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« RomaObsolescenze(?) »

IL sindacalista

Post n°1188 pubblicato il 19 Aprile 2008 da ossimora
 

Montescemololo dixit:

«Basta negoziati infiniti, i lavoratori sono più vicini a noi che ai sindacalisti incapaci di difenderli». L'ex presidente di Confindustria spodesta Cgil, Cisl, Uil e indica la strada del rapporto tra le imprese e i loro dipendenti.

Basato sulla relazione diretta e individuale.(temo di capire cosa possa significare questo rapporto "individuale",nella realtà)


I sindacati sono una casta(questa parola comincia a farmi venire l'orticaria) e non servono più.(qualcun altro già lo disse e lo pose a conclusione di una "rivoluzione"...ci siamo?)

 Poi, in sintonia con Berlusconi, detta l'agenda: fine del contratto nazionale, detassazione degli straordinari, salario variabile. È il modello leghista...ma anche no ,il primo a dare una calmata al sindacalista Montescemolo è niente meno che...Calderoli.

"siamo a posto".

 
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ossimora
ossimora il 19/04/08 alle 13:36 via WEB
Il senatore Pdl Maurizio Sacconi ha fatto sapere che il primo obiettivo perseguito dal nuovo governo sarà quello di ridiscutere il documento contro le morti bianche varato da Prodi. Nel giorno in cui Cgil, Cisl, Uil si sono incontrate per discutere proprio del tema rilanciando il provvedimento e in cui, guarda caso, la Confapi lo affossava Il senatore Pdl Maurizio Sacconi ha spiegato che "il primo obiettivo perseguito dal nuovo governo sul fronte della sicurezza" sarà quello di "ridiscutere il Testo Unico". E ha aggiunto: "partiremo da una convocazione del tavolo della parti sociali che, purtroppo, ereditiamo lacerato, con una spaccatura tra i sindacati e quindici organizzazioni sindacali del lavoro autonomo e delle imprese". Dunque Sacconi ci fa sapere che tutto il lavoro parlamentare e sindacale compiuto in questi ultimi mesi di esecutivo Prodi per arrivare ad un provvedimento che cercasse di porre uno stop alla mattanza quotidiana nei cantieri e nelle fabbriche, così come nei campi, è di fatto consegnato al macero dell'inutilità, alla cantina del ciò che è stato. Colpisce, ma non stupisce, che questa dichiarazione sia stata rilasciata dal senatore Pdl proprio nel giorno in cui i segretari confederali di Cgil, Cisl, Uil si sono incontrati a Roma per discutere proprio del tema sicurezza sul lavoro. Alla presenza dei sottosegretari al Lavoro e alla Salute Antonio Montagnino e Gian Paolo Patta, i rappresentanti sindacali hanno infatti convenuto sulla necessità di "estendere le misure di tutela per i lavoratori anche nelle piccole imprese" visto che "una percentuale altissima degli infortuni accade in aziende con meno di 10 addetti". Parallelamente si è auspicato che "i temi del contrasto agli incidenti sul lavoro diventino un punto imprescindibile nell'agende delle istituzioni locali e nazionali". Il che non vuol proprio significare gettiamo a mare il lavoro fin qui compiuto con l'importante apporto del sindacato, ma al contrario rilanciamolo estendendo le garanzie e i diritti alle categorie dell'occupazione non pienamente coinvolte. Un messaggio insomma al futuro governo perché si continui sulla strada intrapresa. Ecco allora arrivare la risposta di Sacconi. In tutt'altra direzione rispetto a ciò che si auspicavano le forze del lavoro. Un messaggio che ha del preoccupante per due ragioni. Prima, la strenua opposizione dimostrata nei mesi scorsi da Confindustria al Testo Unico, rispetto a cui si è sempre messa di traverso cercando di farlo naufragare: un dissenso che oggi, con il nuovo governo certamente molto più permeabile ai diktat che provengono dall' associazione degli industriali, rischia di tradursi in successo di fatto. Secondo, l'annuncio di Sacconi giunge proprio a ridosso di quanto dichiarato dalla Confapi, la quale ha fatto sapere che "gli incidenti sul lavoro non si riducono aumentando le sanzioni contro le imprese o ingessando le aziende con eccessi normativi e di controllo" perché il vero problema "è la carenza di formazione". Il presidente dell'associazione delle piccole e medie imprese, Paolo Galassi, ha infatti spiegato che "è piuttosto l'assenza di una cultura della sicurezza che continua a seminare vittime tra lavoratori e imprenditori" e che "il governo uscente lascia invece in eredità un provvedimento sulla sicurezza totalmente inappropriato, dominato da un incomprensibile atteggiamento persecutorio nei confronti delle aziende" e, come se non bastasse, "nato in assenza di un significativo contributo del mondo imprenditoriale". Di fatto le ragioni che ha cavalcato da sempre Confindustria per stroncare sul nascere il Testo approvato invece in extremis da Prodi e i suoi ministri, un documento che le impediva mani libere nel perseguimento del profitto a danno della salute dei lavoratori. Troppo pesanti le pene, troppo pesanti gli oneri per gli industriali: questo il senso della critica. Che pare sia stata ben recepita dai nuovi inquilini di Palazzo Chigi, molto sensibili alle sirene che cantano da Viale dell'Astronomia. Non c'è che dire, proprio un bell'inizio.
 
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