguarda innanzi tutto la questione dell’8 per mille, istituito dalla legge 222 del 1985. Diciamo “innanzi tutto” per sottolinearne l’importanza, in quanto l’8 per mille costituisce la maggiore entrata della Chiesa cattolica, pari a un miliardo di euro l’anno. Quello che i cittadini italiani non sanno, perché non c’è stata alcuna informazione da parte degli organi dello Stato in tal senso (e tantomeno dagli spot pubblicitari della Chiesa cattolica, per la maggioranza degli italiani l’unica fonte di informazione sull’argomento) è il fatto che il 60 per cento degli italiani non esprime preferenze nella dichiarazione dei redditi, lascia in bianco la voce "otto per mille". E soprattutto il fatto che le quote non espresse -il 60 per cento, appunto- sono comunque assegnate sulla base del 40 per cento di quanto è stato espresso e finiscono quasi al 90 per cento del totale nelle casse della Cei (grazie al 35 per cento che indica “Chiesa cattolica” fra le scelte ammesse) . Incredibile ma vero, a quanto pare: i cittadini italiani, in base a questo meccanismo (diverso peraltro dal successivo 5 per mille, nato nel 2006) sono di fatto “costretti”, volenti o nolenti, consapevoli o meno, a contribuire pecuniariamente non a qualsivoglia culto ma a uno solo. In altri paesi “concordatari”, come la Spagna, le quote “non espresse” (in questo caso si tratta del cinque per mille) rimangono alla Stato. In Italia vanno alla Chiesa cattolica, alla faccia del contributo volontario..!

Ma veniamo a quello che ci riguarda più da vicino, e cioè alla scuola. Qui per la Chiesa cattolica vi sono due principali fonti di entrata, gli stipendi degli insegnanti di religione e i finanziamenti diretti dello Stato alle scuole private, di cui le scuole cattoliche sono la gran parte. L’ora “facoltativa” di religione, secondo le inchieste di Curzio Maltese, costa ai contribuenti italiani circa un miliardo di euro all’anno. E’ la seconda voce di finanziamento diretto dello Stato alla confessione cattolica, di pochi milioni inferiore all’8 per mille. Vi sono oggi, nel 2008, 25.679 insegnanti di religione, dei quali 14.670 passati nei ruoli statali, grazie ai concorsi promossi dal governo Berlusconi e proseguiti dal governo Prodi. Al di là della “strana” situazione giuridica degli insegnanti di religione, al centro di infinite diatribe legali (se l’ora di religione è un insegnamento facoltativo non dovrebbe prevedere docenti “di ruolo”, scelti peraltro dai vescovi), quello che è interessante notare è la disparità di trattamento economico tra insegnanti “normali” e di religione. A parità di prestazione infatti gli insegnanti di religione guadagnano di più dei colleghi delle materie obbligatorie. Per uno dei tanti misteri burocratici italiani, una disposizione di legge che assegnava uno scatto biennale di anzianità del 2,5 per cento sullo stipendio a tutti i precari è stata applicata soltanto a una categoria, quella dei docenti di religione. Il vantaggio, a quanto pare, è stato confermato, e anzi consolidato con il passaggio in ruolo.
Lasciamo perdere altre considerazioni, pure di rilevanza cruciale e che Scuolaoggi ha già fatto, sulla contraddittorietà dell’insegnamento “facoltativo” di una confessione religiosa all’interno dell’orario scolastico di base, “obbligatorio” (guai pensare di affiancare all’ora di cattolicesimo altre religioni o addirittura lo studio della storia delle religioni, come avviene in tutta Europa, con le sole eccezioni di Irlanda e Cipro..!), ma tutto questo è abbastanza singolare, per usare un eufemismo. Un altro mistero della fede?

Altra fonte di finanziamento rilevante è quello diretto dello Stato alle scuole private, in maggioranza cattoliche. Nel 2005 l’ammontare dei contributi alle scuole non statali è stato di 527 milioni di euro (circolare ministeriale 38/2005). Nel 2006, a fronte dei tagli all’istruzione apportati dalla legge finanziaria, i finanziamenti diretti alla scuola privata sono stati incrementati fino a 532,3 milioni. Come sottolinea Curzio Maltese si tratta di “aiuti di Stato” alle scuole cattoliche negati per mezzo secolo dalla stessa Democrazia cristiana, da De Gasperi in poi (in base all’articolo 33 della Costituzione, con la famosa dicitura “senza oneri per lo Stato”), inaugurati poi con la legge 62 del 2000 (governo D’Alema, Luigi Berlinguer all’istruzione), dilagati nel periodo Berlusconi-Moratti e mantenuti dal ministro Beppe Fioroni.

In realtà, osserva Curzio Maltese, se si aggiungono altri “benefici” e vantaggi fiscali (esenzione dall’Ici, sconti su Ires, Irap e altre imposte, elusione fiscale legalizzata del mondo del turismo cattolico), la Chiesa cattolica costa ogni anno ai contribuenti italiani una cifra vicina ai 4 miliardi e mezzo di euro, mille miliardi di vecchie lire. Più del costo della politica, del “prezzo della casta” (balzato agli onori della cronaca dopo il libro di Stella e Rizzo), calcolato in 4 miliardi di euro l’anno. Cifre iperboliche, appunto.

Diversi anni fa, sul “Mondo” del 17 maggio 1960, Ernesto Rossi scriveva “Quando si tratta della “roba” i monsignori del Vaticano hanno la pelle delicata come quella della principessina che non riuscì a chiudere occhio tutta la notte per il pisello che le avevano messo sotto sette materassi”.
L’aspetto concreto della “roba”, al di là delle ideologie o dell’anticlericalismo di maniera, costituisce senza dubbio un aspetto centrale. Una questione spinosa che si tende a scansare, soprattutto oggi, visto il clima culturale dominante nel Paese. “L’azione concreta dei governi nei confronti dei privilegi ecclesiastici – scrive Curzio Maltese – costituisce, assai più delle enunciazioni, un indicatore infallibile del grado di riformismo”. E conclude: “A questo punto, rimane soltanto da chiedersi se in Italia sia mai apparsa una grande forza riformista e modernizzatrice, al di là degli slogan. Ma se un giorno batterà un colpo, il primo sarà alle porte del Vaticano”. Come non condividere?

Gianni Gandola

 
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chebruttochesono
chebruttochesono il 22/05/08 alle 21:26 via WEB
poi se consideriamo i guadagni grazie allo ior
(Rispondi)
 
gimmi42
gimmi42 il 22/05/08 alle 21:38 via WEB
..ciao..passa da me x un appello da far girare..grazie
(Rispondi)
 
axel_74
axel_74 il 22/05/08 alle 22:30 via WEB
è una questione di fede! :) io ci credo, ci credo che mio cugino ha avuto la vocazione a 30 anni!!! :)
(Rispondi)
 
MacRaiser
MacRaiser il 22/05/08 alle 22:50 via WEB
La faccenda del "silenzio assenso", ahime' la conoscevo bene. Ti diro' di piu': questo perverso meccanismo e' stato concepito sulla scorta di uno molto simile, all'epoca del vecchio finanziamento pubblico dei partiti (poi abolito via referendum e rientrodotto surrettiziamente come "rimborso elettorale"). In pratica un partito era padronissimo di rinunciare alla sua quota di finanziamento pubblico, salvo che questa non tornava ai cittadini, nossignore. Veniva redistribuita in modo proporzionale tra tutti gli altri partiti. Simpatico, no? Questo meccanismo portava la firma di tutti e dico tutti i partiti, salvo i promotori del referendum che poi vinse, ossia i radicali. PCI e MSI compresi. E questo puo' forse fornire una risposta, anche se non esaustiva, all'ultimo interrogativo posto da Maltese. In italia non c'e' mai stata una grande forza riformista perche' c'era chi si dichiarava tale e raccoglieva voti in nome della sinistra, per meglio poi portarli a destra sotto forma di tavoli di trattativa e compromessi in commissioni varie. Qualcosa che non ha assolutamente nulla a che vedere con la cronaca attuale, Antonia.. giusto ? :p
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 22/05/08 alle 23:37 via WEB
Imparagonabile certo.;)
(Rispondi)
 
 
 
ossimora
ossimora il 22/05/08 alle 23:39 via WEB
(anche io la sapevo già la storia ...dell'otto pe mille
(Rispondi)
 
ossimora
ossimora il 23/05/08 alle 07:38 via WEB
Non solo sono stati assunti con contratto a tempo indeterminato dallo Stato italiano, nonostante siano reclutati dal Vaticano. Non solo potranno andare ad insegnare anche altre materie. Ma percepiscono anche uno stipendio superiore a quello degli altri docenti, sia da precari che una volta in ruolo. Questi particolari "insegnanti di Dio", infatti, sono i soli ad avere un incremento biennale sullo stipendio pari al 2,5%, per gli anni di incarico annuale su nomina dell'ordinario diocesano, e gli unici a vederselo computato interamente una volta diventati stabili. Ricordiamo che la questione degli insegnanti di religione cattolica si è creata nel nostro Paese col Concordato fascista del ’29. Da allora, si è andata configurando una categoria particolarissima di docenti designati dalla Chiesa Cattolica, ma pagati dallo Stato, quindi con i soldi di tutti gli italiani. Questa situazione, continuata invariata con l’avvento della Repubblica, è stata ribadita nel 1984 in occasione della revisione del Concordato dall’allora capo di governo Bettino Craxi, desideroso d'ingraziarsi una Chiesa cattolica in declino di consensi nella società civile. Col Concordato dell' '84, l'insegnamento della religione cattolica perdeva però quella funzione di "coronamento dell'istruzione" riconosciutagli (almeno formalmente) dal regime fascista, per diventare facoltativo. Da allora, nonostante e contro l'opera di ministri e funzionari statali, più ossequiosi al Vaticano che alla laicità dello Stato, il principio della facoltatività si è definitivamente affermato, anche se è stato necessario per questo – nell’ '89 e nel 91 – il pronunciamento della Suprema Corte Costituzionale, che ha finalmente stabilito che quanti non volessero avvalersi dell'insegnamento della “Religione” non fossero costretti a frequentare "materie alternative" o a "studiare individualmente" durante l’ora in cui altri compagni di classe usufruivano dell’insegnamento religioso. Tuttavia, le azioni di favoreggiamento dei nostalgici della Religione di Stato non sono state mai dismesse, e ancora oggi capita di dover sprecare energie contro i velleitari tentativi di far valere l’insegnamento religioso per determinare promozioni e bocciature o per le attribuzioni di punteggio del credito scolastico in occasione degli scrutini finali. Essendo facoltativo l'insegnamento della religione cattolica, la quantità dei docenti chiamati ad impartirlo è legato alle richieste di chi se ne avvalga, e poiché per prevedere la presenza di un insegnante di religione può bastare anche un alunno per classe, appare chiaro come il numero di questi docenti sia svincolato dal rapporto insegnanti-alunni valido per tutti gli altri docenti della scuola statale che hanno classi di circa trenta studenti. Il mercato del lavoro degli insegnanti di “Religione” allora è rimasto abbastanza stabile, nonostante siano diminuiti, in alcune realtà anche sensibilmente, il numero degli studenti “avvalentisi”. Un mercato che è tutto nelle mani della Chiesa romana perché lo Stato italiano, come abbiamo detto, accorda al Vaticano il privilegio di designare gli insegnanti di religione
(Rispondi)
 
 
MacRaiser
MacRaiser il 23/05/08 alle 09:53 via WEB
Solo sulla "vulgata" travagliana non sono d'accordo, Antonia. Nel 1984 Craxi non era per nulla in declino "presso la societa' civile", tutto l'opposto. Non solo il PSI era ai suoi massimi storici, ma era pure in piena epopea "decisionista". Ricorderai bene l'abuso di slogan rubati e stravolti come "l'ottimismo della volonta'", poi ripresi a piene mani in altra forma dal suo epigono, oggi presidente del consiglio. Fu proprio, al contrario, questo successo presso l'establishment politico e finanziario, convergente col consenso raccolto tra gli elettori col suo cipiglio del "fare" (ricorderai che lo chiamavamo Benitto), che gli consentirono, nel volgere di un anno, di portare a casa tre imprese titaniche. Ad un democristiano "standard" sarebbero costate anni di lavoro. Furono: a) revisione del concordato, b) decreto salva Fininvest, c) abolizione della scala mobile. Last but not least, ricordiamoci delle sue "alzate di testa" diplomatiche nei confronti degli USA, riguardo il terrorismo palestinese e islamico. Semplicemente inconcepibili, oggi. Tutto questo non si fa senza consenso popolare.
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lakonikos
lakonikos il 23/05/08 alle 15:41 via WEB
Mi sembra che Antonia si riferisca alla chiesa cattolica e non a Craxi quando scrive di declino nella società civile.
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MacRaiser
MacRaiser il 23/05/08 alle 21:21 via WEB
Hai ragione Lakonikos, errore di lettura. Chiedo venia e correggo, quindi: sono d'accordo con Antonia al 100%
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SandaliAlSole
SandaliAlSole il 23/05/08 alle 09:48 via WEB
quella del silenzo assenso la sapevoanche io e anche mio padre, che ogni tanto si occupa di riguardare le dichiarazioni dei redditi di vicini e amici, lo raccomanda sempre di segnalare la propria scelta, che non significa "non scelta". sulla questione degli insegnanti, si vociferava tempo fa a scuola che l'attuale insegnante di religione potesse passare a insegnare matematica in virtù del ruolo ottenuto come docente di religione e del titolo comunque il suo possesso. poi non se ne fece nulla ma non ho capito in virtù di un ripensamento di chi. :( [emmenomale, dico io]
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bodyartexperience
bodyartexperience il 23/05/08 alle 11:02 via WEB
NON C'E' PIU' RELIGIONE!
(Rispondi)
 
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 23/05/08 alle 17:43 via WEB
Sono allibita... non faccio dichiarazione dei redditi (ho solo il modello 101). Mi sento molto incacchiata. E la vignetta è davvero molto significativa. Qualcosa continua a non quadrarmi. Con tutti i soldi che percepisce che minchia ci fa? Cosa alimenta? i pensiero cristiano? non mi torna. Non mi torna proprio. E' potere allo stato puro.
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Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 23/05/08 alle 17:53 via WEB
Forse io sono un ingenua. Anzi, senza forse. E sarò pure banalmente retorica. Ma con tutti i soldi che si mettono in saccoccia sti alti prelati, risanerebbero lo Stato. Scuola e Salute innanzitutto. E invece no. E' proprio quello che non vogliono. Porci come gli altri. Magra la consolazione, che Dio, di lassù vede. Ma la giustizia non è di questa vita no? Magra consolazione anche questa. Però, nell'amore si, si può lottare e andare avanti. E leggere libri come questi per capire dove sta la verità.
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marea14
marea14 il 23/05/08 alle 20:57 via WEB
Non ho letto il libro ma conoscevo la questione del silenzio assenso.
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card.napellus
card.napellus il 24/05/08 alle 09:35 via WEB
Secondo me a scuola si insegna già poco e non mi sembra il caso di perdere un'ora dietro alla religione. Se interessa, ci sono chiese moschee sinagoghe e libri. Visto che l'ora di religione è facoltativa, non è necessaria, dunque conviene toglierla. I nostri ragazzi escono dalla scuola con scarsissime nozioni scientifiche, vediamo di colmare quelle lacune prima di parlare di religione, e se proprio se ne deve parlare lo facciano teologi e storici, che hanno una visione critica, non certo catechisti selezionati dai vescovi, altrimenti diventa l'ora di preghiera. Circa i finanziamenti, via libera solo se adoperati per opere di bene: per campare, sacerdoti e vescovi è meglio che trovino un lavoro retribuito, come tutti.
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ossimora
ossimora il 24/05/08 alle 09:59 via WEB
eh eh ehe mio caro ;il tuo discorso non fa un grinza ed ha il pregio insuperabile dell'utopia!
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MacRaiser
MacRaiser il 24/05/08 alle 10:36 via WEB
Non proprio.. alla Montessori non avevamo l'ora di religione ;)
(Rispondi)
 
qis
qis il 24/05/08 alle 20:55 via WEB
ma io mi chiedo: certi libri la gente li compra o funziona un buon bookcrossing? Il riformismo come problema che ha a che fare con il vaticano? (risata)...solo maltese (e chi legge i suoi libri o i sunti da bookcrossing in rete) può lanciare un appello così ridicolo!
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ossimora
ossimora il 25/05/08 alle 00:13 via WEB
uuu...ma tu guarda...
(Rispondi)
 
card.napellus
card.napellus il 26/05/08 alle 10:11 via WEB
La cosa che non sopporto è che si tira in ballo che l'ora di religione deve diventare delle religioni, che accanto al crocifisso ci debba essere budda... Possiamo dare un insegnamento laico o no? Possiamo pretendere che ai nostri ragazzi venga insegnato solo ciò che ha una base scientificamente accertata? Poi se vogliono diventare animisti, scintoisti, induisti... facciano loro.
(Rispondi)
 
UmbyUmby
UmbyUmby il 26/05/08 alle 19:11 via WEB
Se volete saperne di più sul meccanismo dell'otto per mille (OPM), vi consiglio di visitare il sito dell'Associazione Utenti e Consumatori, l'ADUC, che ogni anno fa un'analisi comparativa e rigorosamente "super partes" dei 7 enti che accedono all'otto per mille: Stato, CEI/cattolici, luterani, valdesi/metodisti, avventisti, ebrei, pentecostali/ADI (...e dall'analisi ADUC si scoprono cose interessanti sull'utilizzo che ne fa lo Stato laico... nel passato, ci hanno ripianato anche i buchi della Finanziaria e finanziato le missioni NATO, contrariamente alle finalità inizialmente dichiarate...): http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=216219 qui trovate la campagna ADUC per “scegliere informati” http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/pulce/indiceottopermille.html qui tutta la storia dell’otto per mille (ad es. sul concordato e la legge ecc) http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php?id=184763 qui, gli utilizzi dell’OPM da parte delle confessioni religiose http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php?id=211995 qui, gli utilizzi dell’OPM da parte dello Stato spero di avervi fatto cosa utile... Ciao da Simona (Umberta)
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 26/05/08 alle 19:39 via WEB
grazie...
(Rispondi)
 
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