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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"

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« 28 anni fatemp perdu »

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Post n°1284 pubblicato il 03 Agosto 2008 da ossimora
 

Ghiaccio e bambù

Non riesco mai a capire come a quasi tutti coloro che sanno scrivere sia possibile, nel loro dolore, oggettivare il dolore, di modo che io, per esempio, nella sventura e forse anche con la testa che mi brucia, posso sedermi e per iscritto comunicare ad altri che sono infelice. Anzi posso andare oltre e con diversi svolazzi, secondo il talento che pare non abbia niente a che vedere con l'infelicità, fantasticarne semplicemente o per antitesi o con diverse orchestre di associazioni di pensiero. E non è affatto menzogna né assopisce il dolore, ma è semplicemente la grazia di energie esuberanti nel momento in cui il dolore ha palesemente consumato tutte le mie forze fino al fondo del mio essere che esso sconvolge. Che specie di esuberanza sarebbe dunque?".

 

Franz Kafka, Diari, in: Confessioni e diari, Milano, Mondadori, trad. di Ervino Pocar, p. 585

 
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ossimora
ossimora il 05/08/08 alle 00:48 via WEB
mah,felici e sani lo si è un pò tutti a volte ed a volte no.Ciao
 
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