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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"

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Anime pie ...cei?

Post n°1293 pubblicato il 16 Agosto 2008 da ossimora
 

La sala indove fanno la riunione
è un sito senza lusso e senza boria:
nun c’è che un Papa in sedia gestatoria
e un Gesucristo in croce in un cantone.

Don Pietro, er presidente, fa la storia
de come vanno l’organizzazione;
dice: - Co’ li tranvieri va benone,
co’ li scopini è stata una vittoria. -

Poi parla de le cariche sociali,
de l’elettori, de l’affari sui,
e de banche e de sconti e de cambiali…

De tutto parla meno che d’Iddio,
e forse er Cristo penserà fra lui
- Se so’ scordati che ce so’ pur’io!

Riunione clericale
Trilussa, 1911, da Ommini e bestie

 
 
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Commenti al Post:
Basta_una_scintilla
Basta_una_scintilla il 17/08/08 alle 12:10 via WEB
Eccome se se ne so' scordati, purtroppo! Un sorriso e buona domenica
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 17/08/08 alle 12:47 via WEB
anche a te ...ciao
(Rispondi)
 
goldkampa
goldkampa il 17/08/08 alle 12:41 via WEB
Che storia fantastica!!Ma chi mai avrebbe potuto immaginarla...Pensa te:Il Vaticano che prende le distanze dalla famiglia cristiana...E c'hanno pure ragione!...Stà stampa comunista la deve finire di commentare ed esprimere libere opinioni..Per fortuna ci sono ancora 4 anni e 65 gg circa per sistemare anche questa faccenda.Dopo l'estate dei militari sarà la volta dell'inverno con l'inquisizione?
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 17/08/08 alle 12:47 via WEB
..comunisti!!! Si annidano ovunque
(Rispondi)
 
ossimora
ossimora il 17/08/08 alle 12:46 via WEB
AGGIUNGO VOLENTIERI IL "FONDO DI SCALFARI....chi ha voglia di leggerlo L'opinione pubblica è rimasta senza voce di EUGENIO SCALFARI DAL FESTIVAL cinematografico di Locarno dove si trovava, Nanni Moretti qualche giorno fa ha lanciato una provocazione politica. "In Italia - ha detto - l'opposizione non esiste più ma c'è un altro fenomeno ancora peggiore: non c'è più un'opinione pubblica. Il dominio di Berlusconi sulle reti televisive ha spostato e devastato il modo di pensare degli italiani". Moretti non è il solo ad essere arrivato a questa conclusione; l'autore del "Caimano" ha però il pregio di non esser mosso da alcun interesse né ideologico né pratico; esprime icasticamente un modo di pensare e di constatare che in parte anch'io condivido ma che merita comunque alcune precisazioni. Soprattutto per quel che riguarda la pubblica opinione. Il tema è di grande importanza, specialmente nei Paesi democratici. In essi infatti l'opinione pubblica costituisce la sostanza vitale sulla quale la democrazia imprime la propria forma. Anche nei Paesi governati da sistemi autoritari o, peggio, totalitari l'opinione pubblica rappresenta un elemento essenziale cui il potere dedica specialissime cure. Il fine di questi regimi consiste nella sistematica manipolazione delle coscienze affinché siano persuase ad una credenza conforme. Una variante (non necessariamente alternativa) è quella di smantellare ogni tipo di opinione facendo rifluire l'attenzione dei cittadini sui loro interessi privati. Questo processo, se portato alle sue conseguenze ultime, conduce alla desertificazione dell'opinione pubblica. Mi sembra che l'autore del "Caimano" pensi e tema soprattutto questa variante: il dominio delle opinioni private al posto dell'opinione pubblica, alle mire del regime dominante. Altre volte ho scritto che lo specchio in cui si rifletteva l'immagine che i cittadini avevano del loro Paese si è rotto in tanti frammenti i quali riflettono soltanto la figura e gli interessi frammentati di chi vi si specchia. Tante opinioni private senza più una visione del bene comune: questo è il prodotto del berlusconismo, agevolato e amplificato dal controllo dei "media". Ad esso l'opposizione non ha saputo rispondere: nonostante le intenzioni di seguire una strada opposta ha subito l'egemonia berlusconiana e si è sintonizzata sulla stessa lunghezza d'onda, convinta di poter diffondere messaggi diversi. Allo stato dei fatti l'esito di questo scontro ha dato un solo vincitore e parecchi sconfitti. Tuttavia l'esito non è definitivo e non tutte le opinioni sono state ridotte alla sola dimensione privata. Ci sono ancora gruppi consistenti di cittadini che coltivano una visione del bene comune, che sentono il bisogno impellente di pensare in termini di bene comune senza contrabbandare dietro queste due parole i loro privatissimi egoismi e le loro personali egolatrie. Esiste per esempio un'opinione pubblica "berlusconista". Coltivata, amplificata, puntellata con mezzi imponenti, ma di cui sarebbe un madornale errore negare l'esistenza. Sicurezza, tolleranza zero, intransigenza identitaria, fiducia nel leader anche a costo di veder sacrificati alcuni privati interessi. Un'opinione pubblica così conformata costituisce la base di consenso che accomuna le spinte identitarie berlusconiste e leghiste. Caro Moretti, quest'opinione pubblica c'è; anche se da quello specchio emerge una figura che a te ed a me risulta ripugnante, è tuttavia con essa che si debbono fare i conti. C'è un altro specchio e un'altra opinione pubblica di diversa natura; è quella di cui parla Giuseppe De Rita quando delinea una strategia cattolica fondata sulle comunità locali, sul volontariato, sul doppio pedale del "sacro" e del "santo", cioè della fede e delle opere. Questa visione del bene comune indubbiamente esiste ma non si identifica né con il Vaticano né con la Conferenza episcopale. Sono piuttosto i cattolici degli oratori, delle case religiose, delle comunità di dimensioni nazionali, di alcuni Ordini religiosi. Il sacro e il santo. Riesce molto difficile dare una figura politica a questo tipo di opinione pubblica, ma senza una figura politica non esiste una visione di bene comune perché non esiste una "polis", una città terrena dove applicarla. Il sacro non è infatti di questo mondo. Quanto al santo, cioè alle opere, esse costituiscono un'importante presenza testimoniale e missionaria, una rete flessibile come tutte le reti e quindi disponibile ad essere utilizzata da forze esterne. Dietro il santo c'è molto spesso un vitello d'oro da adorare invece del poverello di Assisi e ne abbiamo tutti i giorni la prova. Esiste anche, da almeno due secoli, ed opera attivamente in tutte le democrazie occidentali un'altra opinione pubblica con caratteristiche sue proprie ed è quella espressa dalla "business community". Possiede potenti strumenti di formazione e di diffusione ed ha una sua precisa visione del bene comune: libertà di mercato, regole blande, considerazione degli interessi costituiti, Stato efficiente e leggero. Insomma il capitalismo, che può assumere di volta in volta forme molto diverse tra loro, dal liberismo al protezionismo, dall'alleanza con la democrazia a quella con la "governance" autoritaria. Oggi questa opinione pubblica è tendenzialmente orientata verso la versione berlusconista della democrazia, con simpatie leghiste diffuse soprattutto nel Nord-Nordest, ma la "business community" fa comunque parte a sé, ha il suo metro di giudizio, i suoi valori e la sua moralità che si realizza nel profitto d'impresa, "variabile indipendente" alla quale tutte le altre a cominciare dal lavoro debbono conformarsi. Infine esiste (stavo per scrivere esiste ancora) un'opinione pubblica di centro e di sinistra riformista, progressista, laica. La sconfitta elettorale di un anno fa sembra averla ridotta ad uno stato larvale; non riesce ad esprimere un pensiero unitario e un'egemonia culturale, percorsa da convinzioni forti ma contrastanti: tolleranza, solidarietà, legalità, federalismo, centralismo, pacifismo, sicurezza, diritti, doveri, gregarismo, moderazione, massimalismo. Spore del possibile avrebbe detto Montale. Belle persone e volti consumati. Lotte per conquistare un potere inesistente e futuribile. Trasformismi sottotraccia e idealismi generosi. Quest'opinione pubblica avrebbe bisogno d'una voce che la rappresenti e di una forma che la riporti in battaglia. E ancora una volta dico: d'uno specchio in cui possa guardarsi e rassicurarsi del proprio esistere. Alle primarie dello scorso ottobre questa forma sembrò realizzarsi. Sono passati dieci mesi da allora e sembra un tempo lontanissimo. Può tornare soltanto se ricreato da un atto di volontà collettiva. Le scorciatoie individuali non servono a nulla, nascondono piccole vanità e mediocri trasformismi. Serve una volontà di massa per risollevare un Paese sdrucito e frastornato. Si può fare? Fino a poco tempo fa pensavo di sì, ma i giorni passano in fretta e non inducono a pensare positivo. Le spinte centrifughe aumentano e il "si salvi chi può" rischia di diventare un sentimento diffuso. Se volete dare un segnale di riscossa dovete alzarvi e camminare. Altrimenti attaccate la bicicletta al chiodo e non pensateci più. Toccherà pensarci ai vostri nipoti se ne avrete. Post scriptum. Tre giorni fa l'ufficio statistico europeo Eurostat ha diffuso le cifre ufficiali concernenti il Pil di Eurolandia. Per la prima volta dalla nascita della moneta unica il Pil del secondo semestre di quest'anno arretra dello 0.2 per cento. Non vuol dire ancora recessione ma poco ci manca. L'inflazione dal canto suo è ferma al 4 per cento, ma molti segnali registrano un'inversione di tendenza: petrolio, materie prime, prodotti ferrosi, derrate alimentari denunciano consistenti ribassi sui mercati internazionali anche se su molti mercati locali questi ribassi ancora non arrivano, ostacolati dalla lentezza dei circuiti distributivi e dalla presenza di monopoli e cartelli. Fermo restando che l'andamento dell'inflazione dev'essere continuamente controllato, il pericolo incombente riguarda - ormai risulta in modo evidente - una drastica caduta della domanda di consumi e di investimenti con il cupo corteggio di disoccupazione e di ulteriore arretramento del reddito nazionale e individuale. Da questo punto di vista l'intera impostazione della manovra finanziaria risulta a dir poco fuori tempo. La compressione triennale della spesa per un totale di 36 miliardi dei quali 16 già nel primo esercizio, a parità di pressione fiscale, configura una strategia insensata. Se è vero che la crisi attuale ricorda per gravità e dimensioni gli eventi del triennio 1929-1932, è altrettanto vero che le misure finanziarie fin qui attuate ricordano quelle che in Usa furono prese dalla presidenza repubblicana precedente all'avvento di Franklin D. Roosevelt. Misure sciagurate, che aggravarono ulteriormente la crisi e rallentarono gli effetti del rilancio rooseveltiano sulla domanda di consumi e di investimenti. In queste condizioni, quali che siano le opinioni di Tremonti e di Calderoli, parlare di federalismo fiscale è pura accademia e fumo negli occhi per distogliere l'attenzione da questioni assai più cogenti. Una trasformazione radicale del sistema tributario e dei poteri amministrativi effettuati in tempi di recessione e di deflazione è inattuabile poiché comporta gravissimi rischi. Come se, in tempi di tempesta, il timone della nave fosse affidato a venti timonieri anziché ad uno. Basta enunciare un'ipotesi del genere per esserne terrorizzati.
(Rispondi)
 
 
ventididestra
ventididestra il 28/08/08 alle 14:36 via WEB
E' incredibile. Culto della personalità, manipolazione dell'informazione e della storia, tentativi di uniformare ed omologare i pensieri e le idee, egemonia culturale,economica, energetica, monopolio finanziario, ricorso all'intimidazione e alla forza (esercito per le strade). Sembra quasi che l'italia stia diventando un paese marxista-leninista tipo quelli dell'est socialisti degli anni '50. Della serie: i totalitarismi sono tutti uguali.
(Rispondi)
 
giovannimaiolo
giovannimaiolo il 17/08/08 alle 13:44 via WEB
Per la SINISTRA Le ultime elezioni politiche hanno avverato, in anticipo di una legislatura, i desideri della destra berlusconiana e del centro veltroniano: eliminare possibili concorrenti a sinistra, chiudere la bocca a chi contesta il sistema e crede che un mondo diverso sia possibile oltre che necessario. In questo sono stati aiutati dalla sinistra radicale e dalle sue rappresentanze istituzionali e partitiche: strategie suicide, sostegno a politiche antipopolari, unioni di ceto politico spacciate per volontà di popolo. La sinistra è stata cancellata dalla rappresentanza parlamentare, si trova smarrita e divisa, mentre venti di ulteriori scissioni trasportano tempeste irreparabili. L'americanizzazione della politica italiana sembra ormai un fatto compiuto, cresce l'astensionismo e la disaffezione dalla politica va di pari passo con l'ostilità verso i privilegi della “casta”, il potere istituzionale è conteso tra due forze politiche che puntano a conquistare l'elettorato in una continua corsa a destra, proponendo clamorose quanto inutili politiche securitarie, incentivando le pulsioni peggiori che emergono dal ventre della società, soffiando sul fuoco dell'intolleranza e della paura verso il diverso, sia esso migrante, omosessuale o povero. Il conflitto sociale, che negli anni è servito a rafforzare la democrazia italiana e a produrre avanzamenti nelle condizioni di vita dei lavoratori non ha diritto di cittadinanza nell'odierna politica italiana. Eppure nella società civile, quella che ha bocciato irrevocabilmente una sinistra incapace di incidere nella realtà concreta, la sinistra non è scomparsa del tutto. Anche perchè di sinistra in Italia e nel mondo oggi c'è bisogno. Serve una sinistra non nostalgica, che faccia i conti definitivamente col proprio passato senza ammiccamenti contraddittori a periodi superati dalla storia, serve una sinistra del ventunesimo secolo, una sinistra che sappia confrontarsi con determinazione con le contraddizioni del presente. Siamo per una sinistra che sia democratica e che difenda sempre e comunque la democrazia, senza alcuna simpatia verso nessun regime totalitario o autoritario, che non abbia rapporti con dittatori, di qualsiasi colore essi si travestano. La nostra sinistra deve provare a rendere effettivi i meccanismi democratici, per una democrazia non più basata sulla delega ma che provi a introdurre maggiori elementi di partecipazione diretta. Vogliamo una sinistra che non ceda ai dogmi dello sviluppo e della crescita economica a tutti i costi, ma che si concentri nella difesa dell'ambiente devastato dalle selvagge e incontrollate politiche neoliberiste. Difesa dell'ambiente naturale che va di pari passo con la tutela della salute per tutti, che non può fare a meno di una sanità pubblica migliorata. Vogliamo una sinistra che sia diversa dalla “casta” dominante e che della propria diversità faccia un punto di forza. Una sinistra che difenda i “diversi”, che si batta per la libertà sessuale di gay, lesbiche e transessuali, per ottenere il diritto al matrimonio anche per le coppie dello stesso sesso, che protegga i migranti, deboli per la loro condizione, dal razzismo dilagante, che rivendichi l'uguaglianza di tutte le donne e tutti gli uomini al di là del colore della pelle, delle scelte di vita e delle convinzioni religiose o politiche, che redistribuisca la ricchezza dalle classi sociali ricche a quelle meno abbienti abbattendo, come previsto dalla costituzione repubblicana, gli “ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. Una sinistra che per fare ciò difenda ed ampli lo stato sociale. Una sinistra che si batta contro ogni fondamentalismo. Una sinistra che capisca l'importanza della scuola e della formazione e la sottragga alle logiche imprenditoriali che negli ultimi anni dominano l'università. Una sinistra che lotti affinchè la cultura sia accessibile a tutti. Una sinistra che sia antifascista, che contrasti il nuovo fascismo che si presenta col volto della telecrazia e che forgia l'opinione pubblica a propria immagine e somiglianza. Una sinistra che non sia antiberlusconiana ma che contrasti il berlusconismo, quel mix di populismo, xenofobia e politiche autoritarie incarnate dall'attuale governo. Una sinistra che si occupi del mondo del lavoro e dei nuovi lavori in particolare, ma anche del non lavoro e del lavoro nero, per un'occupazione piena e vera, che consenta di vivere e non di sopravvivere, che punti a ridurre la precarietà del lavoro, ammettendo però quelle forme di flessibilità che non si traducono in sfruttamento. Una sinistra che non trascuri la lotta alla criminalità organizzata che, come un cancro, divora il Paese. Una sinistra che si opponga a pulsioni secessioniste e antimeridionali ma rivendichi l'unità nazionale. Una sinistra che condanni ogni guerra, perchè la violenza è orrore e perchè noi, come sostiene la nostra, calpestata, Costituzione, ripudiamo la guerra. Una sinistra che punti alla riforma dei meccanismi che regolano l'Organizzazione delle Nazioni Unite, sede nella quale le diplomazie devono essere in grado di risolvere pacificamente i conflitti. Una sinistra che accetti i lati positivi della globalizzazione ma che difenda, come dovrebbe essere per sua stessa natura, gli ultimi. In una sola espressione vogliamo una sinistra che non trascuri un diritto fondamentale, quello di tutti gli esseri viventi ad essere felici!!! Per aderire al movimento politico “Sinistra” scrivere a sinistra_sinistra@libero.it indicando i propri dati anagrafici e un numero telefonico.
(Rispondi)
 
bruno14to
bruno14to il 17/08/08 alle 20:17 via WEB
Ciao, devono disdire l'abbonamento anche ad Avvenire che oggi ha criticato Bossi. Sono in aumento i giornali controllati dai vescovi nordcoreani o c'è qualcosa che non torna dietro la casetta del Mulino Bianco, tutto bello, tutto lindo???. Buona serata
(Rispondi)
 
giulemanidapiero
giulemanidapiero il 17/08/08 alle 22:48 via WEB
Lascia stare tutto, cara Pierina Ossimora, e viene a rilassarti alle Celebrazioni Vateriane del Peter Danger Day (PD Day)II Edizione a Baia Sardinia o, a tua scelta a Grado. Vitto e alloggio gratis ospite dei parenti stretti. Ti aspettiamo, la Pierine Srl in persona della Presidenta.
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 18/08/08 alle 23:21 via WEB
e magari...vada per baia sardinia
(Rispondi)
 
qis
qis il 19/08/08 alle 08:54 via WEB
passato uolter ormai da n'pezzo poraccio, passato grillo con guzzanti e i nani urlanti, passato dipietro co' travaglio e co' santoro, passata la calma ed il decoro, nun resta che attaccacce alla sottana de don sciortino...cara sinistra: un po' pochino!
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 19/08/08 alle 16:00 via WEB
poccolino..niente è passaro di ciò che nomini...abbi fede.
(Rispondi)
 
 
 
qis
qis il 21/08/08 alle 14:14 via WEB
...scusa, dimenticavo asor/rosa che dice che il fascismo è bello (piuttosto che questo governo) e le lamentazioni di nanni (moretti) abbandonato dalla Ferrari. Ma che grande e progressiva estate per la sinistra! Meglio tenere la capa all'ombra! Ciao
(Rispondi)
 
 
 
 
ossimora
ossimora il 21/08/08 alle 23:17 via WEB
uuuu..ma che ti leggi???Meglio un giro in qualche luogo...ehe he tipo...
(Rispondi)
 
ossimora
ossimora il 21/08/08 alle 23:41 via WEB
...mon dieu on ogni caso tutto è meglio di Fini in barca e berlusca a porto cervo tutto lucido e finto ,proprio tutto
(Rispondi)
 
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