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« Pierfurby proibizionistaTrasparenze »

Bologna

Post n°918 pubblicato il 02 Agosto 2007 da ossimora
 

Constato

che la memoria ,indispensabile  riguardo alle stragi di stato che hanno segnato il nostro paese non è affatto sopita e mi unisco all’operazione di”memoria”,ripercorrendo il “mio” 2 Agosto del 1980.

Mi trovavo in vacanza all’allora campeggio “La Comune” ad  Isola di Capo Rizzuto;era un campeggio arrampicato sopra uno splendido mare e quell’anno c’era anche il Gay camp organizzato dalla rivista "Lambda"
Ci sarebbero stati  gli spettacoli delle Pumitrozzole e di Ciro Cascina, gli allestimenti di Giorgio Fornari, i bagni d'argilla, i corpi colorati con pennellate di pittura, la vie en rose nei bagni ,l'intervento del presidente nazionale dell'Arci, Rino Serra, anticipazione della nascita dell'Arcigay.

Appena arrivò la notizia della strage dalla stazione di Bologna la spiaggia si vuotò immediatamente e iniziò una assemblea fiume durante la quale si cercava di avere più notizie possibile .

Un rincorrersi di telefonate al manifesto,al partito Radicale al Pci ed a tutti coloro che potevano fornire qualche “spiegazione”,c’era un clima di ansia e di preoccupazione ,la Calabria  sembrava davvero lontanissima ,il senso di isolamento e lo sgomento pian piano lasciavano  il passo ad un ansia ed ad uno sconcerto che portarono anche ad  organizzare una manifestazione al paesino di Isola ,devo dire abbastanza surreale.

Sono passati 27 anni ,le vicende giudiziarie sono state( come sempre accade ) controverse e depistate in vari modi;resta chiara comunque  la matrice massonico fascista nonostante i tentativi di modificare i fatti e persino la memoria stessa come tentò l’ex sindaco di Bologna ,Guazzaloca.

Questa giornata è diventata il simbolo delle commemorazioni di tutte le stragi italiane .

Non le possiamo dimenticare.

 
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longu
longu il 02/08/07 alle 14:40 via WEB
"Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato golpe (e che in realtà è una serie di golpes istituitasi a sistema di protezione del potere). Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969. Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974. Io so i nomi del "vertice" che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di golpes, sia i neofascisti autori materiali delle prime stragi, sia, infine, gli "ignoti" autori materiali delle stragi più recenti. Io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi opposte, fasi della tensione: una prima fase anticomunista (Milano 1969), e una seconda fase antifascista (Brescia e Bologna 1974). Io so i nomi del gruppo di potenti che, con l'aiuto della Cia (e in second'ordine dei colonnelli greci e della mafia), hanno prima creato (del resto miseramente fallendo) una crociata anticomunista, a tamponare il 1968, e, in seguito, sempre con l'aiuto e per ispirazione della Cia, si sono ricostituiti una verginità antifascista, a tamponare il disastro del referendum. Io so i nomi di coloro che, tra una messa e l'altra, hanno dato le disposizioni e assicurato la protezione politica a vecchi generali (per tenere in piedi, di riserva, l'organizzazione di un potenziale colpo di Stato), a giovani neofascisti, anzi neonazisti (per creare in concreto la tensione anticomunista) e infine ai criminali comuni, fino a questo momento, e forse per sempre, senza nome (per creare la successiva tensione antifascista). Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro a dei personaggi comici come quel generale della Forestale che operava, alquanto operettisticamente, a Città Ducale (mentre i boschi bruciavano), o a dei personaggi grigi e puramente organizzativi come il generale Miceli. Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro ai tragici ragazzi che hanno scelto le suicide atrocità fasciste e ai malfattori comuni, siciliani o no, che si sono messi a disposizione, come killers e sicari. Io so tutti questi nomi e so tutti questi fatti (attentati alle istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli. Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi. Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che rimette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero. Tutto ciò fa parte del mio mestiere e dell'istinto del mio mestiere. Credo che sia difficile che il "progetto di romanzo" sia sbagliato, che non abbia cioè attinenza con la realtà, e che i suoi riferimenti a fatti e persone reali siano inesatti. Credo inoltre che molti altri intellettuali e romanzieri sappiano ciò che so io in quanto intellettuale e romanziere. Perché la ricostruzione della verità a proposito di ciò che è successo in Italia dopo il 1968 non è poi così difficile... " Pier Paolo Pasolini Dal "Corriere della sera" del 14 novembre 1974 “Coltiviamo per tutti un rancore che ha il sapore del sangue rappreso, ciò che allora chiamammo dolore, è soltanto un discorso sospeso”. F. De Andrè – “Tutti morimmo a stento”
 
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