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« Verso il 25 Aprile25 APRILE »

Zucchine

Post n°1192 pubblicato il 23 Aprile 2008 da ossimora
 

Commenti ,prese di posizione ,analisi più o meno articolate di questo crudele Aprile mi fanno sentire un po’ aliena ;ma poco eh  …ci sono abituata .

Dunque i partiti sono esautorati ed esauriti;inutile ciarpame post moderno,fuffa tutta uguale.

Il sindacato è solo e soltanto da criticare;una manica di malavitosi lobbysti che difendono categorie potenti e parassitarie ,persino le norme sulla sicurezza ,roba del passato ,un paio di morti al giorno (sopratutto stranieri),non possono giustificare ulteriori aumenti del costo del lavoro.

La solidarietà ed i valori di cittadinanza ad essa correlati sono “buonismo” deleterio.

Chi si preoccupa per lo stato dell’ambiente ,dice inutili idiozie e frena lo sviluppo .

La Resistenza non è e non sarà mai fondamento comune del paese ma ,magari assieme a tutta la costituzione un vecchiume fatiscente da cancellare da libri di storia e strade(più monumenti a Pio da Pietralcina ;meno cippi ai partigiani!!!).

E’ davvero iniziata una nuova ,meravigliosa era che ci traghetterà felici nella modernità .

Intanto adesso ci taglieranno l’ici,urbi et orbi ,ha chi ha un appartamentino da 80 metri quadrati e chi ha  il villone ;l’unica tassa già federalista tagliata per riacchiappare soldini da Roma ladrona.

E mentre Lombardo e soci “pizzicano”e si spartiscono tacitamente sottoministri,sottosegretari per amici e famigli già dalla televisione (il singolare è d’obbligo)iniziano a scemare i mercati rionali,le famigerate zucchine ,il pane ,persino la spazzatura e la crisi della terza settimana a tutto vantaggio dei saloni della nautica , la prova bikini e le vacanze.

 Un vero miracolo.

Ieri sera ,mio malgrado,ho zappingato un po’ sul tardi .

In genere ho il dito allenato e rapido tanto che come compare la faccia di qualche persona a me poco gradita ,diciamo così,cambio immantinente;è un automatismo legato al  mio vispo istinto di sopravvivenza .

Ieri sera invece ho seguito per quattro o cinque minuti il prossimo presidente della camera dei deputati ,meravigliata dalla repentina seppur prevedibile metamorfosi .

Rapido .

Dalle scomposte ,accalorate litanie monotematiche della sua personalissima campagna  elettorale …”non faremo e non vogliamo commissioni parlamentari sul G8 e i fatti cileni di Bolzaneto (…he he he)”al tono fermo e pacato di statista di rango,suadente e gradevole …le sue parole scivolavano via come un sorso d’olio di ricino..

 
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variazionegoldberg
variazionegoldberg il 23/04/08 alle 23:27 via WEB
Hai ragione, non dici che il sindacato va eliminato, ma se diciamo che non ha senso pensare ad un sindacato nazionale dobbiamo capire che “dimensione” dare al sindacato e per quale motivo è nato ed ha prosperato (forse anche troppo) un sindacato nazionale. La contrattazione collettiva nazionale è stata una grandissima conquista, impossibile senza un sindacato nazionale, che fosse in grado di trattare per ciascuna categoria produttiva: la conquista sta nel fatto di avere stabilito condizioni minime inderogabili per tutti i lavoratori di ciascuna categoria, oltre a pari diritti. Un sindacato frammentato o limitato territorialmente avrebbe consentito di diversificare i trattamenti economici e normativi a seconda della zona territoriale: io ancora oggi non trovo giusto che un lavoratore che ne so di Crotone possa fruire di sei mesi di assenza in caso di malattia senza essere licenziato, mentre un lavoratore di Milano della stessa categoria e che svolge le stesse attività può avere dodici mesi. In un Paese come l’Italia il contratto locale, o peggio ancora aziendale, è un pericolo enorme perché consente situazioni di sfruttamento davvero drammatiche (che ci sono lo stesso, ma per lo meno sono illegali, perché non “coperte” da una contrattazione collettiva di qualsiasi livello). Ma se a trattare con le organizzazioni dei datori di lavoro ci vanno i sindacati territoriali il risultato è questo: dove il sindacato è più forte o i lavoratori più coesi i contratti sono migliori, dove il sindacato è più debole i contratti sono pessimi. Che il sindacato rappresenti i pensionati non è giusto, è semplicemente FONDAMENTALE, e per un motivo semplicissimo: che i patronati rimangono, in una materia assolutamente incomprensibile e tecnicissima come quella previdenziale, l’unica possibile difesa dei pensionati nei confronti degli enti previdenziali. Questo ha consentito ai patronati di acquisire una conoscenza specialistica della materia che nessuno, tranne i funzionari degli enti previdenziali, possiede. Che possibilità ha un pensionato di fare ricorso alla Corte dei Conti quando l’INPDAP gli taglia la pensione per un qualche motivo? O quando gli dice che si è sbagliata e gli chiede la restituzione di qualche migliaio di euro che gli è stato dato in più per un proprio errore? Andare da un avvocato del libero Foro (anche su questo potrei raccontartene tante e poco edificanti…)? Non c’è alcun dubbio che tu abbia ragione sulle critiche al sindacato, al ruolo che ha assunto oggi, più di potere che di difesa dei diritti (ed anzi, con una pericolosissima attitudine a fare dei diritti materia di discussione, invece di dire “i diritti non si toccano, parliamo solo di quello che possiamo negoziare”). Ma secondo me dobbiamo comunque partire da quello che abbiamo e non dobbiamo pensare di mettere in discussione certi diritti fondamentali (la contrattazione nazionale senz’altro, quanto meno per la parte normativa, su quella stipendiale si può anche ragionare; l’articolo 18 con la reintegrazione in caso di licenziamento senza giusta causa, ecc.). Poi, sono completamente d’accordo quando dici che il sindacato non dovrebbe difendere i lavativi e gli approfittatori, ma i lavoratori: però anche in questo caso bisogna stare attenti, perché il sindacato deve difendere non la persona, ma i diritti della persona (uno può anche essere un grandissimo stronzo, ma se un suo diritto è stato leso il sindacato deve intervenire, senza giudicare se si tratta di un buon lavoratore o no; quello che non va è difendere l’abuso a tutti i costi, qualcosa che va ben oltre il diritto del lavoratore e che confina con la difesa del privilegio. Questa è un’offesa per i lavoratori che lavorano davvero: riconosco che succede anche non di rado). Sono convinto che sia necessario cambiare il sindacato, ma non a discapito di quello che è stato conquistato fin’ora. Invece mi pare che i discorsi che richiamava Antonia in the night andassero in quella direzione, ed è una direzione secondo me pericolosissima, come è pericolosissimo mantenere strutture, come quelle sindacali, con i difetti che hai detto tu.
 
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