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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"

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Post N° 477

Post n°477 pubblicato il 05 Maggio 2006 da ossimora
 
Tag: Lunario

Ci sono giorni che ti alzi e sei opaca e greve, tutto pesante e informe, grigiastro e ben più che un po' fangoso, a masticarti.

 Hai gli occhi vuoti e una punta di lingua appena sporta, in inane intontita mancanza di riflessi.

E ti lasci trasportare, come un tronco inerte, sulla schiumosa corrente bassa che si arriccia attorno a sassi inutili, disposti senza senso.Indistinti gli sguardi.
E ci sono giorni che germogli e sorgi lustra, leggera e tutta illuminata, palpiti liscia, pulita e trasparente.

Hai occhi enormi tutti sfaccettati, succhi ogni odore e ogni sapore sulla pelle.

E muovendoti senti di creare un vortice, soffio d'aria sottile piena di pulviscolo, di cui sei
il centro mobile e spazioso.
Cerchi di capire se dipenda dal clima, o dal lavoro, se influisca quello che hai mangiato o quanti sorrisi hai imbastito  il giorno prima.
Ma non c'entra niente: è che siamo bruchi e farfalle, prima e dopo,
e nel mezzo notti immote e avvoltolate di crisalide.
Condividiamo, ripetuto cento e cento volte, il ciclo di qualunque cavolaia.


 
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