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« Messaggio #349Messaggio #351 »

Post N° 350

Post n°350 pubblicato il 11 Febbraio 2006 da ossimora
 
Tag: Utility

Mortadella trionferà! Come grido di vittoria sarà meno impettito o guerresco di altri e però suona assai convincente nel momento in cui il Paese ha bisogno di ritrovare pace e fiducia, anche sorridendo. E Romano Prodi, trovata geniale (alla Totti), rovesciando un soprannome in un simbolo politico, in una bandiera di popolo, ha già vinto una prima battaglia. La mortadella richiama subito Bologna. «Anche nel più sperduto supermercato del West viene presentata sotto il nome di “Bologna”, benché prodotta negli Usa», osserva il suo maggior esegeta, il sociologo rurale, petroniano ovviamente, Corrado Barberis nel proprio impareggiabile «Atlante dei Salumi» (Agra-Rai Eri).

Dunque, un prodotto di fama planetaria. Riferito ad una città che suona fiducia nel progresso, riformismo laborioso e tenace, buon vivere. Quindi affettuosamente rassicurante.

La mortadella si sposa bene con un vino rosso vivace e però ai raffinati piace pure con lo champagne. È antipasto e anche pasto, con un pane bianco di quelli caserecci, merenda e picnic. Perciò interclassista e trasversale. Si può mangiare a tocchetti e a fette, con quell’altra delizia emiliana del parmigiano-reggiano. È forse antica quanto il maiale (di cui, come ben si sa, non si butta niente, e di questi tempi non è poco), almeno nelle sue versioni primordiali, e tuttavia è modernamente tipica come tutto lo slow food. L’amava alla follia Gioachino Rossini, bolognese di gusti alimentari anche quando si stanziò a Parigi, il quale ne regalava appena poteva agli amici più cari: c’è autore più post-moderno di lui? Più internazionale? Più completo (dal buffo al tragico passando per il giocoso)?
Della mortadella non si sa con certezza l’etimologia: forse viene dal mortaio, lo strumento nel quale anticamente la carne di maiale era pestata. Oppure dal mirto, l’essenza con la quale veniva condita, in antico, questa “pistà” o “pista” di suino. Il mortaio suscita immagini combattenti, il martello che trita. Il mirto evoca profumi mediterranei. Ed è pure un eccellente digestivo. Che, per mandar giù questa Italia, prima di provare a cambiarla come un guanto, serve. Eccome se serve.

Internazionale, si diceva. La prima notizia storica sulla carne di suino (70 per cento di magro, 30 per cento di grasso), cotta per farne mortadella, l’ha ricavata un altro bolognese, Giancarlo Roversi, dal libro del francese Veyard, pubblicato a Londra nel 1701. In effetti il disciplinare di questo autentico capolavoro della gastronomia bolognese veniva già emergendo nella seconda metà del ‘600. Il «Bando e provvisione sopra la fabbrica delle mortadelle e salumi» emanato dal cardinal Farnese, legato a Bologna, reca la data del 1661: esso cominciò col vietare tassativamente ogni aggiunta di carne di manzo (semmai ci si metteva dell’asino) che ne minacciasse la «isquisita perfettione». Più tardi, nel 1720, un altro porporato, il romano (attenzione, romano) Origo, fu decisivo per la qualità, presente e futura, del prodotto. Spiega sempre l’informatissimo Barberis che, nella «Dichiarazione del Bando delle mortadelle», Sua Eminenza stabilì che i «lardaroli», cioè i salumieri, dovessero lavorarla in città perché soltanto lì si potevano operare, all’epoca, i dovuti controlli, che le mortadelle dovessero essere fatte unicamente con carni «elettissime», che per questo il loro prezzo doveva poi essere libero e non calmierato, che, infine, esse dovevano essere tenute separate dagli altri salumi e «contrassegnate con un sigillo di cera di Spagna dell’Arte dei Salaroli». Nientemeno.

Insomma, perché un prodotto così italiano e così internazionale, così popolare e così accurato, non dovrebbe alla fine trionfare ridandoci una concreta fiducia nel futuro dopo tante improvvisate capriole, dopo tante chiacchiere furbesche e vittimiste, dopo tanti guasti di ogni genere, oltre ai lifting, ai trapianti di capelli, alle bandane, ai tacchi e sopratacchi e ad altre scemenze? 

IL PROGRAMMA DELL’UNIONE:

http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=47374


 
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Commenti al Post:
yappappeo
yappappeo il 11/02/06 alle 14:02 via WEB
...altro che fama... La mortadella è un prodotto di "FAME" internazionale!... nel senso che mi hai proprio fatto venir fame con 'sto post!... buoooonaaaaaa... evviva il mortadellone! ...alla faccia del Cavaliere Mascarato Dorian Gray Berlusca! Ciao
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pelino55
pelino55 il 11/02/06 alle 14:16 via WEB
sì però anche la mozzarella di bufala non è male....
(Rispondi)
 
 
scalzasempre
scalzasempre il 11/02/06 alle 15:39 via WEB
anche i carciofini sott'olio.
(Rispondi)
 
 
 
pelino55
pelino55 il 11/02/06 alle 18:52 via WEB
cosa c'entrano i carciofini, scalza!
(Rispondi)
 
 
 
 
scalzasempre
scalzasempre il 11/02/06 alle 22:57 via WEB
i carciofini c'entrano sempre! cippa!
(Rispondi)
 
1ninni
1ninni il 11/02/06 alle 15:55 via WEB
Non mi toccate la mortadella che posso fare na strage eh....
(Rispondi)
 
banlieues
banlieues il 11/02/06 alle 16:44 via WEB
... ed io da buon romagnolo non posso far altro che dire ... viva la mortadella !!! ... però sul vino avrei qualcosa da dire ... per una volta Antonia siamo d'accordo ... sulle bollicine (che prediligo) ... ma la mortadella è da provare con un buon Sangiovese superiore ...
(Rispondi)
 
 
pelino55
pelino55 il 11/02/06 alle 18:53 via WEB
mortadella e champagne: sine nobilitate.
(Rispondi)
 
dark44
dark44 il 11/02/06 alle 21:03 via WEB
C'è, sulla strada per Sorrento, una salumeria che fa degli ottimi saltinbocca con la mortadella... sono buonissimi, se ci passate provateli. Attenti però che se non glielo chiedete vi ci mette anche la provola... pensate si possano sposare le due cose... magari al sud sbagliamo a voler sposare sapori nordici con sapori sud(ici)...
(Rispondi)
 
 
banlieues
banlieues il 12/02/06 alle 07:18 via WEB
... i melange sono sempre interessanti ... è che non ci passo spesso di lì sennò varrebbe la pena provarci !!! ....
(Rispondi)
 
axel_74
axel_74 il 11/02/06 alle 21:11 via WEB
Io ci credo.
(Rispondi)
 
lubely
lubely il 11/02/06 alle 23:16 via WEB
Tra Prodi e la mortadella preferisco la mortadella, ma tra Prodi ed il nano da giardino preferisco 10, 100 1000 (e oltre) volte Prodi. Vai Unione!!!!!!
(Rispondi)
 
manupa
manupa il 12/02/06 alle 16:50 via WEB
Mi sta bene tutto , ma basare una campagna elettorale sull'immaginario collettivo della mortadella non i fa nemmeno più ridere , mi spaventa perchè significa che questi due signori qui non piacciono a pelle a nessuno. Uno che invade l'etere e la cartellonistica stradale ,attacca tutti con le patetiche scuse dei complotti comunisti dopo che ha messo il bavaglio alla lingua e la penna più impavida di questo Paese ( Enzo Biagi ) l'altro che si cela dietro a significati gastronomici . Ma , porca puttana ...li abbiamo eletti noi , hanno un lavoro a termine ..vogliamo avere dei cazzo di risultati UNA buona volta o ci vogliamo far prendere ancora per il culo? Peccato non ci sia una lista Pannella , a 76 anni da ancora la birra a tutti quanti , altrochè riforma elettorale.
(Rispondi)
 
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