Creato da: ossimora il 20/10/2004
Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"
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In tutta la mia vallata in questo periodo si trapiantano le piantine del tabacco ,dai semenzai ai campi ,scrupolosamente resi fertili(è cultura redditizia la nicotiana tabacum…) dalle macchine . Sono, adesso,sempre le macchine che raccoglieranno e porteranno ai seccatoi le grandi foglie . E' una pianta molto bella la nicotiana,una lussureggiante solanacea. Il lavoro dell’uomo c’è ancora ma adesso ridotto al minimo. Macchine e chimica hanno sostituito il lavoro umano e reso il prodotto ancora più tossico. Magari prima sigari e sigarette erano poco deleteri.Uff. Si è passati da una marea di maestranze di vallata,ai lavoratori stranieri ,alle macchine. Quando andavo a scuola ,subito dopo aver controllato i “quadri”mi andavo ad iscrivere alla FAT per lavorare un paio di mesi ed avere quindi un tot di soldini tutti miei. Era durissimo il lavoro delle “tabacchine”. Nei campi alle sei del mattino umidità e freddo che si trasformava col passare delle ore in un' afa pesante resa più appiccicosa dalla resinosità delle foglie che si trasportavano su e giù per i solchi che si allungavano ora dopo ora dopo ora a dismisura. Ho lavorato anche dentro, nei mastodontici,altissimi stabilimenti dove venivano essiccate le piante del tabacco tropicale,destinate a sigari . Ho vissuto il trauma della macchina per infilare che girava e nella quale ghiera si dovevano infilare velocemente le foglione.(le mie prime barre erano semivuote poi sono diventata un razzo) La sottile polvere si infiltrava ovunque e non c’erano docce che tenessero ,quell’amaronchiolo ti restava addosso anche dopo la doccia. A noi ragazze ci trattavano bene ,penalizzazione a parte ,sul cartellino, anche per cinque minuti di ritardo.Le operaie stabili invece erano parecchio sotto pressione ed io tolleravo male il fare spocchioso e persecutorio delle sbirrotte che bacchettavano per un nonnulla e andavano a bussare ai bagni.Noi le stuzzicavamo ma non avendo nulla da perdere mi sentivo a disagio anche se era giusto farlo.
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