Creato da: ossimora il 20/10/2004
Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"
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Cerchiamo di continuare con la biografie ,da arricchire magari ,in itinere. IL CORLEONESE Renato Schifani (detto anche Jena ridens )da pochi giorni è presidente del Senato. La seconda carica dello stato . Egli venne eletto al Senato della Repubblica nel 1996,il collegio elettorale era quello palermitano di Altofonte-Corleone. . Va ricordato che in quella tornata elettorale, il suddetto collegio fornì grande supporto al partito di Berlusconi, in linea con l’orientamento dell’intera regione Sicilia, la quale diede il 100% degli eletti a Forza Italia. Dopo anni di onorata fedeltà, Renato Schifani, che si fece riprendere dalle telecamere mentre mostrava i santini con la faccia di Berlusconi, è stato premiato dal neo-premier con il posto più importante della sua carriera politica. Di modi cortesi, sul ring politico, come ama dire il Cavaliere, si trasforma in un «cane da polpacci». Le brevi note biografiche che si trovano nei siti e nei giornali del nuovo Consiglio d'Amministrazione ( mi sembra definizione ,più corretta di governo ) non raccontano che una parte della sua vita e del suo importante retroterra culturale . Schifani negli anni '70 fondò la società Siculabrokers di cui fu anche amministratore: tra i soci c'erano anche Benny D'Agostino, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, Nino Mandalà imputato per mafia e in attesa di giudizio e Giuseppe Lombardo, che fu amministratore di società dei cugini Nino e Ignazio Salvo. Lui è quello del lodo Schifani, legge che sospese temporaneamente i processi in corso contro le più alte cariche dello Stato (utilizzata dallo stesso Berlusconi), dichiarata inconstituzionale. Ma anche la battaglia vinta per il carcere duro ai mafiosi. E' quello che difese l’impresa Lo Sicco davanti al Tar, impresa che costruì un palazzo abusivo di undici piani in una delle zone più pregiate di Palermo. Oggi il palazzo costruito da Lo Sicco è confiscato dallo Stato ed il costruttore è stato condannato a 2 anni e otto mesi per truffa e corruzione a cui si sono aggiunti sette anni per mafia. Vi sono quindi altre sventurate collaborazioni, come quella con Antonino Garofalo, arrestato nel 1997 e successivamente rinviato a giudizio per usura ed estorsione nell’ambito di indagini condotte dal sostituto Gaetano Paci della Procura di Palermo. L’ex socio di Schifani è ritenuto il capo di un’organizzazione che prestava denaro nella zona di Caccamo chiedendo interessi del 240%. E' quello che attaccò in maniera assai poco elegante Maria Falcone e Rita Borsellino, accusandole di “avere offeso la memoria dei loro eroici fratelli”.
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