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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"

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« BergmanKira Kiralina »

Volerei via

Post n°915 pubblicato il 31 Luglio 2007 da ossimora
 

Sicuri dunque e a testa alta,

 in qualsiasi luogo ci toccherà di andare,

avviamoci con passo intrepido,

misuriamo ogni angolo di terra,

quale esso sia:

entro i confini del mondo non vi può essere esilio di sorta;

nulla infatti che si trovi in questo mondo é estraneo all'uomo.

Da ogni terra lo sguardo si solleva al cielo sempre ad ugual distanza,

tutto ciò che é divino dista sempre del medesimo intervallo da tutto ciò che é umano".

 (De consolatione)

****

***

E certo, Lucio Anneo Seneca ha ragione da vendere...il passo intrepido ,la mancanza di paure,la capacità di andare .

Ma … sicurezza,paura della libertà,imparcimento dell'elan vital.

In realtà il dato incontrovertibile è che non è niente facile ,prendere ed andare ,così senza farsi nessun problema ,percorrere cieli e strade e spiagge ,senza mete previste ,senza organizzarsi,senza prenotare senza nemmeno sapere dove  si va né  soprattutto dove si arriverà .

Tanto più difficile in un mondo  pianificato (piattificato)e satellitare che rende anomala la ricerca stessa di spazi liberi.

Stamattina il vento fortissimo che scardinava le cose e che mi ha svegliato (tardi per fortuna ,molto tardi ...)mi invitava proprio a muovermi ( novella Mary Poppins ehm...);l’ho fatto spesso in passato,prendere ed andare senza pensarci .

Mia mamma mi diceva spesso

”beh Anto,se viene il terremoto per te non c’è problema ,sei sempre a zonzo!”

Ma ahimè… sono un coacervo di voglia di  “pazziare” e di senso del dovere, un mix esplosivo (in primis per me ) di irrequietezza e di contraddittorie resistenze sedentarie.

 Abdicataria e recalcitrante.

 
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longu
longu il 01/08/07 alle 02:43 via WEB
La cosa più rivoluzionaria che si possa fare è sempre quella di testimoniare a gran voce ciò che sta accadendo. Ci sono luoghi e viaggi che ti restano attaccati addosso come una ferita che non rimarginerà più. Sotto altri cieli ed altre età, ci sono persone e paesaggi che ti rimangono nell’anima per tutta la vita. Lo riconosci l’inferno, se l’hai vissuto. Ne riconosci l’odore nauseabondo e impari a capire il perché della miseria della vita. Il fuoco arde e distrugge mille parole vane. Urla nel vuoto del deserto chiamano ed alta è la voce, potente è il loro comando. Vedo visi ritornare fango. Ci hanno rubato l’universo in pochi istanti, in pochi anni. Hanno spezzato i ponti e sconvolte sono le nostre strade. Chi sono gli eroi? Quelli dei testi scolastici? o altri uomini dai nomi sconosciuti, figure marginali e quasi sempre perdenti, ma con una vita illuminata o straziata dalla coerenza e dall'orgoglio con cui hanno cercato di opporsi al potere. Il Dio dei disperati è compassione, è consolazione.
 
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