Creato da: ossimora il 20/10/2004
Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"
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Oggi sono stata nel bosco. E’ un periodo speciale questo .Non è più inverno ma neanche primavera.Transito rapido. I querceti sono ancora totalmente secchi,gli arbusti hanno appena qualche ineffabile gemma :non ci sono felci ,né eriche ;il pungitopo è spinghito. Il mio "bosco degli elfi "è in discesa ,il sentiero lo traversa in diagonale fino al fiume ,dove il vecchio mulino e ormai soltanto un ammasso di pietre. Una volta proprio nella grata di una residua finestra vidi un intreccio di serpi che mi fece sobbalzare ,più di sorpresa che altro,oggi come ogni volta che percorro il sentiero mi torna in mente quell’immagine di ctonia ,sinuosa bellezza,mista ad un brivido di disagio. Non essendoci ancora l’accumulo caotico e festoso dei verdi sfumati ,il sottobosco è luminoso ed io mi sono goduta le prime piantine nuove ,effimere , quelle che fanno una passata velocissima superate rapidamente dalle masse dei biancospini e dalla rinascita nella sua pienezza. Non posso proprio perdermelo. Le tussillago ,che fra poco saranno soffioni morbidi;un po’ pelose ,perfette per i momenti ancora freschi della giornata. Anemoni ed epatiche dai pervinca che emergono potenti pur nella loro fragile essenza . Gli ellebori ,unici fiori totalmente Io li presso ;schiacciati assumono delle trasparenze rarefatte che in una rete sottile lasciano emergere geometrie inusitate . Un vero tripudio minimale . L’inizio ,che mi meraviglia sempre e mi elettrizza.
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Inviato da: jigendaisuke
il 06/07/2024 alle 07:06
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il 01/07/2024 alle 08:42
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