Creato da: ossimora il 20/10/2004
Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"
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Quando Ester si sollevava dal suo letto ,nel quale spesso si lasciava sprofondare mollemente ,aveva la schiena irrequieta e la nuca di porcellana. I suoi occhi una volta vivaci erano ormai quieti,vacui. Il legame, distillato dall’anima, modulava i movimenti scoordinati. Accese sette candele bianche ;reminiscenza dei racconti di Laura e di arboree streghe e cosparse con mucchietti di sale grosso gli spigoli della casa ,non tentando l’uscita dal caos dei giorni senza volto (non ne sentiva la necessità )ma cercando di imprimere nuovi gesti alla sua esistenza lunare. L’odore di chiuso , rutilava attorno a lei e l’anodino silenzio era continuazione naturale delle giornate. La luce tremula evocava la passione scoperchiata nella notte che il suo corpo carico di lucciole fu messo per sempre in agitazione da quell’uomo dal corpo vigoroso e segreto i cui odori non venivano mai messi a tacere. Un uomo dai modi soavi e dagli occhi sfuggenti (che mai si accordavano col sorriso scanzonato),rassicurante come il mattino ,scatenato come il mare di notte. Fissava altrove;ogni tanto palpitava ,un accordo remoto lo illuminava ...ed allora diventava irresistibile. Ester sapeva ormai che non sarebbe mai stata sazia ,della parte di lui,da lei stessa creata . Assecondava il suo stesso vagare nel vuoto e viveva nel caos dell’eccitazione permanente ,lontana dall’euforia,dalla paura,attenta soltanto alle crepe dalle quali lui dirompeva improvvisamente ;un odore di zuccherato the verde,il colore amaranto,una musica kletzmer ,il ticchettio di vecchie macchine da scrivere ,i disegni fatti di getto, capolineggianti dai bordi dei giornali. Quel riappropriarsi dei sensi, imprevisto ,sicuro portatore di armonia le bastava. Attorno la sua stravaganza suscitava attonita incomprensione ma lei era un tutt’uno con la sua quieta vecchiaia di secoli e le piaceva. Anto
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