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« Condotta Scrittori »

Cabasisi

Post n°1270 pubblicato il 15 Luglio 2008 da ossimora
 

Mi sono letta in giro diversi pareri ,riflessioni,prese di posizione sulla questione della donna che vegeta attaccata ad una macchina da circa sedici anni .

Ho letto la battaglia  del padre e le sue motivazioni,quella dei giudici che hanno autorizzato il distacco dalle macchine,quello di mons. Bagnasco,gli accorati inviti del redi(ci)vivo Giuliano Ferrara e delle bottiglie d’acqua per Eluana sul sagrato del dom de milan  e  quelle di tanti bloggher  in giro .

Tutti invitano al rispetto per un dramma personale e su questo non ci piove ,mi pare persino inutile dirlo anche perché di fatto ,fuor di retorica, è il padre che da sedici anni si vive la sua bella odissea di strazio e carta bollata.

 Poi cominciano le  anacronistiche ,pedanti ,giaculatorie etiche che non servono a niente e francamente mi hanno frantumato i cabasisi.

Una delle risposte al problema dell’accanimento sulle funzioni minime vitali potrebbe essere questo,credo.

Già la questione Welby aveva assunto dei toni tali da diventare altro dal dolore privato .

Questa storia  come quella d' allora  non ha niente di etico , è soltanto questione di POTERE sulla mente e sul corpo delle persone ,altro che "necrofilia secolarista",roba da matti!

Se  l’etica e la salvaguardia della vita umana  c’entrassero  qualcosa con il rispetto della vita umana stessa oggi Ferrara ,Bagnasco e tanti altri  simili a loro ,sarebbero a Lampedusa  a cercare di ripescare i non ben precisati migranti che sono naufragati stanotte e invece delle bottigliette di plastica sul sagrato magari farebbero un giro da quelle parti aumentando le imbarcazioni per  la sorveglianza e  incrementando coi loro appelli superascoltati e recepiti l’aiuto immediato ai gommoni che non reggono il mare grosso no?

 
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lubely
lubely il 16/07/08 alle 23:28 via WEB
su questa vicenda, a parte un servizio chilometrico su rai due sulla suorina che segue questa ragazza di una faziosità sconvolgente, mi è venuta in mente una cosa. Ti è mai capitato ad andare al funerale di una persona che ha sofferto a lungo prima di andarsene? A me oggi è venuta distintamente in mente l'immagine del parroco del mio paese (ma anche di altri) che si avvicina contrito ai parenti dicendo: forse è meglio così. Ha smesso di soffrire. Mi piacerebbe riuscire, se mi capiterà di nuovo una cosa simile, a dirgli: no, doveva soffrire ancora. Per anni. Così bagnasco & C erano contenti. E' facile pontificare sulla vita e sul dolore quando vita e dolore sono di altri. Fai la tua filippica, poi l'autista ti carica, ti porta a pranzo a mangiare quello che la perpetua ti ha fatto con tanto amore. Il tuo segretari lavora per te. E tu pontifichi del dolore altrui. Una mia amica ha un modo di dire che cerco di addolcire un po', ma che rende l'idea: è facile fare la cacca col popò degli altri.
 
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