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Ugolini

Post n°988 pubblicato il 22 Settembre 2007 da ossimora
 

Ora bisogna passare dalle parole ai fatti. Non basta l’invito ai cittadini affinché autogestiscano la propria anti-politica, promuovendo liste civiche personali, da Enna alla Valtrompia. Un’operazione rischiosa perché qua e là la cittadini esponenti di camorra o di mafia potrebbero amabilmente presentarsi nei panni di virtuosi grillini. E’ necessario, dunque, impossessarsi dello Stato, dar vita non alle vecchie, criminali BR, ma alle nuove democratiche BC, le Brigate Comiche. Beppe Grillo sarà subito insediato come nuovo presidente del Consiglio, circondato da Giorgio Panariello, Gene Gnocchi e perché no, Cochi e Renato.

Sarà dura perché altre forze stanno uscendo allo scoperto gridando: Siamo noi i comici, siamo noi l’antipolitica. Sono Forza Italia e la Lega. Non hanno tutti i torti. Che cosa c’entrano costoro con la politica e con i partiti? Forse che Silvio Berlusconi è a capo di un’organizzazione che ha un suo gruppo dirigente eletto nei congressi dagli iscritti? No, lui ha fondato un'altra azienda, dopo la favolosa Mediaset. Un esempio vivo di antipolitica.

C’è anche chi, in questo frastuono, avanza piccole proposte, invece di suonare la grancassa. E’ Piero Fassino. Il solito riformista che invece di rovesciare i tavoli suggerisce intanto di togliere ai senatori e deputati la scala mobile. Che cosa è? E’ quello strumento che una volta difendeva automaticamente dall’inflazione tutti i salari. E’ stata abolita nel 1993 per tutti i lavoratori e sostituita con un meccanismo non automatico. E’ rimasta per i parlamentari che si sono visti così accreditare 200 Euro in più a fine agosto (solo i senatori perché i deputati hanno bloccato la cosa). Sono 1.600 Euro in 8 mesi. Quisquiglie, bazzecole. Cose, insomma, che non fanno ridere. Aspettiamo le BC.

 
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elioliquido
elioliquido il 23/09/07 alle 03:48 via WEB
Ma con questo post cosa c'entrerebbe? In fin dei conti se una "destra" siffatta è avvantaggiata, la causa prima sono i suoi elettori. Se vogliamo immaginarci due schieramenti (immaginarci perché così si presentano, ma le anime al loro interno sono svariate) che si contendono il potere, ciascuno dei due dovrebbe fare il massimo possibile per perseguire la propria filosofia, per convincere elettori, per ottenere sostegno. La potenza di fuoco del "centrodestra" (uso sempre le virgolette perché queste definizioni mi suonano sempre false: la destra in sé e per sé non è furto, furbizia, e/o coercizione e dittatura, giacché queste cose sono appartenute, nel mondo, anche alla "sinistra") è maggiore di quella del "centrosinistra". E se con armi peggiori, una delle anime non riesce a darsi una regolata moralizzatrice (non bastano due uomini per fare la linea di condotta di un partito e tantomeno di una coalizione), e l'altra non riesce a rinunciare alle sue crisi d'estro, e come diceva Guido si beccano come i polli di Renzo, allora a cosa serve "sparlare", indignarsi, dire che cosa, contro questa destra che tu stessa dici stiamo riportando al governo. Evidentemente questa "sinistra" non ha argomenti, ed ancor meno convinzione. Te ne preoccupi molto di più tu, ed alcuni altri che leggo qui in giro, di quanto se ne preoccupino parecchi tra quelli che siedono ai banchi del parlamento. Il PD non è stato capito da una parte della base della "sinistra", anche perché è una mossa di destra, che sacrifica l'ideologia (chiamiamola così) sull'altare del pragmatismo. Del resto era poco comprensibile e molto fragile come progetto, anche fosse andato in porto. Diventare compagni di partito di Rutelli, per un comunista o ex comunista, o comunque di area di sinistra, è roba da turarsi il naso. La gente, i cittadini, il popolo, si può dividere in tre parti (per questa esemplificazione): una è quella che sta coi berluscones, per cui amano il potere che soggioga, tendenzialmente dittatoriale, decisionista (cioè quello che anche quando deve andare in bagno, lo dichiara prima con enfasi), filo-ricchi (ed è triste che ci stiano anche tanti poveri) (poveri in confronto a quei ricchi), eccetera. Un'altra è quella che detesta quel modo di gestire il potere, quello dei privilegi iniqui, dei privilegi usurpati (come quello tipico di esibire una tessera di parlamentare ad ogni pie' sospinto), delle leggi in cui uno che vota chi sta al potere non si riconosce, se ne sente tradito. Leggi su rifinanziamenti a missioni americane (per non dire personali di Bush), basi NATO, TAV in val di Susa, finanziamenti alle scuole private ecclesiastiche, e per cui solo i pochi soldi che rimangono vengono forse spesi (ed a volte, non di rado, con vergognosa mancanza di competenza) per quanto era "accordato", dichiaratamente o tacitamente (perché da una "destra" o da una "sinistra" certe filosofie di scelta ci se le può legittimamente aspettare). Allora questi s'incazzano, ed appena viene fuori un grillo lo seguono. Perché ne hanno llenas las bolas, e non ci vedono e non ci sentono più. Poi ci sono quelli che sanno, capiscono, che con certi sistemi non si fa politica, e che le scelte di uno stato non si prendono senza fare politica, a meno che lo stato sia non democratico. Ed il rischio è ovviamente quello. La "sinistra" è perdente, oggi come oggi. Perché ha vinto le elezioni per il rotto della cuffia, ma facendo leva su chi (come me, ma anche come moltissimi altri) ha votato la coalizione di Prodi per mandare a casa B, e non perché in questa coalizione ci credesse. Mentre dall'altra parte, tra chi li vota sono molti di più quelli che votano pro CdL, e molti di meno quelli che votano contro Unione. Allora o crediamo nello stato democratico, ed accettiamo che lo stato democratico sia questa roba qui, ovvero i cervelli pensanti pensano quello che gli pare, e votano, tutti con lo stesso peso. Oppure pensiamo che una gran parte di elettori lo sia immeritatamente. E allora non ci sta piacendo la democrazia. Certo, questa forma di democrazia può portare alla sua stessa fine. Ma questo è quanto. Più di dirle, le cose, quando capita il perché, c'è poco da fare. Io sono molto sicuro che la risposta della "sinistra" italiana ai tempi attuali sia del tutto inadeguata, che contenga al limite (e rischia neppure quello) quanto basta a tirare avanti ancora un po'. I partiti sono robe grosse, composte da molta gente. Se al loro interno c'è qualcuno che si sveglia, oggi, e si rende conto che tutto rischia di scoppiare, può fare quello che vuole, ma non potrà riportarlo sulla retta via in qualche mese. In tutti i partiti sono stati scelti dei candidati scalda poltrone. Scelti, dall'alto. A quelli non glielo fai fare, di impegnarsi per un bene comune. Quelli sono lì, hanno fatto la loro piccola carriera politica, per i privilegi cafoni.
 
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