Creato da: ossimora il 20/10/2004
Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"
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I miei capelli di medusa si annodano disobbedienti ,la bocca serrata ,trafitta di spilli ,in un urlo liberatorio . Le metamorfosi vengono da fuori ,dal vento,dal sole ,dall’acqua del mare ,dalle parole che hanno aperto crepe in cui sedimentano piante parassite. Distruggere tutto ,non meritare nulla se non disamore ed indifferenza ,un percorso matematico accessibile ,fatto di spietata autocoscienza . Voglia di pregare ,ma non credo in dio .Somma di due certezze ;bisogno di pregare ,inesistenza di dio,a volte cadere in uno speciale “Umor panico” che fa fibrillare i sensi come da bambini .una specie di sgomento da esistenza ,una percezione forte dello stare al mondo ,stare al mondo ,mistero non meno impegnativo della tristezza di dover scomparire .Nella mia vita improvvisamente una sera ,davanti al camino ,non lo dimenticherò ,dissi al cordless …”non aderisco più alla realtà “,ne è passato ormai di tempo da allora ma ancora la realtà è un venticello che mi sfiora appena ;da allora è entrato il tempo,le ore ,i minuti,le giornate hanno assunto un ruolo diverso ,una scansione da evidenziare ,da scandire ,nulla o poco scorre più sinuoso ,tutto ha bisogno di dosi industriali di volontà ,di autorassicurazione ,di sacrificio .A tratti in questo caos quotidiano si aprono spiragli di lieve soddisfazione ,di sorriso ebete quasi sempre iperrazionale,legati al senso del dovere ,alla responsabilità …amore forse?Una spinta fiera non rinunciataria verso degli obiettivi ma non più danzando e godendo appieno della bellezza ma con grande ,smisurata fatica . Cosa si prova ad essere abbracciati ed ad abbracciare ? Ho perso il corpo non solo il mio ,il corpo della gente ,non abbraccio più nessuno ,questa è una cosa pazzesca;lontana anni luce dall’altra che conoscevo ,quasi un ‘idiosincrasia ,connotati fobici ,alla larga da tutto ,osservare con occhio claustrale.
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