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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"
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Post n°2393 pubblicato il 06 Luglio 2024 da ossimora
Zeruya Shalev Stupore Feltrinelli Assieme ad Amos Oz e David Grossman è l'autrice israeliana più letta nel suo paese .Ero ansiosa di scoprirla ma in realtà ho faticato parecchio a finirlo. forse sono io che sono in un periodo abbastanza stressante e credo di avere bisogno di storie lievi . Mi sono da tempo autoimposta di non abbandonare nessun libro che inizio ma questo l'ho trovato poco stimolante, scritto in maniera tediosa e ripetitiva sia nelle azioni (poche ) che nelle riflessioni , tende a ribadire sempre le stesse questioni , gli stessi temi narrativi . La prima parte è l'incontro fra due donne Atara , architetta cinquantenne che vive ad Haifa e Rachel quasi centenaria .Atara solo alla morte del padre scopre l'esistenza di una prima moglie (Rachel) e vuole conoscere anche per ritrovare attraverso le sue narrazioni il padre giovane battagliero . La seconda parte si frantuma con la morte prematura ed improvvisa del marito di Atara (Alex) e diventa una lunga riflessione sul destino , la casualità , il dolore , la memoria ed il distacco. Dal libro ho conosciuto una parte della storia di Israele poco narrata , quella della dominazione inglese nel 1948 ed anche diversi aspetti della vita militarizzata e di quella religiosa integralista delle persone sia nelle città che attorno ai territori occupati.
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