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Matinèe

Post n°1065 pubblicato il 12 Dicembre 2007 da ossimora
 

*************

*poesia dorsale (mia)

****************************

Complice una mattinata libera ed il lusso di starmene a leggere sotto le coperte ho finito un piccolo romanzo di  Juan Josè Millas

"Laura e Julio”:

 è la storia di un inedito triangolo sentimentale ,giocato a mezza strada fra la realtà ,il virtuale ed il coma di uno dei protagonisti in due appartamenti adiacenti che ne costituiscono il set.

Già .

Fa pensare a scrittura da film ,anzi mi sono ritrovata ad immaginarmi mentalmente a chi avrei attribuito i ruoli dei vari personaggi ,passando i rassegna gli attori che mi piacciono scartando e fantasticando. La storia scivola via bene  e si comprende perché Millas sia scrittore molto letto e molto amato in Spagna,senza dubbio popolare.

Proverò ancora a leggere altro di questo autore -giornalista madrileno.

 
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carlo_free
carlo_free il 12/12/07 alle 11:55 via WEB
dal sito http://www.secondoprotocollo.org Scritto da Cristina Monceri martedì 11 dicembre 2007 Una mazzata, letteralmente una coltellata al cuore le notizie che nella notte sono arrivate dalla California riguardanti Carlo Parlanti. Confermata la sentenza emessa in primo grado. Certo, c’era da aspettarselo dato che il giudice era lo stesso (strani questi americani garantisti) ma onestamente pensavamo che di fronte alle prove ci sarebbe stato un esame di coscienza e che il giudice e il procuratore avessero ammesso il loro errore/orrore. Così non è stato, come lo stesso Carlo aveva predetto, anzi se c’è stata una cosa certa che è emersa da questa risentenza farsa (una farsa costata oltre 5.000 dollari) è che non c’è limite alla disonestà di certe persone e che, se errare è umano perseverare è un omicidio. Come detto più volte non si fa vittimismo, non è uno di quei casi dove uno si professa innocente pur avendo tutto contro, no, qui le prove dell’innocenza ci sono e sono palesi. Paradossalmente sono le stesse prove portate dall’accusa a scagionare Carlo Parlanti. Sono lì, agli atti processuali e non c’è bisogno di aggiungere altro. A questo punto bisogna dire le cose come stanno, con estrema sincerità e senza la minima ombra di vittimismo, perché qui la vittima c’è veramente e si chiama Carlo Parlanti. Il Giudice, il Procuratore e tutti quelli che gli girano intorno sono dei delinquenti che hanno condannato a morte un innocente. Si, delinquenti, chiamiamoli con il loro nome e spero vivamente che leggano, cosa che oltretutto fanno regolarmente visto che il Giudice ha ricattato Katia, pretendendo che togliesse le carte processuali dal sito o avrebbe condannato Carlo al massimo della pena, cosa regolarmente avvenuta. Come mai un giudice chiede queste cose? Cosa c’è in quelle carte processuali che gli va di traverso? Semplice, c’è la verità che chiunque può leggere, niente di più, niente di meno. C’è scritto che un Procuratore degli Stati Uniti d’America ha accettato prove palesemente false e contraddittorie, c’è scritto che è stata chiesta una condanna per un uomo che aveva una colpa capitale: essere italiano e non un violento stupratore di donne. Ora non ci si deve arrendere, si deve procedere con le investigazioni e portare il tutto in appello. Per fare questo occorrono fondi che con l’aiuto di donatori stiamo ottenendo. Cinquemila euro dal Comune di Montecatini Terme, il quale ha organizzato per giovedì 13 dicembre anche una serata al circo Vienna il cui incasso verrà devoluto a favore della difesa di Carlo. Sempre a Montecatini Terme il 22 dicembre verrà organizzata una conferenza per dimostrare “con le prove” la malafede della Procura di Ventura e le falsità raccontate da quell’essere viscido che si chiama Rebecca White, una povera malata di mente che merita di essere rinchiusa in un manicomio criminale, la prima vera responsabile di tutto questo. A tal proposito vorremmo lanciare un appello: ci serve un patologo al quale sottoporre le prove, una persona competente che spieghi scientificamente l’impossibilità fisica e biologica di quanto raccontato da quella pazza della White. Chiunque sia disposto a darci una mano è pregato di contattare questo indirizzo mail lasciando un recapito telefonico, verrà immediatamente contattato. Un'altra cosa importante e che metteremo a disposizione della stampa il rapporto sulle fotografie redatto da un grande esperto americano, riconosciuto dai maggiori tribunali americani, rapporto che però per questioni procedurali potrà essere presentato solo in sede di appello. Per ottenere il rapporto è necessario scrivere a questo contatto specificando nome, cognome e testata giornalistica per cui si scrive. Infine, chiunque abbia idee per nuove e più incisive iniziative è pregato di comunicarlo a noi attraverso questo contatto oppure alle ragazze del blog CARLO PARLANTI FREE. E’ gradito qualsiasi contributo che possa aiutarci a portare il caso di Carlo Parlanti all’attenzione dei media e del grande pubblico. Per conto nostro procederemo con le iniziative enunciate da Franco Londei nel suo articolo chiedendo il trasferimento di Carlo per motivi umanitari, andando a discutere il caso alla Corte Europea dei Diritti Umani e soprattutto chiedendo alla giustizia italiana che, a seguito della denuncia contro la White, si attivi per una rogatoria internazionale atta ad acquisire i documenti processuali onde aprire il caso anche in Italia. La guerra è appena iniziata e si farà sempre più dura, per questo chiediamo che le istituzioni si attivino anche per controllare le condizioni detentive di Carlo Parlanti, che non sia vittima di ritorsioni di sorta. Carlo è gravemente ammalato e si deve garantire la sua incolumità a tutti i costi. Una cosa è certa. Se pensavano di indurci a mollare si sbagliavano di grosso. Cristina Monceri
 
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